Van Basten: avanti da Milan

L'olandese ad Ancona vuole una squadra che torni a imporre il suo gioco L'olandese ad Ancona vuole una squadra che torni a imporre il suo gioco Van Basten: avanti da Milan «Baggiopallone d'oro? Aspettiamo» Intanto Gambaro dice no al Torino INTER A-4 E MANCANO 5 PARTITE ANCONA DAL NOSTRO INVIATO Fabio Capello l'ha definita la madre di tutte le partite, e non solo perché oggi è la festa della mamma. Ancona-Milan, per il Milan, vale lo scudetto: potenza dell'Inter, e della sua prodigiosa rimonta, da -11 a -4. Ma anche colpa del Diavolo, e della sua sconvolgente picchiata. I berlusconiani non vincono dal 7 marzo. Due mesi tondi: un'eternità, per chi è abituato a misurare tutto con la spietata crudezza dei dati Auditel. Il campionato ci fa l'ultimo prezzo, una volata in cinque puntate. Lo smacco italico di Berna è stato archiviato non senza spargimento di veleni e livori. Pioggia battente, con contorno di tuoni, fulmini e saette, alla partenza. Impacchi di sole e delirante invasione di pista, con tanto di aereo «sequestrato», all'arrivo. Maggio è, da sempre, il mese della resa dei conti. Guai a voi, anime prave: scudetto e Coppa dei Campioni non tollerano diserzioni. Capello ripresenta Marco Van Basten sin dal primo minuto: e con lui, Massaro. Un passo indietro per farne uno, decisivo, in avanti. Entrambi avevano già fatto capolino a Udine, ma nel secondo tempo. Bastò quel semplice e casto atto di presenza perché la squadra riesumasse d'incanto parte dell'antico splendore. Van Basten è il grande totem di una tribù assediata. L'ultimo gettone da titolare risale al 13 dicembre scorso: MilanAncona 2-0, doppietta di Papin. Dall'Ancona ad Ancona: curioso, emblematico e, probabilmente, scritto nelle stelle. Viceversa, gli ultimi gol in campionato sanno di museo, vecchi come sono: Napoli-Milan 1-5, addirittura quattro. Era l'8 novembre del 1992. «A Udine - confessa Van Basten - ho ritrovato un Milan piccolo e scialbo. E lo dissi. Io penso che queste due settimane di sosta ci abbiano fatto bene. Ho visto intorno a me gente motivata e rigenerata: nelle gambe e nello spirito. Sono al 75 per cento e sento che il gol è vicino. L'Ancona è quasi spacciato. Giocherà per l'orgoglio, cercherà di prenderci un punto. Ma noi siamo il Milan. Al diavolo i pareggi tampone, le gestioni accomodanti, il freno a mano tirato. Noi dobbiamo fare la partita, noi dobbiamo creare il gioco, noi dobbiamo vincere». Quel noi e quel dobbiamo sono pronunciati con il piglio grave del generale che, lenite le ferite e rimosse le stampelle, torna al fronte per la battaglia che risolverà la guerra. Si respira aria nuova, cioè vecchia. Van Basten insiste: «Con Massaro m'intendo a occhi chiusi, ma non aspettatevi miracoli. Se la squadra gira, gireremo anche noi. Se non gira, faticheremo. Difesa, centrocam¬ po, attacco: voglio un Milan totale, non più in balia dei singoli». Capello non ha gradito un'esternazione sibillina di Guerini, l'allenatore dell'Ancona - «La nostra partita con l'Inter, a San Siro, sembrava un'amichevole» , doppiata da un messaggio doverosamente enfatico: «Col Milan daremo l'anima». Tutto può essere, ma come non ricordare che proprio l'Ancona, all'andata, rifilò un clamoroso 3-0 all'Inter, e che anche Udinese-Milan 0-0, dal momento che siamo in tema, ha fornito materiale per la più maliziosa delle letture? Dai 33 anni di Baresi (ieri, auguri) all'epilogo del caso Gullit. Linea a Van Basten: «Sono ormai sei anni che Olanda si scrive Milan e Milan si pronuncia Olanda. Un affare per tutti». Sia Gullit sia Rijkaard dovrebbero firmare la prossima settimana, quando da Amsterdam tornerà l'avvocatessa dai lunghi cavilli. Due gli stranieri in campo: Van Basten e Rijkaard. E uno, forse, in panca: Boban. Ma non è detto: il croato ha male ai tendini. Niente Gullit. Niente Papin. Niente Savicevic. A casa anche Eranio, Simone e Tassotti. Infortunati. Torna Donadoni (numero dieci, fascia sinistra), e Nava «batte» ancora una volta Gambaro («spiacenti, ma al Torino non vado»: questione di soldi). Lentini ritrova la sua Ancona, città nella quale trascorse una stagione feconda e bizzarra. Van Basten scalpita. Gli chiedono di Roberto Baggio e del Pallone d'oro. Vero che se lo merita? Il vincitore di tre edizioni, compresa l'ultima, è un pezzo di ghiaccio: «Non capisco tutta 'sta fretta. Baggio ha colpi eccezionali e sta giocando dà dio, ma la strada è lunga, e a noi e al Marsiglia resta da calare il jolly della Coppa Campioni: un trofeo che, di solito, fa breccia nel cuore dei giurati. Aspettiamo. Aspettate». Il suo '93 comincia in riva all'Adriatico, nello stadio-cella di una squadra condannata. «L'Inter vola, nessun dorma». Canta Van Basten. Roberto Beccantinì 45 LA GRANDE RINCORSA {L'INTER E SOSA, UN 1993 DA FAVOLA] MILAN INTER 14B 15s 16= 17B 18s GENNAIO 19* 20= 2ìs 229 FEBBRAIO 23» 24° 25° 26= 27= 28= 29= MARZO APRILE