Acqua Marcia arriva un amico misterioso

In Tribunale c'è già un'altra offerta In Tribunale c'è già un'altra offerta Acqua Marcia, arriva un amico misterioso Morgan Stanley propone per conto terzi un concordato garantito sulla holding MILANO. Sarebbe inglese la mano che sta arrivando in aiuto di Vincenzo Romagnoli, con una proposta per far uscire Acqua Marcia dal concordato preventivo. E in testa ha il cappello della banca d'affari Morgan Stanley. Se tutto andrà come deve, gli uomini della Morgan proporranno stamane al tribunale di Roma un concordato garantito, che prevede il rimborso del 50% ai creditori chirografari, ossia le banche, San Paolo di Torino in testa, che di questi debiti ha una fetta del 60%. E il 100% ai privilegiati. Dietro la Morgan ci sarebbe qualcuno interessato ad acquistare la holding immobiliare, di cui tuttavia è per ora sconosciuta l'identità. Né si sa il nome dell'istituto di credito internazionale che dovrebbe apporre la sua firma sotto la fidejussione che garantisce il passaggio dall'attuale situazione di «concordato preventivo con cessione di beni» al «concordato garantito». Morgan Stanley, infatti, ha fatto sapere di aver svolto la semplice azione di banca d'affari. Ecco perché l'onere della firma di garanzia toccherà ad un altro. «Nel caso specifico - recitano fonti della merchant bank - Morgan Stanley ha fornito consulenza finanziaria a clienti internazionali». Sono in molti a sospettare che, dietro questa sigla internazionale, si celi in realtà la Fenera Holding che fa capo alla famiglia Zanon di Valgiurata. E questo nonostante le ripetute smentite da parte degli Zanon. La pista torinese resta favorita per via della posizione del San Paolo di Torino che, essendo la banca maggiormente esposta nei confronti di Acqua Marcia per oltre 200 miliardi, è quella che ha più voce in Vincenzo Roma oli capitolo. A fronte di attività per 514 miliardi, i debiti della holding ammontavano al 30 dicembre 1992, data di ammissione al concordato preventivo con cessione di beni, a 458 miliardi, di cui 422 chirografari. Tra questi ultimi, il 60% in carico al San Paolo. Logico, quindi, che la parola ultima su qualsiasi concordato spetti alla banca presieduta da Gianni Zandano. E logico che essa cerchi di favorire la soluzione che, a suo giudizio, offre maggiori garanzie. Se la via d'uscita passerà per i clienti rappresentati da Morgan Stanley, quasi certamente tenteranno di sollevare obiezioni i concorrenti riuniti intorno all'Europa partecipazioni. I quali si erano detti disposti a offrire ai creditori chirografari il 70% e il 100% ai privilegiati. Il piano di Europa partecipazioni, che fa capo a Carlo Cilia, prevederebbe una ricapitalizzazione di Acqua Marcia per 110 miliardi, l'accensione di un finanziamento per 100 miliardi sullo stadio di Torino (sul cui appalto sono in corso accertamenti da parte della procura torinese), e la costituzione di una società paritetica con il San Paolo, alla quale conferire immobili per 250 miliardi. Infine, la vendita di pacchetti di titoli Bastogi e Cogefar per altri 50 miliardi. Come si ricorderà Cilia nel passato ha già lavorato per Romagnoli, occupandosi della vendita della Galleria Colonna e della Bastogi. Entrambe le proposte sono sul tavolo del commissario giudiziale Pietro Guerra. Al quale si è rivolto anche un gruppo di azionisti di Acqua Marcia, desiderosi di vedere più chiaro nei possibili sbocchi della questione, e chiaramente preoccupati della piega degli eventi. [v. s.J Vincenzo Romagnoli