Gli eredi del Pony Express impugnano la colt di Paolo Passarini

Gli eredi del Pony Express impugnano la colf USA La polizia chiede aiuto agli psicologi: troppi impiegati impazziscono per colpa dello stress professionale Gli eredi del Pony Express impugnano la colf Risse e vendette tra postini, iti 6 mesi 177 casi di scontri a fuoco WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nel caso di Mark Hilbun, arrestato ieri in un bar della California mentre, con un bicchiere di vodka in mano, assisteva a una partita di baseball, tutto sembra piuttosto chiaro. Con una storia di disordini mentali alle spalle, era stato assunto come impiegato postale a Dana Point, si era perdutamente innamorato di una collega, Kim Springer, era stato licenziato perché le dava fastidio sul lavoro e, alla fine, ha fatto irruzione giovedì scorso nell'ufficio con una pistola nascosta sotto il portafogli che teneva in mano e ha cominciato a sparare all'impazzata, uccidendo un ex collega e ferendone un altro. Solo che, nello stesso giorno, a Dearborn, Michigan, un altro impiegato postale, la cui storia non è ancora stata messa in chiaro, ha fatto la stessa cosa: irruzio¬ ne nel garage dell'ufficio postale presso il quale era impiegato con la solita pistola in pugno, fuoco selvaggio, un collega ucciso, un altro all'ospedale. Coincidenza? Naturalmente. Solo che, grazie alla coincidenza, adesso salta fuori che, solo nei primi sei mesi di quest'anno, sono stati 177 i casi di scontro a fuoco negli uffici postali americani. Protagonisti, tutte le volte, postini e impiegati, che si sono sparati addosso in varie combinazioni. Non bastasse, l'anno scorso i casi sono stati 396, un po' meglio del '91, 403 casi, e ancora un po' meglio del '90, 422 casi. Il leggero decremento non può certo consolare e, soprattutto, non consente di schivare una domanda obbligatoria: che accidenti succede negli uffici postali degli Stati Uniti; cosa inquieta così disastrosamente la vita dei discendenti dei mitici cavalieri del Pony Express? La domanda se la sono posta anche le polizie dei vari Stati e quella federale. «L'intero sistema sembra essere impazzito», ha dichiarato Roger Wittrup, uno psicologo della polizia specializzato in ansie post-traumatiche, che venne consultato nel novembre del '91 a Royal Oak, Michigan, dopo che un postino aveva steso quattro impiegati. Ma questa di Wittrup, più che una spiegazione, appare una semplice descrizione del fenomeno. Un altro psicologo della polizia, Michael Mantell, di San Diego, sostiene che «postini e impiegati postali sono le vittime di questa situazione». Il che è letteralmente vero, poiché, in fatti, si ammazzano tra di loro. Ma Mantell si spinge oltre, sostenendo che si tratta di un mestiere tra i più pericolosi, dove le morti sul lavoro sono numerosissime. Lo stress professionale può condurre alla follia. Un bel problema, visto che gli impiegati postali americani sono 750 mila: se si mettono a sparare tutti quanti è un'ecatombe. Il soprintendente generale delle poste, Antony Frank, ha puntato su un altro aspetto della questione: chi viene assunto? Spesso veterani di guerra, come compensazione per ferite fisiche e psicologiche subite. Gli esami attitudinali, trattandosi di assunzioni caritatevoli, vengono ovviamente saltati. Stress presente e ferite passate producono un cocktail, è il caso di dirlo, esplosivo. Per tornare a Hilbun, dopo la sparatoria nell'ex ufficio, ha colpito ancora, facendo fuoco su una coppia in fila davanti a un bancomat. Jim Brown e Elizabeth Shea se la sono cavata, ma hanno scoperto a loro spese che il postino spara sempre due volte. Paolo Passarini

Persone citate: Antony Frank, Dana Point, Dearborn, Elizabeth Shea, Jim Brown, Kim Springer, Mark Hilbun, Michael Mantell, Roger Wittrup

Luoghi citati: California, Michigan, San Diego, Stati Uniti, Washington