LE VOCI DELL'ALDILÀ PER L'EROINA DI DONI di Giorgio Calcagno

LE VOCI DELL'ALDILÀ' PER L'EROINA DI DONI LE VOCI DELL'ALDILÀ' PER L'EROINA DI DONI Tolmino Baldassari Ombra d'Iuna Campanotto Editore pp. 102. L 16.000 Le liriche di Tolmino Baldassari, già meccanico, bracciante, sindacalista, originario di Castiglione di Cervia (Ravenna), inaugurano la collezione «poeti dialettali», diretta da Amedeo Giacomini, Franco Loi e Giovanni Tesio. Secondo titolo: Contro: core (pp. 76, L. 16.000) di Mauro Mare, notaio romano. Le prefazioni di entrambi i libri sono di Giovanni Tesio. Autori Vari Verso un'educazione interculturale Bollati Boringhieri. pp.172. L24.000 Al di là delle buone dichiarazioni di principio, come «conoscere e rispettare» le culture degli stranieri immigrati? Cosa può fare la scuola e quali competenze pedagogiche si richiedono agli insegnanti? Analisi, esperienze e proposte in questo volume, a cura di Laura Operti e Laura Cornetti, nell'ambito di un progetto dell' Irrsac piemontese. l'altro, sono orientati al no. Vanno tutti a Messa - e lo si capisce, in quegli anni, da parte di gente in divisa - ma la metà di loro sono atei e l'altra metà diffidenti. Lo scoppio della guerra, la presenza incombente della morte costringono a una imprevista resa di conti, che cambia le regole del gioco. Le voci raccolte da Anna trovano un doloroso riscontro nella tragedia che irrompe, sfiora anche le mura di casa, colpendo alcune delle persone a lei vicine. Dove il male vince, questa ragazza scopre il suo ruolo, di creatura nata per espiare, a nome di tutti. E sceglie, consapevolmente, la rinuncia a se stessa, ai propri affetti; arrivando a congedare, senza dargli speranza, il giovane innamorato di lei. Il suo itinerario segue, in parallelo, quello della guerra, scende inesorabile verso la fine. Sotto un segno opposto: Anna ha uno scopo che la salva, nel momento stesso in cui la sua vita si perde. C'è un mistero del male, avverte il prete che l'ha seguita fino PROTAGONISTA di Un filo di voce, il nuovo romanzo di Rodolfo Doni, è una giovane semiparalizzata, ultrasensibile, votata alla negazione di sé per la salvezza degli altri, eroina sacrificale di un mondo che sta per sbriciolarsi. Vive in una famiglia piccolo-borghese, prigioniera in un reticolato di poveri rapporti umani, soffocata da personaggi a due dimensioni. Sembra perfino incredibile che in quell'ambiente dove non circola l'aria - si respira la muffa, a ogni passo - sia nato un personaggio come questa ragazza, capace del salto verso il mistero. E infatti qualche cosa di poco credibile, nella situazione, c'è. Lo si intuisce fin dall'inizio, mentre questa gente celebra i suoi tristi riti sociali in contrasto con la tensione verso l'assoluto della protagonista. Ma lo scopriremo solo nelle ultime pagine, dove l'autore gioca il suo coup de théàtre. Siamo a Firenze, alla vigilia dell'ultima guerra mondiale. La giovane Anna, figlia di un militare e di una maestra, costretta a frequentare personaggi negati alla fantasia e al sorriso come i colleghi del padre e i loro familiari, vive in una sfera a loro estranea, dove dialoga direttamente con l'oltreterra. Capta, con chiarezza, le voci che le vengono di là e che deve difendere gelosamente, per non essere derisa e considerata psicopatica, da quanti la circondano. Non è circondata bene, povera Anna. E vive in un brutto periodo. Ha una madre dura, un padre scoraggiante (quando le cerca compagnia, le porta in casa il proprio colonnello), un medico incredulo, un prete sospettoso dei suoi rapporti privilegiati con Dio. Sono veri, questi rapporti? L'autore sembra credere di sì; i suoi personaggi, che spiano la vita della protagonista, raccontandosela con qualche abuso di segreto professionale uno con all'ultimo giorno. «Ma al di fuori di questo mistero c'è l'assurdo». Si sente nel libro, fortissima, l'impronta di Bernanos, addirittura sottolineata con la citazione di un episodio chiave (la contessa che porta al collo il medaglione del figlio morto, nel colloquio con il curato). E Anna discende direttamente da Chantal de la Clergerie, la protagonista della «Gioia», che muore sorridendo per dare la fede agli altri. Ma è un Bernanos più esplicito, dove i sentimenti sono messi a nudo, senza mediazione letteraria. Il vero protagonista è il dolore, che corre nel mondo, e cerca la propria giustificazione, in una luce dove «tutto è grazia»: nella letteratura e, soprattutto, oltre. Giorgio Calcagno Rodolfo Doni Un filo di voce Mondadori pp. 172. L. 28.000

Luoghi citati: Firenze, Ravenna