Arriva Clinton il Macedone di Paolo Passarini

Arriva Clinton il Macedone Arriva Clinton il Macedone Truppe a Skopje dopo lo strappo coi 12 WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bill Clinton sta prendendo in considerazione l'ipotesi di spedire un piccolo contingente di truppe di terra americane in Macedonia, dove, peraltro, la situazione appare attualmente tranquilla. Non è ben chiaro se l'iniziativa si proponga di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla grave sconfitta diplomatica subita da Clinton, con il rifiuto degli europei di appoggiare il suo piano di intervento militare in Bosnia, oppure, mandando il primo contingente di truppe di terra americane sul suolo jugoslavo, il governo degli Stati Uniti si proponga semplicemente di togliere agli europei un bersaglio per le loro critiche e, quindi, una giustificazione per il loro rifiuto. Gli europei, infatti, e soprattutto i francesi, hanno apertamente criticato il fatto che gli americani, dopo essersi rifiutati di «sporcarsi i piedi» sul suolo della ex Jugoslavia, pretendessero poi di scaricarsi la coscienza facendo cadere bombe da 3 mila metri di altezza. Solo venerdì scorso Clinton, parlando ai giornalisti, si era detto certo che «l'accordo con gli europei era molto più forte di quanto la stampa facesse pensare» e ha annunciato imminenti «sorprese» per gli scettici. La sorpresa è arrivata per lui sabato quando, nella relazione privata che gli ha tenuto di ritorno dall'Europa, Warren Christopher ha usato toni molto più pessimisti di quelli usati in pubblico. Clinton, che aveva annunciato una decisione subito dopo la riunione con i suoi principali collaboratori, ha sciolto il gruppo senza fare alcun commento ufficiale, mandando tutti a giocare a golf sul prato della Casa Bianca. Domenica, intervistato da un canale televisivo, l'inviato europeo David Owen ha definito «del tutto folle» il piano di bombar¬ damenti proposto da Clinton. Lunedì è stata annunciata la netta opposizione della Comunità Europea. Ieri, pronunciando un discorso di benvenuto per Christopher in Senato, il democratico Joseph Biden si è scagliato con inusitata violenza contro l'Europa. «Quello che lei ha incontrato là - ha detto Biden rivolgendosi a Christopher - mi sembra possa essere descritto come uno scoraggiante mosaico di indifferenza, timidezza, sfiducia in se stessi e ipocrisia». Dicendo di poter contenere a stento quella che ha chiamato la sua «rabbia», Biden ha così continuato: «Diciamo le cose come stanno. La politica europea è basata su un'insensibilità forse dovuta a bigottismo - allusione a una sorta di solidarietà fra cristiani europei e serbi, ndr per cui si può facilmente immaginare che la situazione sarebbe del tutto diversa se fossero i musulmani a fare quello che i serbi hanno fatto». Ma la sfuriata di Biden non riesce a coprire la magra figura fatta da Christopher nella sua prima importante missione all'estero, né la bruciante sconfitta di Clinton nel suo debutto sulla scena internazionale. Lunedì, a Chicago, dove stava cercando di risollevare la sua immagine incontrando uomini d'affari, Clinton ha ammesso per la prima volta apertamente che il suo piano di intervento è in stallo. «Speriamo di poter ottenere qualche risultato senza ricorrere a quello», ha detto. E ieri si è saputo che sta considerando la possibilità di mandare un piccolo contingente di pace in Macedonia, con il pretesto di prevenire possibili aggressioni serbe contro il Kosovo. Paolo Passarini Il presidente Clinton «Diversione» in Macedonia di fronte alle critiche europee