RINNOVARE VUOL DIRE DIVIDERSI

LA STAMPA DALIA PRIMA PAGINA RINNOVARE VUOL DIRE DIVIDERSI mento sostanziale delle persone e dei modelli organizzativi, ma ancor prima una progettualità sociale e politica organica». Ma, arrivato al punto dolente, dice che occorre anche evitare «divisioni e frammentazioni». Al di là dell'eloquio curiale, ciò significa raccomandare la democrazia cristiana di Martinazzoli e vedere in essa l'unico strumento politico dei cattolici. ' • Questa raccomandazione è ormai fuori dalla realtà. I cattolici sono sparsi in gran forza nella Rete, nella Lega, nel movimento di Segni, altrove. Cadute le ideologie avversarie, anche la religione ha perduto la sua forza discriminante e aggregante. Certo, un cattolico sarà diverso da un laico ed è vero che la religione non è un'ideologia. Ma, applicata alla politica, diventata messaggio politico, usata come strumento di contenimento e difesa, anche la religione, in Italia, è diventata ideologia e anche l'ideologia religiosa ha provocato una pratica perversa. Se le ideologie si sono frammentate tutte (bene o male che sia), è comprensibile che anche il cattolicesimo si stia frammentando in tanti movimenti. Inoltre la raccomandazione di Ruini è contraddittoria. Un «rinnovamento sostanziale delle persone e dei modelli organizzativi» non è possibile senza «divisioni e frammentazioni». Chi non vuole più una persona o un modello deve dividersi da quella persona e abbandonare quel modello. Chiedergli qualcosa di diverso significa, alla fin fine, chiedergli di abbandonare la stessa speranza del rinnovamento. La cautela di Ruini però si spiega se la si pensa proiettata sullo sfondo di un'altra ideologia che egli non menziona ma che traspare dalla sua preoccupazione. Si tratta' dell'ideologia 'libèraldemocratica. Favorita, da adeguate riforme, elettorali ed istituzionali, ammaestrata dalle sbornie comuniste e anticomuniste, dalle ceneri dei nostri vecchi partiti e segnatamente della democrazia cristiana, potrebbe finalmente nascere in Italia una «democrazia laica». Sono proprio questa secolarizzazione della politica, questa liberalizzazione dello Stato, questa laicizzazione dei valori che soprattutto la Chiesa teme. Ecco perché Ruini sente il bisogno di rifugiarsi nelle vecchie certezze. «Se non abbiamo fatto abbastanza nel mondo, non è perché siamo cristiani, ma perché non lo siamo abbastanza». E' lo stesso discorso totalitario di chi teme lo spettro dello spirito laico. Perché, per un laico, chi non ha fatto bene nel mondo, riconosce l'errore e passa la mano; non gli è consentito perseverare appellandosi alla «purezza» dell'ideale tradito dalle «impurità» delle sue realizzazioni. Marcello Pera

Persone citate: Marcello Pera, Martinazzoli, Ruini, Segni

Luoghi citati: Italia