Ammazza i genitori a fucilate

Monza, il giovane, che soffre di disturbi psichici, li ha sorpresi nel sonno Monza, il giovane, che soffre di disturbi psichici, li ha sorpresi nel sonno Ammazza i genitori a fucilate Il padre, ferito, gli ha detto: chiama l'ambulanza Li ha uccisi perché non voleva più prendere medicine MONZA DAL NOSTRO INVIATO Alle 5,50 Alessandro Franchini, 29 anni, si è alzato, ha indossato blue jeans e maglioncino beige, ha caricato a pallettoni la doppietta, ha aperto la porta della camera da letto di padre e madre e ha fatto fuoco. Due volte. Palazzina di Muggiò, sole pieno, auto dei carabinieri in partenza e in arrivo. Una vecchia, accanto al cancello, dice: «No, i colpi non li abbiamo sentiti. Ci hanno svegliato le ambulanze. E poi la confusione dei carabinieri. Ci hanno detto: l'Alessandro ha ammazzato padre e madre. E io: oh santo cielo... Sì, sapevamo che non stava bene di testa, ma non è mai stato un violento, anzi, era ancora un ragazzo...». Sì, da molti anni Alessandro soffre di depressioni. Da molti anni è in cura per turbe psichiche che fino a ieri non gli hanno fatto commettere niente di grave, ma solo hanno nutrito il suo carattere scontroso, le sue manie di persecuzione, la sua sofferenza. Ha sparato due volte, con uno dei cinque fucili del padre cacciatore, un Beretta a canne sovrapposte. Il primo colpo per la madre, Silvana De Pieri, 53 anni, colpita nel sonno al torace. Morte istantanea. Il secondo per il padre Angiolino Franchini, 60 anni, che ha fatto in tempo a svegliarsi a. mettere un piede per terra, come per fuggire. La rosa dei pailettoni lo ha raggiunto all'inguine, lo ha ributtato sul letto. Ma non lo ha ucciso subito. Dirà Alessandro ai carabinieri: «Ha gridato... e poi mi ha detto: chiama l'ambulanza Alessan- dro, chiamala subito». Alessandro lo ha fatto. Ha appoggiato il fucile sulla sedia della camera da letto, è andato in corridoio, ha chiamato la Croce Rossa di Muggiò. «Pronto? Ho sparato a mamma e papà, venite subito in via XXV Aprile, primo piano». Dalla Croce Rossa è stato lanciato l'allarme. Due gazzelle dei carabinieri sono partite dalla caserma di Nova Milanese, pochi minuti per arrivare davanti a questa palazzina marrone, tre piani, un cancello, l'insegna della tabaccheria. Padre e madre lavoravano qui, baretto di paese, con le grosse porte di legno sbarrate, i vasi di fiori sotto al pergolato. «Erano brava gente», raccontano i vicini. Quattro anni fa hanno dovuto cedere, per problemi economici, un altro bar, più grande, e si sono accontentati di gestire il piccolo locale sotto casa. Il padre, per arrotondare i fine mese, dava una mano a un benzinaio. Servivano soldi per le cure del figlio, le medicine, i consulti medici. Forse sono proprio le medicine, che Alessandro non voleva più prendere, a scatenare il litigio che qualcuno giura di aver sentito l'altra notte, dietro alle persiane del primo piano. A che ora? Sicuramente dopo mezzanotte. Alessandro forse non ha dormito in quella sua ultima notte da uomo libero, anche se il suo letto singolo - dentro alla cameretta ordinata, un giradischi, pochi libri - è appena disfatto. Ci si è seduto sopra, dopo aver sparato due volte, con il padre di là, che perdeva sangue e chiedeva aiuto. I ragazzi dell'ambulanza hanno trovato il vecchio ancora vivo, accanto alla moglie. Hanno cercato di tamponargli la ferita all'inguine, ma a metà corsa, verso l'ospedale di Monza, Angiolino ha smesso di respirare. Alessandro non si è mosso dal suo letto. Quando sono arrivati i carabinieri, ore 6,10, hanno trovato il fucile ancora sulla sedia di là, e gli altri quattro nella rastrelliera in sala. Lui se ne stava tranquillo. No, non ha confessato, ha solo detto che non sapeva più cosa era accaduto. Ha chiesto: «Devo venire con voi?». «Credo non si renda conto di quello che ha fatto», dice uno degli investigatóri, rimasti a dare un'occhiata all'appartamento. E il sostituto procuratore Salvatore Bellomo, arrivato da Monza, si guarda in giro stupefatto: «Per il ragazzo ho disposto una perizia psichiatrica. Poi faremo le autopsie, l'interrogatorio e tutto il resto. E' una storia terribile». In tarda mattinata Alessandro è stato trasferito nel carcere di Monza, i carabinieri hanno rintracciato e avvertito la sorella. Vive a Cinisello Balsamo, è sposata. Da oggi, a Alessandro, resta solo lei. Pino Corri» Quando sono arrivati i carabinieri l'assassino era nel suo letto: «Devo seguirvi?» Anglolino Franchini, 60 anni, e la moglie Silvana De Pieri, 53, massacrati dal figlio all'alba di domenica nella loro casa di Muggiò Alessandro Franchini, 29 anni, al momento dell'arresto

Persone citate: Alessandro Franchini, Angiolino Franchini, Beretta, Dirà Alessandro, Franchini, Salvatore Bellomo, Silvana De Pieri

Luoghi citati: Cinisello Balsamo, Monza, Muggiò, Nova Milanese