DONNE E DRAGHI DALL'INDONESIA di Stanislao NievoStanislao Nievo

DONNE E DRAGHI DALL'INDONESIA DONNE E DRAGHI DALL'INDONESIA I racconti fantastici di Nievo o na dove sono ancora le tracce della presenza del funzionario scomparso. Anche Matilde è ormai conquistata al mondo dei draghi e alle età ancestrali che ancora incarnano. Il rapporto fra Matilde e il drago (non senza l'allusione demoniaca dell'animale) è raccontato con un sorriso di lieve ironia, che dà il ritmo e il senso di una straordinaria avventura dei sensi e dell'anima, fra sogno e realtà. Anche L'uovo ha per molta parte la stessa intensità e grazia, fondato com'è su un'altra ricerca, quella di un uovo intatto di vorompatra, un grande uccello estinto, sulle coste del Madagascar. Tutta la parte della ricerca è condotta con abilità fra bellissime descrizioni di paesaggi e tentativi falliti, finché l'uovo è raggiunto. I «miracoli» dell'uovo, dopo, nel trasporto in un laboratorio e poi sull'aereo verso l'Europa, costituiscono, invece, la dimostrazione dell'eccesso di entusiasmo nella lode del primitivo e del naturale da cui Nievo è tentato. E', allora, l'abbandono a un lirismo visionario, fantastico, pieno di esasperate invenzioni di colori, suoni, movimenti, con un fondo di ermeticità che finisce per appesantire la narrazione. E' lo stesso limite del meno riuscito fra i quattro racconti, L'antenato, complicato e troppo liricamente effuso nell'evocare i viaggi verso le proprie origini di una specie di idolo di legno della Nuova Guinea, che è finito a Roma. Tutto vi è arbitrario e straordinario come in una favola: ma il limite è costituito dall'uso spesso incontinente di immagini oscure, e, accanto, dall'inserzione di momenti e indugi ammonitori per noi occidentali che abbiamo perduto il contatto con la natura, e celebratoli di una possibile speranza di riscoperta di essa. L'ultimo racconto, Il Tempo del Sogno, è il più garbato, piacevole, quasi aneddotico nel descrivere l'ascensione di un vecchio professore e di un gruppo di allievi sull'Etna in eruzione, e delle straordinarie apparizioni che il professore ha, quando resta separato dai giovani, circondato dalla lava: Euridice e Proserpina, ancora aborigeni (australiani, questa volta), un siciliano, un bambino bizzarro. La levità dell'aneddoto qui vale a rendere il racconto limpido e suggestivo, anche per la piega d'ironia che lo percorre. Giorgio Bàrberi Squarotti TANTO quanto credo necessario l'impegno ecologico e molto seri i discorsi che lo riguardano, così mi danno fastidio gli usi per lo più moralistici e predicatori che ne fa, da qualche tempo, la letteratura. Allo stesso modo non riesco a interessarmi alla rappresentazione nostalgica della bellezza e dell'esemplarità del primitivo, soprattutto di quello esotico. Questa premessa credo opportuna prima di parlare de II Tempo del Sogno di Stanislao Nievo, che proprio tali temi svolge con molta sapienza di stile ed eleganza di invenzioni, ma anche con qualche eccesso di fervore nel voler presentare al lettore la mirabile esemplarità dei tempi delle origini, evocati, a confronto o disdoro della nostra civiltà, con i colori della visione e del sogno, anzi attraverso il sogno riattinti quasi misticamente per poterli celebrare in modo adeguato. I quattro lunghi racconti del libro, tuttavia, non si attengono interamente all'intento dell'esaltazione del primitivo; o, meglio, svolgono il programma con qualche variazione e con risultati, di conseguenza, diversamente positivi. Direi che il più originale, vivo, imprevedibile, fantastico e, al tempo stesso, quello che accoglie efficacemente in sé anche la nota dell'ironia e la consapevolezza del paradosso, è Komodo. Il racconto muove da uno spunto quanto mai comune: la ricerca di un funzionario della Fao, scomparso durante una missione in un'isola della Sonda dove si era recato a censire le piante di tamarindo. C'è di mezzo l'enorme cifra dell'assicurazione sulla vita dell'uomo, e allora ecco un assicuratore che cerca di sapere di più sullo scomparso. Ma ben presto lo scenario cambia; ed ecco l'isola di Komodo, a cui stanno per approdare in mezzo a una pittoresca tempesta un altro naturalista e una fotografa sempre alla ricerca dei tamarindi. L'isola è abitata da enormi varani, draghi che conservano l'aspetto, i costumi, la suggestione dei tempi ancestrali del mondo. Probabilmente il funzionario scomparso è stato divorato dai draghi allo stesso modo con cui i due visitatori europei vedono divorare un babirussa. Ma la donna, Matilde, è attratta, malgrado il pericolo, dai draghi, ed ecco che quando ne incontra uno non fugge. Il drago si comporta con lei con vigorosa quanto sbrigativa tenerezza, la accarezza, la lecca, la spoglia, la possiede, e infine l'aiuta a raggiungere un pianoro e la lascia in una capan¬ oli! Stanislao Nie oli! Stanislao Nievo Stanislao Nievo Il Tempo del Sogno Mondadori pp. 177. L 28.000

Persone citate: Giorgio Bàrberi, Nievo, Squarotti, Stanislao Nie, Stanislao Nievo

Luoghi citati: Europa, Madagascar, Nuova Guinea, Roma