STARNONE : TROPPO ZELO FA MALE AL CUORE

STARNONE : TROPPO ZELO FA MALE AL CUORE STARNONE : TROPPO ZELO FA MALE AL CUORE Con mente confusa continua a costruire scenari mentali senza mai veramente capire se le persone siano nomi o i nomi persone, tanto riescono ^afferrabili e misteriosamente incombenti certe figure che fanno capolino tra le righe. A tratti il finto lettore s'imbatte nell'umore paradossale di sempre, quel voltare il gioco in parodia o almeno in ironia, ma resta dentro la storia con un bel po' di disagio e comincia a sospettare di essere stato tradito. Bisognoso, povero lui, d'ordine e di rassicurazione come il nostro eroe, si trova invece nel caos di qualche gag più demenziale che chaplùrma. E al jra comincia a domandarsi sconcertato se Starnone non sia per caso venuto meno anche lui alla massima di Talleyrand e non abbia a sua volta peccato un po' troppo di zelo nelì'inventare le sue nuove creature. E invece no. Che cos'è accaduto? Improvvisamente Starnone ha spiazzato le attese del finto lettore e con l'ultimo racconto ha preso un'altra strada. Il titolo del libro appena pubblicato da Feltrinelli promette: Eccesso di zelo. E sembra preso pari pari dall'invito famoso di Talleyrand: Surtout pas de zèle. «Ci siamo», si dice il fìnto lettore: sarà la storia scoppiettante del noto allievo "Timballo Daniele e della nota allieva Martinelli Stefy o dei noti colleghi Sparanise e Pettazzoni. E invece scopre che Timballo Daniele e Martinelli Stefy sono entrati nella vita, hanno altri nomi e s'incontrano in una storia nuovissima dagli incerti confini. Lei ora si chiama Silvana e fa la dattilografa di computer in un'azienda editoriale; lui fa l'io narrante ed è aggiogato alla stessa carretta. Lui sta di fronte a lei fin dal primo rigo e guardandola s'inventa un suo gioco di specchi. Lei sta cercando di liberarsi dall'ossessione di un ex-fidanzato, lui dai fantasmi ancora dolorosi di un rapporto andato a male. Lei conduce la sua battaglia soda con procedimenti sornioni e ruffiani, lui finisce per restare invischiato in una ragnatela ben tesa. Ma si tratta proprio di zelo? O non piuttosto di balordaggine, disorientamento, sfiducia? Lei una donzella maldestramente insidiata, lui un paladino alquanto improbabile che di colpi non ne ha mai dati ma solo ricevuti e che è costretto ad ammettere: «Ma ognuno fa quello che può». La vicenda si aggira sul fondale di una Roma ridotta a qualche nome di quartiere periferico e a qualche via monumentale ma collosa di caldo e di sporcizia. Il nostro eroe (si fa per dire) si deprime e gira a vuoto, tra veridico e grottesco, tra veglia e sonno, ma resta lì, come suonato e assonnato.

Persone citate: Martinelli Stefy, Pettazzoni, Starnone, Timballo Daniele

Luoghi citati: Sparanise