E Ciampi viaggia già in salita di Alberto Rapisarda

Maggioranza in panne: al Senato il pli vuol passare dalla fiducia all'astensione Maggioranza in panne: al Senato il pli vuol passare dalla fiducia all'astensione E Ciampi viaggia già in salita Ilpsì'ètentato da Età-Beta ROMA. A tre giorni dalla fidùcia ottenuta alla Camera il governo Ciampi rischia di perdere un pezzo. I senatori liberali hanno mandato a dire al presidente del Consiglio che non se la sentono di votare a favore, come hanno fatto i loro colleghi della Camera, e' che sono tendenzialmente orientati per l'astensione. «Ci sembra che un governo che abbia come interlocutori, il pds, la Lega, il pri che si astengono non è a maggioranza precostituita come era il governo Amato» spiega il sen. Luigi Compagna. Conclusione: anche i liberali possono astenersi. Il fatto è che, al Senato dove è in corso il dibattito sulla fiducia che si concluderà mercoledì, l'astensione, equivale a voti sottratti alla maggioranza. Viene così alla luce, per la prima volta, il disagio della convivenza sotto l'ombrello di Ciampi di una così variegata maggioranza ufficiale e ufficiosa. C'è l'imbarazzo dei liberali, partito dall'animo moderato, a stare gomito a gomito con il pds. Ma c'è anche il turbamento della democrazia cristiana alle prese con l'offensiva di Mario Segni, intenzionato a creare una formazione politica che si metta al centro dello schieramento. E c'è il psi allo sbando tentato dalla «sirena» Amato che lo invita di fatto a sciogliersi per rinascere nell'area «Eta-Beta». Questi sono i partiti che, assieme al psdi, hanno dato la loro fiducia a Ciampi. E non sembrano di sicuro in buona salute. Se distinguo e malumori vengono a galla già ora, mentre il governo deve ancora ottenere la fiducia dell'altra Camera, chissà cosa potrà succedere tra 28 giorni, quando i partiti tradizionali rischieranno di venir triturati dal nuovo sistema elettorale per i Comuni. Un sondaggio effettuato dalla Swg, per esempio, ipotizza che la metà degli elettori di Milano e Torino rinnegherebbe i partiti e voterebbe solo per il sindaco, senza dare la preferenza ai partiti che lo sostengono. Per Ciampi può significare che, nato e sostenuto da una maggioranza formata da partiti dal nome noto da decenni, potrebbe trovarsi ad avere a che fare con un magma informe di formazioni impazzite e frammentate, alla ricerca disperata di nuove alleanze, aree, federazioni che dir si voglia. E già si colgono i primi segnali di agitazione. «Un quadro d'insieme cromaticamente bizzarro e politicamente sospetto - osserva il presidente dei Verdi, Corleone - con 1' "Eta-Beta" di Amato, magari il partito della "Lepre marzolina" di Cossiga e, ancora, la "cosa bianca", la "cosa azzurra" o quella "nera" con una gran tentazione trasformistica». In quésto momento, comunque, la «cosa» che sta provocando maggiore agitazione a destra e a sinistra è quella nella quale si è tuffato a pie pari Mario Segni: l'Alleanza democratica. Da quando l'ex de ha annunciato, di fatto, che della Alleanza ne vuol fare un partito con liste proprie da presentare agli elettori, si è dif¬ fuso il panico nelle file democristiane e la discordia in quelle del pds. Che cosa ha in mente l'astuto Segni, si chiedono entrambi disorientati? ■ «Oggi dice di volersi posizionare al centro, dove c'è però già la de. E questo mi pare un problema con il quale dovrà fare i conti. Per questo Martihazzoli dice a Segni che il discorso tra di loro non è chiuso» spiega il capo della segreteria democristiana-. Castagnetta Da sinistra era arrivato, il «no» di D'Alema all'invito di Segni a portare il pds nella Alleanza. Ma adesso Occhetto non sembra intenzionato a sbattere la porta in faccia a Mario Segni senza aver prima ascoltato le sue proposte. Sabato prossimo, a Roma, ci sarà il primo chiarimento tra Alleanza democratica e il pds. Il quale ha, al suo interno, un venti per cento di iscritti (stima di Macaluso) favorevoli alla Alleanza. A Montecitorio si dice, addirittura, che i referendari della Quercia sarebbero disposti a formare un gruppo autonomo insieme con Segni. Notizia smentita da Willer Bordon che dice ai cronisti: «Correte un po' troppo». Alberto Rapisarda Carlo Azeglio Ciampi (a sinistra) e Achille Occhetto 1 liberali accanto al pds non nascondono l'imbarazzo

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino