Loschi affari di Germania

Stern e Der Spiegel hanno fatto cadere due ministri Ultima vittima il leader dell'Spd Loschi affari di Germania «Come una repubblica delle banane» LA CRISI DI FIDUCIA CAMPINO, leader dei Toten Hosen (I pantaloni morti), popolare complesso postpunk di Dusseldorf, prorompe in un gran ghigno: secondo il' sondaggio di un giornale musicale sarebbe il candidato alla Cancelleria preferito dai giovani tedeschi. «Non sono abbastanza corrotto per fare il politico», ride. Il lungo applauso che accompagna la sua battuta testimonia ben più di una mera impazienza popolare per i loschi affari della classe dirigente politica. Di fronte alla doppia crisi - leadership indebolita e recessione eco- nomica - la fiducia dei tedeschi nelle tradizionali cittadelle del potere democratico è così scossa che alle prossime elezioni potrebbero essere tentati di rendere ingovernabile il Paese. Campino ha preso parte a un dibattito televisivo proprio poche ore dopo che Gùnther Krause, il politico tedesco orientale più in vista nel governo di Helmut Kohl, è stato costretto a dimettersi, travolto dall'ultimo di una serie di scandali. Volge alla fine una settimana tumultuosa per la politica tedesca, che ha visto le dimissioni di Bjòrn Engholm, leader dell'Spd, l'opposi¬ zione socialdemocratica, e sfidante di Kohl alle elezioni generali dell'anno prossimo, perché ha mentito su ciò che sapeva di una campagna diffamatoria montata ai suoi danni dai democristiani nel 1987. Il giorno dopo le sue dimissioni la Corte costituzionale di Amburgo ha deliberato di rifare le elezioni amministrative del 1991 perché ha scoperto che i democristiani della Cdu non avevano scelto democraticamente i loro candidati. Un sondaggio dell'indomani indicava che sia l'Spd che la Cdu potrebbero subire gravi perdi¬ te al momento del voto. Preoccupati che il loro Paese sia in pericolo di diventare ciò che qualcuno tra il serio e il faceto definisce una repubblica delle banane, milioni di tedeschi schiumano di rabbia di fronte al fatto che i politici coinvolti in uno scandalo si dimettono soltanto quando costretti dai colleghi o da un inarrestabile flusso di rivelazioni. Gùnther Krause ha finito per dimettersi perché Kohl, che l'aveva protetto con decisione, si è reso conto che il suo coinvolgimento in una lunga serie di scandali e di affari dubbi avreb¬ bero minacciato i democristiani non soltanto alle elezioni amburghesi, ma anche alle 19 tornate elettorali in programma per l'anno prossimo. Pare che la sua rabbia sia esplosa contro Krause con la violenza di un vulcano. Alla fin fine, Krause ha dovuto andarsene per una bazzecola: ha addebitato ai contribuenti 6 mila e 400 marchi, il costo per trasferire la famiglia da Berlino alla sua seconda casa a Rostock, quando era stato convocato a Bonn per prendere parte al Consiglio dei ministri. Ma anche la sua dichiarazione di dimissioni è impenitente: dà la colpa ai suoi funzionari. Non dà segni di pentimento neppure a proposito di accuse molti più gravi, risalenti all'epoca in cui entrò a far parte del breve governo democratico. E' accusato di avere spianato la strada a una ditta olandese, assicurandole l'appalto di un servizio di autogrill autostradali dal valore di alcuni milioni di marchi. Quand'era ministro della Germania unita il suo nome divenne sinonimo di interesse privato in atti di ufficio. Si dice che sua moglie Heidrun abbia guadagnato più di un milione di mar- chi vendendo una tenuta di proprietà della sua famiglia a una dubbia agenzia immobiliare. Poco dopo, l'amministrazione locale convertì la terra ad uso industriale e commerciale. L'ultima goccia: Krause è stato costretto ad ammettere di essersi fatto rimborsare il 70 per cento di contributi statali per aver assunto una donna delle pulizie. Non pare proprio che la passione per il denaro abbia minimamente influito sulla caduta di Bjòrn Engholm da leader socialdemocratico dopo meno di due anni in carica. E' questo piuttosto il caso di un politico rinomato per la sua onestà costretto ad ammettere di aver mentito per oltre cinque anni sulla sua conoscenza della precisa data dell'inizio della campagna elettorale montata contro di lui dai democristiani nelle elezioni dell'87 nel suo natio Schleswig-Holstein. Tutto si è compiuto in soli sei giorni. Fino allo scorso fine settimana Engholm sosteneva di avere appreso delle scorrettezze elettorali impiegate dal suo rivale Uwe Barschel, premier della Cdu nello Schleswig-Holstein, soltanto la notte del voto, il 13 settembre 1987. Queste comprendevano denunce anonime al fisco secondo cui Engholm evadeva le tasse, insinuazioni che aveva contratto l'Aids perché promiscuo e false accuse di aver fatto intercettare il telefono di Barschel dagli stessi consiglieri di questi. Engholm oggi ha ammesso di aver saputo tutto questo il 7 settembre, dopo una riunione tra il portavoce di Barschel, Reiner Pfeiffer, e alcuni dei propri fedelissimi. Ci sono le prove che i consiglieri di Engholm sapevano molto prima, con l'insinuazione che costoro, a conoscenza o all'oscuro di Engholm, avevano complottato con Pfeiffer, deluso, per ricavare il massimo vantaggio politico dalla rivelazione delle manovre alla vigilia del voto. David Gow Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa» Stern e Der Spiegel hanno fatto cadere due ministri Ultima vittima il leader dell'Spd

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