Altra cassa alla Fiat

Altra cassa alla Fiat Altra cassa alla Fiat 1sindacati: prorogare la legge ROMA. La Fiat Auto ha informato ieri i sindacati che anche nel mese di giugno ci sarà la necessità di ricorrere alla cassa integrazione. Le sospensioni si articoleranno su tre settimane, con quantità diverse da uno stabilimento all'altro; nessuna sezione chiuderà per tre settimane consecutive. Le produzioni della «Nuova Tipo» a Cassino e delle Alfa «33» e «155» a Pomigliano proseguiranno. Il responsabile delle relazioni esterne della Fiat Auto, Casca, ha comunicato le date: , Settimana dal 7 al 13 giugno: 27 mila lavoratori in cassa e 12.500 vetture non prodotte; Settimana da 14 al 20 giugno: 18 mila lavoratori in cassa con il taglio di 7 mila vetture; Settimana dal 21 al 27 luglio 44.400 lavoratori in cassa con la perdita di 21.500 auto. In totale in giugno il taglio sarà di 41 mila vetture. Sommandole a quelle non prodotte da gennaio a maggio di quest'anno, si arriverà a 180 mila auto in meno. Il segretario del Sida Cavalitto ha fornito anche alcune cifre globali: nei quattro mesi di cassa del 1990 si tagliarono 75 mila auto; negli 11 mesi del 1991 (non si conta il mese di ferie) la perdita è stata di 259 mila auto; negli 11 mesi del 1992 non si produssero 231 mila vetture. Con le sospensioni di giugno la Fiat Auto raggiunge le 52 settimane di cassa ordinaria previste dalla legge come limite massimo nell'arco di due anni. Poiché in luglio ci sarà ancora «mercato basso» e la necessità, quindi di altre pause di produzione, non ci saranno più gli strumenti. Il responsabiie delle relazioni industriali dell'Auto, Gasca, ha prospettato il problema alla delegazione sindacale che era composta dai segretari nazionali dei metalmeccanici Mazzone per la Fiora, Baretta per la Firn, Serra per la Uilm e Cavalitto per il Si¬ da. E' stato anche rilevato, dall'azienda e dagli stessi sindacalisti, che finora la crisi dell'auto è stata affrontata dalla Fiat con strumenti normali non traumatici: cassa ordinaria, parziale blocco del turnover, prepensionamenti, incentivi alle dimissioni e mobilità all'interno dell'azienda. Dal settembre del 1990 l'organico è diminuito di eira 14 mila persone. Nel loro comunicato unitario i sindacati (Cgil-Cisl-Uil e Sida) chiedono alle confederazioni un intervento urgente presso il governo per assicurare la proroga del diritto alla cassa ordinaria per almeno un anno «problema che - sottolineano - non riguarda solo la Fiat ma un numero elevati di imprese metalmeccaniche». Nel comunicato si chiede che «le future possibilità di ripresa della Fiat non vengano gestite in contrasto con quanto realizzato nel corso degli ultimi 3 anni che hanno consentito di affrontare rilevanti problemi di riorganizzazione senza drammatizzazioni occupazionali ingovernabili». I sindacati hanno chiesto alla Fiat un incontro urgente per «analizzare la situazione e concordare le conseguenti decisioni». Nelle dichiarazioni singole i sindacalisti hanno espresso unanime preoccupazione. Cavalitto del Sida indica tre priorità: «Tutelare l'occupazione, difendere la retribuzione e studiare con la Fiat iniziative congiunte per superare i prossimi mesi e traghettare l'azienda verso i nuovi modelli». Mazzone della Fiom giudica che «il gruppo dirigente della Fiat sia allo sbando» e aggiunge: «Sarà per il pesante andamento del mercato, probabilmente non prevedibile, fatto sta che la Fiat ha rifiutato di confrontarsi sulla nostra proposta di un patto per lo sviluppo». A giudizio di Baretta della Firn «non è la Fiat che è allo sbando ma il mercato e nelle scelte del futuro bisogna evitare di compromettere l'occupazione e gli investimenti». Per Serra della Uilm la chiave è «ottenere la proroga della cassa ordinaria e non drammatizzare». Tibaldi della Fiom (corrente di Bertinotti) chiede di «ribaltare l'atteggiamento di accondiscendenza tenuto finora dai sindacati verso la Fiat». Sergio Devecchi

Luoghi citati: Cassino, Roma