La furiosa polemica americana Donne oggetto o uomini impauriti?

Una storia copiata e abilmente realizzata Si piange molto La furiosa polemica americana Donne oggetto o uomini impauriti? LOS ANGELES. In America hanno protestato le femministe. Susan Faludi, autrice del recente bestseller «Bàcklash», ha sostenuto: «Per me "Proposta indecente" più che una fantasia è un incubo. Ciò che commette il personaggio di Robert Redford è essenzialmente uno stupro col denaro». Sul Washington Post, Rita Kempley è stata altrettanto pesante:. «In "Radici" se un uomo viene venduto la chiamiamo schiavitù. A Hollywood, quando una donna viene venduta, lo chiamano invece romanzo». Ma anche se attaccato da tutte le parti, «Pro¬ posta indecente» continua imperterrito la sua marcia trionfale verso la conquista dei botteghini Usa. Da quando è uscito, tre settimane fa, regna al primo posto della classifica, con incassi che già assommano a oltre 70 milioni di dollari e che potrebbero facilmente superare la soglia dei 100. Tanto che adesso c'è da chiedersi, ancora una altra volta, se stroncature, polemiche e denunce non finiscano in realtà per avere l'effetto opposto di quello desiderato. Non era accaduto così anche l'anno scorso, con il boicottaggio dei gay per «Basic In- stinct»? Consapevoli dell'ironia, le organizzazioni fenuninili si sono ben guardate dal chiedere il boicottaggio. Ma non riescono a nascondere il loro sdegno e la loro rabbia. Anche perché proprio in quello che Hollywood aveva dichiarato «l'anno della donna», questo è il terzo film in cui il sesso femminile viene trattato così, come un qualunque oggetto, da comprare, usare e rivendere. «Questo tipo di spettacolo ti fa sentire completamente impotente», commenta Allison Anders, regista di «Gas Food Lodging». «Uno ti possiede, poi un altro ti compra, poi litigano su di te e tu non conti mai, sono sempre loro che decidono». E Betty Friedan, leader storica del movimento femminista, si è domandata: «Le ragazzine tredicenni andranno a vedere questo film e che cosa impareranno? Che non devono preoccuparsi con gli studi, che tutto quello che devono fare è mettersi a dieta sino a diventare anoressiche, cacciarsi un po' di silicone nei seni e cercare il miliardario». Mentre viene vivisezionato e fatto a pezzi secondo gli schemi uomo-donna, il film riserva alcune sorprese. A distribuirlo è stata la Paramount, l'unico studio retto da una donna, Sharry Lansing. E c'è di più. «Non venite a dirmi che una donna ha fatto un film così», ha continuato la Friedan. «Che vergogna». E invece è proprio così, a scrivere la sceneggiatura è stata una donna, Amy Holden Jones. La quale sostiene: «Il personaggio di Demi Moore è controllato lungo tutto l'arco del film. E quando arriva il momento della proposta, è lei a fare la scelta, non il marito. E' una sua decisione». Le è stato replicato che in fondo non è che i triangoli amorosi dei film Anni 50 fossero tanto più rispettosi per il sesso femrriinile. E che ci sono anche donne che una notte con Redford se la farebbero comunque, senza bisogno del milione di dollari. Brain Reserve, una società di ricerche di mercato newyorchese, ha trovato un'altra possibile spiegazione. Pensando alle ristrettezze economiche americane, sostiene che chi a vedere «Proposta indecente» sublima una fantasia monetaria, non sessuale». La Faludi non si è fatta convincere e ha ribadito: «Per me questi non sono film su donne, ma film sugli uomini contemporanei e la loro più grande paura: quella di non essere in grado di attirare donne. E se ci riescono, di non sapere come tenerle». Lorenzo Sona Una storia copiata e abilmente realizzata Si piange molto Qui accanto Demi Moore in «Proposta indecente». A destra in alto Robert Redford

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