Dalla campagna contro l'ex sindaco di Luciano Borghesan

Candidati alla Sala Rossa: Cornino e Novelli, avversari anche in Parlamento Candidati alla Sala Rossa: Cornino e Novelli, avversari anche in Parlamento Dalla campagna contro Pex sindaco «Subito ilprg», «Sì, ma non è il solo problema» Ieri abbiamo pubblicato un confronto tra i due candidati a sindaco professori, Castellani e Zanetti. Oggi il faccia a faccia è tra due candidati a sindaco «politici», Domenico Cornino della Lega Nord e Diego Novelli della Rete. Abbiamo posto loro le stesse domande, in questo modo il confronto diventa a quattro. Facciamo un gioco. Oggi è il 7 giugno, e lei è stato eletto sindaco. Qual è il primo problema del quale intende occuparsi? COMINO. Il piano regolatore. Mi darò da fare affinché arrivi in porto il più presto possibile. Questa città lo attende da troppo tempo. Artigianato, terziario, non solo l'industria, hanno bisogno di sapere come possono muoversi per salvare e rilanciare le loro attività, che vorranno dire sviluppo e occupazione. NOVELLI. Non esiste un problema solo. Nel momento in cui uno varca la soglia di quell'ufficio, i problemi piovono come nel film «La grande pioggia» con Gary Cooper. Non si può rispondere «aspettate che risolvo il primo problema». La questione che assilla di più è l'occupazione. Quindi si tratta di manovrare tutte le leve di cui il Comune dispone per promuovere occasioni di lavoro. Anche quelle offerte da un piano regolatore che potrà essere approvato entro "6 mesi. Così com'è? COMINO. Quel progetto non ci soddisfa. Ma le modifiche dipenderanno dalla maggioranza che si creerà. Dipendesse da me lo migliorerei in modo da favorire i piccoli interventi piuttosto che quelli mastodontici. L'effettocittà dev'essere diffuso su tutto il territorio. NOVELLI. No, non così. Ma modificandolo durante l'espletamento delle osservazioni e delle controdeduzioni. Torino non può avere lavoro unicamente nel campo edilizio. Ha un patrimonio scientifico, tecnologico, di managerialità che può offrire alla sua area un grande rilancio non solo nazionale. Non è retorica ricordare che l'area torinese è stata definita la Silicon Valley d'Europa. Sulla sua scrivania c'è la pratica metrò. Rivede il progetto o lo manda avanti? COMINO. Il metrò è necessario. Servirà a collegare meglio il centro con la periferia, con la cintura. Ma per rendere operativa l'operazione sarà indispensabile integrare il sistema dei trasporti con parcheggi, incentivando i privati a investire. NOVELLI. Il nostro programma, nel capitolo Trasporti, prevede la realizzazione del metrò. Lo faremo, non c'è urfminuto da perdere. Si tratta di verificare le procedure per gli appalti, i corrispondenti progetti e se esistono realmente i fianziamenti. Altro problema: la macchina comunale. Intende privatizzare qualche servizio? COMINO. Innanzi tutto bisogna rendere efficiente la macchina. Perché non pensare a una deregulation degli esercizi commerciali? T flussi della popolazione sono concentrati in determinate fasce, se si riuscisse a rendere più elastici gli orari di certi servizi si risolverebbero i problemi delle ore di punta. Privatizzare? Sì, le aziende municipalizzate. NOVELLI. Credo si debba prestare la massima attenzione alla macchina municipale. Non dimentichiamo che il Comune è un'azienda nella quale, anziché fabbricare auto o cioccolatini, si producono servizi. Alcuni in settori delicatissimi come l'infanzia, gli anziani, gli handicappati, le persone in particolari condizioni di disagio. Tornare al privato? Non ho il mito dell'azienda pubblica, ma sono decisamente contrario a privatizzare gli utili e a socializzare le perdite delle municipalizzate. Ha una squadra di 8 assessori, in precedenza erano 16. Chi sono gli otto? Come divide gli incarichi? COMINO. Aspettiamo il 7 giugno, quello vero. Saranno persone capaci e indipendenti, non solo della Lega. NOVELLI. Sulla base delle esperienze vissute, ho in mente uno schema di giunta diverso dal passato. Se supererò il primo turno renderò noti i nomi di chi dovrebbe collaborare con me. Quale rapporto avrà con i partiti? COMINO. Devono rappresentare la volontà popolare, non occupare le istituzioni. Da società per azioni (tessere) devono diventare fondazioni, movimenti di opinione. A quel punto si potrà avere un buon dialogo. NOVELLI. I partiti sono uno strumento per l'esercizio della democrazia. Anche se cambiano nome, anche se si autodefiniscono movimenti, leghe, alleanze, club, congregazioni. Ma la nuova legge attribuisce precise responsabilità al sindaco. Non intendo violare la legge. Chi teme tra i suoi avversari? Cosa pensa di loro? COMINO. Nessuno. Loro sono il vecchio. Oggi sono tutti favoriti, si sentono forti. Ma, dia retta a me, a metà percorso non avranno più fiato. NOVELLI. Credo di non avere nemici e non intendo lanciare sfide. Sarò portatore di un'idea di città che intendo confrontare Con quella degli altri. Agli elettori la scelta. Conosco Castellani da lunga data, conosco Zanetti, li considero entrambi persone degnissime. Di Cornino so solo che è di Morozzo, il paese che ha dato i natali a Livia Turco e Aldo Viglione. So che legge gialli e che suona la tromba. Cornino è stato definito l'uomo che arriva dalla campagna. Novelli il personaggio del passato. COMINO. Sono stupidaggini. Ho vissuto per anni a Torino, conosco la città, come presidente della Lega Nord-Piemonte già prima della candidatura abitavo tre giorni la settimana sotto la Mole. Ma non credo proprio di dovermi giustificare, in casa ho respirato fin da bambino aria di amministrazione. Avrò una squadra armonizzata da un ideale: l'indipendenza del Carroccio. NOVELLI. Non ho motivo di truccarmi o di fare operazioni di maquillage. Senza presunzione penso di potermi presentare in tutti i quartieri di Torino. Credo di aver dimostrato di avere un ancoraggio forte a principi e valori per i quali mi sono battuto a fondo. Anche le forze che mi sostengono sono sintonizzate con gli stessi valori e principi. Non ci sono persone che sino a ieri spingevano affinché il Commissario Malpica approvasse a scatola chiusa il piano regolatore. Siete stati incoraggiati a scendere in campo dai famigliari? COMINO. La famiglia ha insieme subito e condiviso questa scelta. D'altronde, lo ripeto, mio padre è stato per 25 anni sindaco di Morozzo. Mi ha avvisato "Saranno rogne", ma ha rispettato la decisione. NOVELLI. Non ho mai mischiato vita privata con attività pubblica. Detesto la politica spettacolo, all'americana. Luciano Borghesan Giuseppe Sangiorgio Il condottiero del Carroccio: I partiti? Società per azioni che occupano le istituzioni Le municipalizzate ai privati Il leader della Rete a Torino: Prima di tutto l'occupazione Dal Comune più occasioni per il lavoro e lo sviluppo

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