Un cane senza storia e una luna affollata di Tonino Guerra

La Zingales: «Rilanciamo la tv di Ferruzzi» Conclusa la stagione teatrale al Fregoli Un cane senza storia e una luna affollata Non convince la commedia di Finn Buono «I refrattari» allo Juvarra TORINO. Il teatro Fregoli chiude la propria stagione di prosa con l'ultima delle sue tre produzioni, la commedia di Guido Finn «Se c'è un cane nella vita», che si replica fino a domenica. Vorremmo dire tutto il bene possibile di questa operazione, ma ci manca il cuore. La favola raccontata e diretta da Finn sta in piedi per miracolo, è di una inconsistenza disarmante e per di più non è sorretta da uno stile riconoscibile. Che cos'è? Una favola? Uno scherzo metafisico? Un vaudeville? Un burlesque? . Purtroppo è tutto questo messo insieme. Una signora entra in sala tenendo al guinzaglio un cagnolino invisibile. Dopo avere parlato di problemi igienici, la signora sale in proscenio. Scopriamo che gestisce un negozio di animali e che deve avere chissà quali conflitti con i vivisezionisti. Dopo avere illustrato didatticamente usi e costumi dei cani (che non sono i migliori amici dell'uomo: è l'uomo il miglior amico del cane), la signora riceve la visita di una donna che vorrebbe acquistare una bestiola per lenire la solitudine della propria vedovanza. Acquisto negato. Sarà lei a pagare l'acquirente, a condizione che produca documenti di buona condotta, certificati antimafia e via così. Tralasciando .altri minuscoli e ininfluenti passaggi narrativi, osserviamo che gli attori del Fregoli appaiono all'improvviso con maschere di ani- Tonino Gue a mali in capo: danzano (ahi) si mettono a recitare Fedro, Esopo, Trilussa, come se cercassero di riempire i vuoti lasciati dalla fantasia di Finn. Ben altro spessore hanno «I refrattari» di Marco Martinelli, presentato per due sere soltanto allo Juvarra dal teatro delle Albe. Questa compagnia interrazziale ha messo in scena una favola deliziosa, che mescola il realismo alla Tonino Guerra alla più nera delle invenzioni. Daura e Arterio, madre e figlio, vivono in un'Italia del Duemila funestata da epidemie d'ogni genere, da ogni violenza mafiosa e ricattatoria. Decidono di trasferirsi sulla Luna e si portano dietro, di malavoglia, un extracomunitario. Ma sulla Luna le cose non vanno meglio. E' affollatissima. L'extracomunitario si è portato dietro tutti i fratelli. Tra discoteche, ore idi preghiera e altro nessuno lavora. E in più, anche sulla Luna, ci sono i mafiosi e gli estorsori. Al povero Arterio non resta che murarsi in casa come in un bunker, mentre mamma Daura, che da quando è arrivata vive sospesa come un ex voto, lo guarda impotente, con il suo fiore preferito in mano. Spettacolo delicato, ironico, espresso in un romagnolo musicale e a volte indecifrabile, recitato magnificamente, «I refrattari» propongono le visioni di un Nord che ha perso il sorriso e si è scoperto nerq di tragedia. lo.g.1 Tonino Guerra

Persone citate: Finn Buono, Fregoli, Guido Finn, Juvarra, Marco Martinelli, Tonino Guerra

Luoghi citati: Italia, Torino