«Labirinto di ferro» il malessere americano attraverso un triangolo amoroso

Aiuto, arrivano i giapponesi prime cinema 'mmmmmwMmmMmmmwwmmmm, «Labirinto di ferro», il malessere americano attraverso un triangolo amoroso Aiuto, arrivano i giapponesi L'invasione economica dall'Est in un film irrisolto IL regista si chiama Hiroaki Yoshida, il coproduttore esecutivo è Oliver Stone, i protagonisti sono l'aitante Hiroaki Murakami, Bridget Fonda prima di «Nome in codice: Nina» e Jeff Fahey prima di «Il tagliaerbe» (il film è del 1991). Insomma, occhio alla scheda tecnico-artistica: perché «Labirinto di ferro», che è finanziato con un budget misto di dollari e yen, mette proprio il dito nella piaga dei travagliati rapporti nippo-americani e qui risiede il suo piccolo motivo d'interesse. Costruito come «Rashomon», il thriller parte da un fattaccio che ha tutta l'apparenza di un tentato omicidio: Murakami, nella parte di un uomo d'affari giapponese che si è comprato in Pennsylvania una città dell'acciaio messa in ginocchio dalla crisi del settore, viene trovato gravemente ferito nell'ormai fatiscente fabbrica del paese. Con pazienza, il poliziotto locale (è il bravo J. T. Walsh) tira le fila delle contrastanti versioni e scopre una storia di adulterio in cui sono coinvolti l'ex operaio Fahey, che si autodenuncia dell'assassinio per legittima difesa; la moglie della vittima, Bridget Fonda, che accusa Fahey di stupro e omicidio e poi cambia idea; lo stesso Murakami, che giace in ospedale forse in fin di vita. Mentre sullo sfondo viene fuori il dramma di una comunità un tempo prospera e ora allo sbando: chi poteva se n'è andato, chi è restato mal tollera la sottomissione allo straniero, che ha deciso di trasformare la vecchia acciaieria in un grande luna park. Alleggerito da un finale conciliatorio, «Labirinto di ferro» vorrebbe esprimere attraverso il triangolo amoroso il malessere americano di fronte all'inesorabile invasione economica «jap». A tratti ci riesce con inquietante efficacia, ma sono frammenti in un film che resta sostanzialmente irrisolto. [a. le.] LABIRINTO DI FERRO (Iron Maze) di Hiroaki Yoshida con B. Fonda, H. Murakami Produzione Usa-Giappone 1991 Genere thriller Cinema Cristallo di Torino Metropolitan di Roma Bridget Fonda, moglie della vittima

Luoghi citati: Giappone, Pennsylvania, Roma, Torino