Arrestato l'ex tesoriere del pci
Il ciclone, annunciato, si abbatte sul pds: in carcere anche manager coop Il ciclone, annunciato, si abbatte sul pds: in carcere anche manager coop Arrestato Yex tesoriere del pei Attonito Achille Occhetto: il pds è totalmente estraneo Pollini, in carica dall'82 all'89, coinvolto da Caporali MELANO. Fischia il treno delle tangenti, e per il pds l'ultima stazione è San Vittore. Finiscono in carcere per «Mani pulite» Fausto Bartolini, ex direttore del «Consorzio nazionale della cooperazione delle costruzioni» e Renato Pollini, ex tesoriere del pei, in carica dall'82 all'89. Corruzione, l'accusa dei giudici. Ammutolito, Achille Occhietto. Da Aix-en-Provence dove si trova per un convegno dei socialisti europei, il segretario del pds rimanda ad un comunicato della segreteria del partito. E alle 18.30, via fax, esce la nota. Poche righe e un unico concetto: «La segreteria del pds ribadisce la totale estraneità del partito al sistema delle tangenti e della corruzione». A fianco un'esortazione: piena fiducia nella Magistratura, ma che si faccia presto. Anche dal «Conaco», venti coop rosse in attività dal '77, appalti pubblici a tutto campo, viene un commento all'arresto dell'ex dirigente: «Riteniamo che il geometra Bartolini avrà modo di chiarire la sua posizione, d'altra parte sempre istituzionalmente corretta negli anni in cui ha operato all'interno del Conaco». No, non è un fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto su Botteghe Oscure. Un anno fa era toccato ai «miglioristi» Carnevale, Soave, Li Calzi. Tangenti sulla metropolitana e su appalti locali. Poca cosa, allora. Qui è diverso. In cella da tempo c'è il compagno Primo Greganti. E adesso ne arrivano altri due. Ad accusarli sono i verbali di un altro ex manager rosso. Dalle confessioni di Giulio Caporali, ex amministratore delle ferrovie, poi espulso dal partito con lo scandalo delle «lenzuola d'oro», emerge il ruolo del pei prima, e del pds poi, nella spartizione degli affari e delle mazzette. Racconta ai magistrati Giulio Caporali: «Pollini mi chiese di trovare qualche soluzione per il risanamento del bilancio dell'Unità. Mi disse anche dell'esigenza di avere liquidità per affrontare le spese per le varie campagne di promozione dell'immagine del partito». Esposto il problema, trovata la soluzione: il 20% degli appalti ferroviari dovevano finire a cooperative rosse, e queste «non dovevano dimenticarsi delle esigenze economiche del pei». Conferma l'ex manager rosso delle Fs davanti ai giudici: «Ho avuto riscontro degù avvenuti pagamenti sia da Pollini sia da rappresentanti delle cooperative». Affermazioni precise, pesantissime, che hanno convinto il pubblico ministero Tiziana Parenti, che si occupa del filone cooperative, a chiedere i mandati di cattura. Sì, ma quanti soldi sono entrati nelle casse del partito attraverso le cooperative rosse? Fanno i conti i giudici, e appalto per appalto cercano le prove dei finanziamenti illeciti. In Italia e all'estero. E' ancora il compagno Caporali a raccontare del conto aperto alla banca Girozentral di Vienna dove, almeno una volta a quanto lui sa, finirono soldi frutto di tangenti: duecento milioni. Allora a pagare fu Alessandro Marzocco della Socimi, appalti ferroviari anche quella volta. Sapeva tutto Renato Pollini. Ed è sempre Caporali a raccontare che gli estremi di quel conto austriaco da dare all'imprenditore gli vennero consegnati, in busta chiusa, dall'allora tesorie- re del partito. E adesso la palla passa a Pollini e a Bartolini, chiusi in cella al sesto raggio, lato B, primo piano, del carcere di San Vittore. Seguiranno anche loro la linea Pruno Greganti? Mesi in cella e accuse respinte come l'ex funzionario del conto svizzero Gabbietta? Cinque ore, fino alle 21, è durato l'interrogatorio di Fausto' Bartolini davanti ai giudici Ghitti e Parenti. Cinque ore di domande secche, richieste di spiegazioni, precisazioni, puntualizzazioni. Cinque ore in cui l'ex manager delle cooperative edili ha tenuto banco ai due giudici. Dice l'avvocato Nerio Diodà, 10 stesso che difese Mario Chiesa, primo socialista eccellente di Tangentopoli, e adesso difensore di Bartolini: «Al mio assistito non viene contestato un fatto specifico. Adesso non voglio entrare nei particolari, aspettiamo 11 confronto con Caporali». E alle 16 di oggi, i due compagni di un tempo si troveranno di nuovo faccia a faccia. Dentro San Vittore. Fabio Potetti Éì I L A sinistra Renato Pollini ex tesoriere del pei dal 1982 all'89 A destra Giulio Caporali ex amministratore delle ferrovie poi espulso dal partito con lo scandalo delle «lenzuola d'oro»
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