Roma richiesta di liquidazione

La Federcalcio avvia la procedura: due mesi di tempo per trovare i soldi La Federcalcio avvia la procedura: due mesi di tempo per trovare i soldi Roma, richiesta di liquidazione Ciarrapico è solo, gli servono 10 miliardi ROMA. Oggi la Federcalcio avvia la procedura per la richiesta di messa in liquidazione della Roma. Un paio di mesi di tempo e se non arriva un bel mucchio di miliardi la società giallorossa farà la fine dell'Arezzo. E' un pericolo vero, anche se sembra fantascienza perché la Roma ha buona squadra e grandi incassi. Ci sono debiti per decine di miliardi con banche e mondo del calcio, ma è l'Irpef la buccia di banana che fa scivolare Ciarra' pico, grande navigatore tra le maghe larghe dei regolamenti di via Allegri. Sono questi otto miliardi (probabilmente già diventati dodici, con le multe) non pagati che fanno scattare l'articolo 13 (gravi irregolarità di bilancio) e che costringono la Covisoc al pugno duro. E' solo Ciarrapico, circondato dai creditori. Il giudice ieri ha revocato gli arresti domiciliari e l'attività del presidente della Roma si è fatta frenetica. Non vuole vendere, Ciarrapico, o meglio vuole vendere alle sue condizioni. Casillo aveva offerto quasi ottanta miliardi; la cordata romana, guidata da Malagò, almeno settanta. Due secchi no hanno liquidato la questione. Sia pure immerso nei debiti (sarebbe di settanta miliardi il rosso della Roma) Ciarrapico è sempre il padrone. In sua assenza le tre riunioni del consiglio di amministrazione (presenti i commercialisti del presidente) hanno avuto l'unico risultato di togliere il sorriso dal volto dei vicepresidenti Malagò e Pasquali. Tra i tanti debiti, sembra che la società giallorossa vanti un credito di 14 miliardi con l'Italfin, e il consiglio d'amministrazione sarebbe pronto ad adire a via legali per riottenerli. Da qui partirà probabilmente la riunione convocata per domani sera a Trigoria. Ci sarà Ciarrapico e si riprenderà i poteri affidati durante la prigionia a Malagò. Il tam-tam annuncia anche un siluramento del vicepresidente. E' un giallo, il caso Roma, ha mille risvolti misteriosi. Un labirinto dove Malagò, da una vita nella società romanista, si è probabil¬ mente perso. Tanto da confessare: «Non vedo l'ora di raccontare la verità su questa storia. Sono contentissimo di vedere un amico libero, che può decidere liberamente. Sarà lui domani a rispondere alle nostre domande». Non devono essere molto piaciute a Ciarrapico quelle riunioni del consiglio d'amministrazione. All'ultima, guarda caso, mancava proprio la moglie dell'amico Jacorossi. Ieri sera c'è stato un via vai, in via Abruzzi, di dirigenti gialloressi convocati per «spiegazioni». Ciarrapico, domani, farà certo grandi promesse. Resta il fatto che la Roma oggi ha sfondato tutti i tetti, conquistando prima la terza fascia, poi la non iscrizione al campionato. Servono almeno 10 miliardi in contanti: i 6,3 dell'aumento di capitale annunciato da mesi e mai fatto, più un pugno di miliardi per versare un anticipo e rateizzare l'Irpef. La Roma sarebbe salva, in terza fascia e costretta a vendere, ma salva. Ciarrapico dice di averli questi dieci miliardi, in via Allegri rispondono «magari fosse vero. E' finito il tempo delle parole, ora servono i soldi». Matarrese è a Londra, potrebbe incontrare Ciarrapico giovedì o venerdì. Sembra in trappola, il presidente della Roma. Possibile che «il grande mediatore» di due anni fa, l'uomo che mise d'accordo De Benedetti e Berlusconi, oggi non sappia trovare una via d'uscita? Forse Ciarrapico ha davvero un socio pronto ad aiutarlo, forse Jacorossi (malgrado i problemi di Tangentopoli) vuole davvero diventare il presidente a luglio ed è pronto ad aiutare l'amico in questi due mesi. O forse, come sussurrano i maligni, l'acquirente c'è già e verrà allo scoperto solo con la Roma in liquidazione. Davanti al giudice i creditori potrebbero fare uno sconto. Oppure potrebbe esserci il colpo di scena con il ritorno di Casillo. Ha già fatto la pace con Ciarrapico, potrebbe trovare l'accordo sulla questione Roma. E forse a Casillo non dispiacerebbe neppure troppo avere una Roma da ricostruire, che almeno per una anno abbandona le grandi ambizioni. E i tifosi? Finora i capi della curva si sono schierati al fianco del presidente. Le voci di possibili svendite, con Garzja, Giannini, Rizziteli! e Muzzi m Usta di partenza hanno appena scosso la loro fiducia. «Impossibile, il presidente non farebbe mai una cosa simile», dicono. Probabilmente, dopo la Covisoc, saranno costretti a cambiare idea. Intanto molti guardano con occhi diversi a Casillo: 1'«invasore» di qualche mese fa appare come il possibile salvatore della patria giallorossa. Piero Serantoni

Luoghi citati: Londra, Roma