ASHBERY, LA POESIA SULLE NOTE DI CAGE

ASHBERY, LA POE SIA SULLE NOTE DI CAGE ASHBERY, LA POE SIA SULLE NOTE DI CAGE SROMA GUARDO luminoso, penetrante ma freddo e con un fondo di pungente tristezza nonostante il sorriso gioviale, il John Ashbery che è arrivato in Italia per una serie di incontri nell'ambito della manifestazione American Writers, organizzata dall'Usis e dall'Enciclopedia Treccani, è un discreto e anonimo signore di sessantacinque anni molto diverso dal dandy sbarcato quarant'anni fa a Parigi con una borsa Fullbright. Allora, s'appassionò così tanto a Raymond Roussel da ricalcarne, oltre al metodo di composizione poetica, la foggia dei baffi e la pettinatura fino a somigliargli davvero. Intanto, lanciatosi sulle sue tracce al recupero di lettere, inediti, reliquie varie, fondava la rivista Locus Solus in cui apparivano le primp traduzioni in inglese dello scrittore che diceva di «preferire il mondo del concepibile a quello della realtà». Alle spalle, il giovane americano uscito dalla Columbia University, aveva un'infanzia infelice trascorsa in una fattoria a Rochester dove l'unica memorabile novità fu, a nove anni, la scoperta del surrealismo attraverso le riproduzioni fotografiche su un numero di Life Magazine. La fantasia: «Voglio diventare surrealista» si concretizzò nella pittura prima che nella poesia. L'Ashbery che prolungò di parecchi anni il suo soggiorno parigino, insieme a Carlo Ripa di Meana curò nel 1964 per Rizzoli Dedicato a Roussel, un elegante libretto che accompagnava la prima traduzione italiana di Impressions d'Afrique. Allora, solo pochi happy few conoscevano la sua opera poetica e, nonostante l'infittirsi di volumi di versi, saggi critici, qualche pièce e un romanzo, seguiti da incarichi universitari, onorificenze e premi quali il Pulitzer nel 1976, sono passati vent'anni prima che Garzanti proponesse una raccolta che prende il titolo da Autoritratto in uno specchio convesso, poema di cinquecento versi ispirato dal noto ritratto del Parmigianino. Era il 1983. Qualche tempo dopo, Mondadori metteva in cantiere la traduzione di un'altra raccolta, ma neppure Ashbery è riuscito a sapere che fine abbia fatto. Contro il silenzio degli editori, lo scorso anno l'Accademia dei Lincei gli Dopo il «pirla», il «pentito»: la Baldini & Castoldi ha il suo da fare, in questi giorni. Alla vigilia della pubblicazione, ha cancellato il libro Io, Rosario Spatola, ovvero «come si diventa un mafioso di successo»: racconto di vita quotidiana d'un «uomo d'onore», raccolto e scritto da Gianpaolo Rossetti. Bello, ben fatto, secondo chi lo ha letto. Da hit parade. Che cosa è accaduto? Le ritrattazioni di Spatola degli ultimi giorni hanno trasformato, agli occhi dell'editore, un pentito «attendibile» (tale lo riteneva anche Borsellino) in un personaggio soltanto squallido. Dalai non è persona da sporcarsi le mani. Inoltre un gesto di civiltà è sempre un ottimo investimento. [m. app.] ha conferito il Premio Feltrinelli per la poesia. «I know that I braid too much my own/ Snapped-off perceptions of things as they come to me...». «Lo so che intreccio troppo le mie/ percezioni stroncate delle cose nell'istante in cui mi arrivano...» suonano, nella traduzione di Aldo Busi, i suoi versi. Si tratta di un'ammissione di «oscurità» come, a proposito della sua poesia, sostengono alcuni critici? «Non penso che la mia poesia sia oscura. Scrivo i miei versi con spontaneità e vorrei che fossero letti con lo stesso spirito. Non credo ai significati, ai messaggi e alle interpretazioni della poesia. Io ho cominciato a scrivere per emulare i poeti e ho seguitato perché ne ricavo un piacere che non trovo in niente altro... Mi rivolgo al lettore non per trasmettergli le mie emozioni di singolo individuo o per intavolare una discussione con lui ma per offrirgli qualcosa che può prolungare e costruire a sua volta in libertà. Sono come un dattilografo delle numerose percezioni che mi attraversano e si accumulano. Ma non c'è nulla di mistico in questo». Si tratta di un procedimeli- Wryting and Poetry cosa insegna? «Leggo i grandi poeti insieme agli studenti, discuto con loro i lavori che mi presentano, propongo degli esercizi per uscire dagli schemi. E' un metodo simile ai giochi della vostra "Settimana enigmistica": si tratta di rispondere in versi alla sollecitazione di un'immagine o trovare delle soluzioni linguistiche a delle domande». Di immagini ricorrenti come i paesaggi urbani, di sentimenti come la nostalgia, Ashbery non ha voglia di parlare. E quando qualche giorno fa ha letto in pubblico alcune sue poesie, si è limitato a indicarne gli spunti: una fotografia sul cruscotto di un taxi, una fontana in Persia, un interno ricostruito su un set. Più di qualsiasi spiegazione, la voce di Ashbery, se non ha giovato alla versione del «più grande scrittore italiano» - dagli addetti ai lavori giudicata corretta ma un po' prosastica è servita a comunicare il ritmo, fluente o per scarti, della sua poesia il cui spontaneismo è molto vicino all'action painting e alle sperimentazioni musicali di Cage e dei nostri Maderna e Busoni. // poeta americano Ashbeiy risto da Levine Copyright «N. V. lievicw of liooks» llpa e per L Italia La Stampa guaggio che fluisce in modo irrazionale. Quanto a Roussel, mi ha sempre affascinato la sua tensione per afferrare il mistero della creazione, il suo procedere verso una illuminazione che pare lontanissima ma che finisce per rivelarsi. Poi, sì, certi suoi procedimenti volti a costruire il testo partendo dal linguaggio e non dalle idee mi hanno influenzato... In effetti non ho idee preconcette o metodi prestabiliti se non la simultaneità della trascrizione». Come Professor of Creative to automatico o del metodo rousselliano costruito su associazioni e calembours? «Ho sempre provato un grande interesse per i poèmes trouvés dei surrealisti che dai loro sogni traevano materiale poetico, per i ready made di Duchamp e per tutti quei fenomeni creativi ad opera di naifs e malati di mente. Ma non direi che nel mio caso si tratta di poesia automatica tout court. Io dò ordine alle figure che sorgono dal mio inconscio, le dirigo come un sorvegliante manipolando il lin¬

Luoghi citati: Italia, Meana, Parigi, Persia, Rochester