Grande fuga per tre come un film

Pistoia: già ripresi due degli evasi, tra cui un pericoloso boss camorrista Pistoia: già ripresi due degli evasi, tra cui un pericoloso boss camorrista Grande fuga per tre, come un film Ostaggi, inseguimenti e scontri PISTOIA NOSTRO SERVIZIO Sequestro di una guardia carceraria, evasione, fuga su un'auto rubata, incidente, nuova fuga e cattura di due dei tre fuggiaschi: tutto in meno di tre ore. Una sequenza rocambolesca, degna del miglior film d'azione, si è svolta ieri mattina a Pistoia. Protagonisti tre detenuti del carcere di «Santa Caterina in Brana»: Domenico Morelli, 38 anni, di Casandrino (Napoli), pericoloso boss camorrista del Napoletano, a capo di una delle più potenti bande nate dalla disgregazione della «Nuova Famiglia» di Raffaele Cutolo, che era finito in carcere il 15 aprile scorso con l'accusa di omicidio premeditato, tentato omicidio e possesso illegale di armi; Pasquale Verde, 33 anni, esponente della manovalanza camorrista, che in carcere deve scontare 30 anni di reclusione per omicidio, il 26 febbraio scorso-era evaso dal penitenziario di Volterra non rientrando dopo una licenzapremio, ma era stato riarrestato il 15. aprile insieme a Morelli; il terzo evaso è Bekir Nagaki, 45 anni, tunisino, che stava scontando una condanna all'ergastolo per aver ucciso un connazionale in un casolare alla periferia di Firenze come «punizione» per uno sgarro nei confronti di un'organizzazione di piccoli trafficanti di eroina. Domenico Morelli e Bekir Nagaki sono già stati riacciuffati. La parte di Papillon, l'evasore per antonomasia, non si addice alle loro capacità. Per catturare Pasquale Verde che, secondo polizia e carabinieri, non dovrebbe essere riuscito ad allontanarsi dalla città, è stata organizzata una massiccia «caccia all'uomo» che a tarda sera era ancora in corso anche con l'ausilio di elicotteri e cani-poliziotto. Il piano di evasione è scattato qualche minuto prima delle 9. Domenico Morelli, Pasquale Verde e Bekir Nagaki facevano parte di un gruppo di quindici detenuti che stavano dirigendosi a fare ginnastica nella palestra del carcere. Con la scusa di andare a prendere un pallone, si sono infilati nel magazzino, seguiti da un agente di custodia. Appena entrati hanno aggredito la guardia e il magazziniere (erano armati di un rudimentale coltello) e si sono impossessati di corde e scale. Poi, facendosi scudo con i due ostaggi, sono riusciti a raggiungere il muro di cinta del carcere dar quale, dopo aver abbandonato guardia carceraria e magazziniere, si sono calati in strada. Qui hanno fermato una «Fiat Uno» guidata da Federica Casseri e, sotto la minaccia di due pistole finte (costruite con legno e cartone nel laboratorio del carcere), l'hanno costretta a scendere. * A bordo dell'auto hanno fatto però poche centinaia di metri. In viale Italia si sono scontrati con una «Panda», guidata da un'altra donna, e sono stati costretti a proseguire la fuga a piedi: le due auto sono state seriamente danneggiate. Polizia e carabinieri, nel frattempo, avevano circondato tutto il quartiere delle Casermette e poco dopo, due dei tre fuggiaschi sono stati ammanettati e ricondotti in carcere. Il boss Morelli e il tunisino si erano nascosti in un parco-giochi per bambini, poco distante dallo stadio comunale e dall'ospedale psichiatrico: uno era disteso in un fossato, l'altro rannicchiato sotto una pianta di fico. E', per ora, riuscito a far perdere le proprie tracce Pasquale Verde che alcuni testimoni dicono di aver visto proseguire la fuga verso la libertà su una «Vespa» rossa. Ma anche la sua èvasionedovrebbe avere le ore contate. Francesco Matteini Sopra Domenico Morelli, boss della camorra subito ripreso dopo la fuga; a sinistra Pasquale Verde, l'evaso ricercato [foto zen)

Luoghi citati: Casandrino, Firenze, Napoli, Volterra