Carni pulite? Una minoranza

Carni pulite? Una minoranza Il rischio dei bovini gonfiati Carni pulite? Una minoranza Consumatori, attenzione: la carne magra non è sempre sinonimo di qualità. Anche la fettina senza un filo di grasso può essere pericolosa per la salute. Possibile? Possibile, sì. L'allarme arriva dalla Regione, che ieri ha presentato il bilancio di un anno di attività dei suoi servizi veterinari. Risultato: nonostante le pesanti sanzioni penali e amministrative, in alcuni allevamenti-pirata del Piemonte le carni continuano ad essere gonfiate con pericolosi ormoni e anabolizzanti. Sotto accusa, in particolare, i cosiddetti «beta agonisti», gli stessi che furono trovati nell'organismo della velocista tedesca Katerin Krabbe durante i controlli antidoping in Sud Africa. Il loro uso e abuso in campo zootecnico stimola la crescita degli animali di qualsiasi specie. Secondo gli esperti, possono far aumentare del 15-20 per cento la produzione di carne. L'aspetto più inquietante è che, sui banchi di macelleria, i prodotti che hanno subito questo trattamento appaiono sanissimi. Ma non lo sono affatto. Sono stati registrati casi di intossicazione acuta in soggetti che avevano mangiato fegato di vitello cresciuto con i «beta agonisti». Qual è la dimensione del fenomeno? L'assessore regionale alla Sanità, Bianca Vetrino, sostiene che gli allevamenti che utilizzano sostanze illegali sono una minoranza: «Su un totale di 15 mila aziende, sono ben 7 mila quelle che rientrano nel circuito delle "carni pulite", una garanzia di qualità». Eppure, osserva il capo dei servizi veterinari del Piemonte, Mario Valprenda, è necessario potenziare i servizi di prevenzione: «Nei primi quattro mesi di quest'anno sono state denunciati 25 titolari di allevamenti sorpresi a usare questi prodotti. Per il 1993 è in programma una collaborazione con l'istituto Mario Negri di Milano che dovrebbe consentire, con l'affinamento delle teniche diagnostiche, una maggiore incisività operativa». Al di là del lavoro degli uffici regionali, come possono difendersi i consumatori che quotidianamente consumano carne? La soluzione è rivolgersi alle macellerie che rientrano nel circuito «carni pulite». Semplice? Affatto. In tutta la Regione i negozi affiliati sono appena 316, una ventina dei quali a Torino (su un totale di più di cinquecento), [g. a. p.] CITTADINO AVVISATO MEZZO SALVATO A Torino soltanto una ventina di macellerie su cinquecento circa vendono carni con la garanzia che sono pulite. Nel gioco della concorrenza le altre macellerie evidentemente si preoccupano di tenere i prezzi più bassi. Ma se è vero che le carni, in particolare il fegato, dei bovini allevati con sostanze tossiche sono dannose alla salute, la Regione ha il dovere di intensificare i controlli. E se non lo può fare, perché il personale è insufficiente, promuova almeno una campagna di educazione alimentare avvertendo i cittadini dei rischi che possono correre. Non basta segnalare il pericolo una volta l'anno.

Persone citate: Bianca Vetrino, Krabbe, Mario Valprenda

Luoghi citati: Milano, Piemonte, Sud Africa, Torino