Tmc agli americani? «Non è in vendita»

20 La Zingales: «Rilanciamo la tv di Ferruzzi» Tmc agli americani? «Non è in vendita» ROMA. Le ultime voci su Telemontecarlo riguardano gli americani della Nbc, che se la vorrebbero comprare in tutto o in parte. L'operazione e vietata dalla legge Mammì, ma Emmanuele Milano, vicepresidente della rete, ha ammesso che ci sono stati contatti e che ai Ferruzzi non dispiacerebbe l'alleanza con un partner solido. Le ultime notizie su Tmc, invece sono quelle ben note, relative alle difficoltà economiche e al taglio di 135 posti di lavoro, cassa integrazione, riduzione dei costi fissi. I dirigenti hanno rinunciato a telefonini, macchine con autista, televisore in camera. La signora Alessandra Zingales, amministratore delegato, lavora in una stanzetta minuscola, ma dice che l'essenziale è il rilancio dell'emittente». Tmc è in vendita o no? «No. Anche se non sono l'interlocutore giusto». Chi è l'interlocutore giusto? «L'azionista di maggioranza, cioè la Ferfin. Insomma, i Ferruzzi». La situazione è un disastro? «L'anno scorso era pesantissima. Centoventi miliardi di perdite e un fatturato di centocinquanta miliardi. Un fallimento». Perché non avete portato i libri in tribunale? «Perché c'è un azionista che ci crede». Lei ci crede? «Sì, ci credo». Che cosa le dà fiducia? «Bene o male siamo la settima tv nazionale. Ci occupiamo di tutto e molto presto saremo visibili in tutto il Paese. Siamo un grande gruppo che può permettersi una presenza nella corhunicazione. Credo che il sistema radiotelevisivo italiano non può durare così com'è». Sta parlando del terzo polo? «Il "terzo polo" siamo noi. Lo sia- mo già, solo che c'è questa stortura del duopolio Rai-Fininvest. E con sei reti, poi! In tutto il mondo le reti sono tre o quattro». Secondo lei, Rai e Fininvest venderanno una o due reti? «Tra poco i tre gruppi avranno due reti ciascuno». Ciò significa che i Ferruzzi dovranno comprare? «Sono domande che andrebbero fatte all'azionista, ma in un certo senso questo è vero». Se lei avesse mano libera, quale rete comprerebbe? «A me piace tantissimo Raitre». Le piace l'idea di Guglielmi di sottrarre la televisione al ministero delle Poste? «Non vedo l'utilità di avere uno stesso ministero per due settori, le poste e le telecomunicazioni, che si sono andati sviluppando e diversificando tra loro». Guglielmi vuole un «ministero per la Cultura» in cui far confluire la televisione. «La televisione è solo cultura? Direi di no. La televisione è una scatola che fa tante cose. Cultura, ma anche telesoftware, terminale per banche dati. Forse non un "mini¬ stero per la Cultura", ma, un "ministero per le Telecomunicazioni"». Il sistema radiotelevisivo è agli sgocciob? «La Rai è ancora ferma al 5 aprile dell'anno scorso. Cioè a un secolo fa. La Fininvest pure. Io ho un rispetto enorme per Berlusconi, però le condizioni generali che hanno permesso alla Fininvest di nascere e di esistere non ci sono più. Il cambiamento ci sarà». Ci vorranno un sacco di soldi. «Si può fare una televisione con poco denaro c molte idee e conquistare il pubblico. Guardi Gad Lerner, per esempio». Anche Tmc cerca un Lerner? «A me piacerebbe fare una televisione che partecipi alla ricostruzione del Paese». Ha già preso contatti? «Ho chiesto a un grande regista di venir da noi e firmare una linea di film. Li doveva semplicemente scegliere. Ci ha detto di no. Una rete come la nostra è costretta a inventare volti nuovi, programmi nuovi. Se non lo fa è perduta». E' giusto tagliare un programma come «Tv Donna»? «Noi abbiamo il 3 per cento di share medio, e "Tv Donna" era al di sotto». E il «Tappeto volante» di Rispoli come va? «E' appena cominciato e deve crescere. Il mio difetto è che ho fretta, vorrei raggiungere i risultati subito». Non la tenta la tv spazzatura? Qualche bel talk show con gli urli... «No, non mi tenta per niente»: C'è Funari libero, o quasi... «Funari è un uomo molto coraggioso, che con "Zona franca" ha fatto la scelta giusta. Ma è un distruttore, non un costruttore». Lei ha inventato le sponsorizzazioni per la Rai? «Bisognava fare una "Serata d'onore" con Baudo, ma non c'erano i soldi. Chiesi a uno sponsor, per esempio Barilla, di legare il suo nome al programma. Di nascosto dalla Sipra, naturalmente» Berlusconi difende le sponsorizzazioni. Ha ragione? «No, ha torto. Quelle che lui chiama Telepromozioni sono pubblicità bella e buona». Che differenza c'è? «Se un certo programma è accompagnato da un marchio che lo offre, come possono essere i concerti della Martini e Rossi, quella è una sponsorizzazione. Se c'è invece l'invito ad acquistare un prodotto, come fa Mike, quella è pubblicità». Giorgio Dell'Adi «Funari è bravo ma distruttivo» Nella foto accanto Melba Ruffo di Calabria che conduce con Rispoli «Tappeto volante». Foto piccola: Gianfranco Funari

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