Codice morale per i dipendenti Fiat di Francesco Manacorda

Corso Marconi vara le norme anti-tangenti e obbliga tutti i manager a denunciare le pressioni Corso Marconi vara le norme anti-tangenti e obbliga tutti i manager a denunciare le pressioni Codice morale per i dipendenti fiat «Perderà il posto chi accetta dipagare mazzette» TORINO. Tre cartelle dattiloscritte, divise in sei «canoni». Titolo: «Politica del gruppo Fiat sul codice etico di comportamento negli affari». E' il documento approvato ieri dal consiglio di amministrazione della Fiat, riunito sotto la presidenza di Giovanni Agnelli, e destinato a mettere alcuni punti fermi nei rapporti tra le aziende del gruppo Fiat e il vasto e periglioso mondo della politica e delle commesse pubbliche. Uno il messaggio fondamentale: vietato ai dipendenti del gruppo pagare tangenti o fare «favori» di qualsiasi tipo a politici e dipendenti pubblici. Un messaggio che in questi giorni, nei quali 1 Italia non gode di ottima fama all'estero, è stato apprezzato in particolar mòdo dai rappresentanti stranieri che siedono nel consiglio Fiat. Al codice, che è stato redatto dall'avvocato Franzo Grande Stevens, segretario del consiglio di amministrazione e da sempre il legale di fiducia della Fiat e della famiglia Agnelli per quanto riguarda il diritto civile e societario, è stata dedicata tutta la seduta di ieri, che in origine doveva occuparsi dell'esame dell'esercizio 1992. Di quest'ultimo argomento si parlerà invece in una prossima seduta del consiglio, il 31 di questo mese. Ieri il consiglio di amministrazione ha anche preso atto delle dimissioni del consigliere Mario Monti, presentate circa un mese fa e motivate dall'esigenza di seguire con maggior disponibilità di tempo le atti- vita dell'Università Bocconi, di cui Monti è rettore. Il codice etico è destinato «a tutte le persone legate da rapporti di lavoro subordinato con qualunque società del gruppo (Fiat SpA e sue controllate)» e dovrà essere applicato «nei confronti di organi, rappresentanti, mandatari, esponenti, membri, dipendenti, consulenti incaricati di pubbliche funzioni o servizi, di pubbliche istituzioni, di pubbliche amministrazioni, di enti pubblici anche economici, di enti o società pubblici di carattere nazionale o locale, di partiti o movimenti politici della Repubblica italiana, senza eccezioni di sorta o in funzione della prospettiva di ricoprire le suddette posizioni». Che cosa è proibito ai dipendenti del gruppo Fiat? Lo spiega il primo canone: «Promettere o versare somme o beni in natura di qualsiasi entità o valore a qualsiasi pubblico funzionario per promuovere o favorire interessi di una o più società del gruppo, anche a seguito di illecite pressioni». Eccezioni sono previste per «i piccoli regali o cortesie di uso commerciale di modesto valore (omaggi per reclame o per festività, o inviti a convegni o riunioni per presentazioni od auguri, ecc.) quando non siano vietati». E' sbarrata la strada anche a qualsiasi forma di finanziamento «sotterraneo», come chiarisce il secondo canone: «Qualsiasi dipendente del gruppo - recita - non deve eludere le prescrizioni del canone primo ricorrendo a forme diverse di aiuti o contribuzioni che sotto veste di sponsorizzazioni, incarichi, consulenze, pubblicità, ecc. abbiano invece le stesse finalità vietate nel canone primo». E se, nonostante tutto, succede? Se la richiesta di un «contributo», magari con garbate allusioni, arriva lo stesso? Il dipendente dovrà «immediatamente sospendere ogni rapporto d'affari con U richiedente ed informarne subito il proprio superiore o, in mancanza, l'amministratore delegato della propria società e, in ogni caso, il servizio legale della stessa società o, in mancanza, della società controllante» Anche nel dubbio, stabilisce il codice, non è il caso di rischiare. «Qualsiasi dipendente, in ogni caso di dubbio, riferirà come sopra senza indugio». Le sanzioni per chi non rispetterà queste norme di comportamento sono severe: «La violazione dei canoni primo e secondo da chiunque commessa farà venir meno il rapporto fiduciario tra la società ed il dipendente, con le conseguenze di contratto e di legge sul rapporto di lavoro previste dalle regole vigenti». Come entrerà in vigore il codice? Dopo l'approvazione di ieri da parte della capogruppo, toccherà a tutte le singole imprese del gruppo approvare il testo e diffonderlo poi tra i dipendenti. E' quindi prevedibile che tra breve ogni controllata convocherà il suo consiglio di amministrazione a questo fine. Tutti i manager che «possano essere, per le loro mansioni, diretti destinatari dei principi del codice stesso» dovranno restituire all'azienda di appartenenza una copia del codice controfirmata per accettazione. Inoltre, al.termine di ogni anno, l'amministratore delegato di ogni società dovrà redigere una relazione - destinata al capo dell'esecutivo della società controllante - per assicurare l'osservanza del codice etico e comunicare i risultati dei suoi controlli, allegando le relazioni che gli sono arrivate dalle società eventualmente controllate. Le regole, naturalmente, non valgono solo per i dipendenti del gruppo Fiat, ma dovranno essere accettate anche dagli «esterni», imprese o lavoratori autonomi, che ricevano un incarico da società del gruppo. Il codice Fiat, che si aggiunge a un codice interno già esistente e destinato a regolare i rapporti dei dipendenti con l'azienda, non arriva inaspettato. Sia il presidente Agnelli sia Cesare Romiti, amministratore delegato del gruppo, di recente avevano sollevato l'esigenza di un testo.chiaro che regolasse il comportamento dei dipendenti a questo riguardo. Francesco Manacorda Il presidente della Fiat Giovanni Agnelli

Persone citate: Agnelli, Cesare Romiti, Franzo Grande Stevens, Giovanni Agnelli, Mario Monti

Luoghi citati: Italia, Torino