Dormi con me, per un sacco di dollari di Lietta Tornabuoni
Pormi con me, per un succo di dollari PRIME CINEMA «Proposta indecente» di Lyne, con Redford truccato per ringiovanirlo e la bellissima Demi Moore Pormi con me, per un succo di dollari Pòco sesso, il film è più sentimentale che scandaloso UN film sentimentale sul genere di «Love Story» (e infatti ha già avuto gran ■ successo negli Stati Uniti), basato su uno di quei falsi problemi prediletti dai media (e infatti ha già suscitato in America appassionate discussioni), abilmente realizzato, copiato da altri film, lanciato con una mistificazione pubblicitaria che lo presenta come «scandaloso e torrido»: quindi il massimo dell'inautenticità, della manipolazione. A Las Vegas, il miliardario Robert Redford offre a una giovane coppia coniugale amorosissima e molto squattrinata un milione di dollari, a condizione che la moglie Demi Moore acconsenta a passare la notte con lui. La coppia accetta, viene lacerata e dissolta dall'episodio fin quasi al divorzio. Il miliardario s'innamora della ragazza d'una notte, fa di tutto pur di averla per sé; anche lei è affascinata e va a stare con lui; il marito perde la testa per la gelosia, la solitudine, la mortificazione d'essere stato scartato a favore dell'altro. Nel lieto fine la giovane coppia si ricompone: dolente, strapazzata, ma sempre innamorata. La storia è più o meno uguale a quella d'una commedia cine¬ matografica recente, «Mi gioco la moglie a Las Vegas» di Andrew Bergman con James Caan, Sarah Jessica Parker e Nicolas Cage. La scena erotica culminante, nella quale marito e moglie fanno l'amore distesi sui biglietti di banca, strusciandosi e stringendosi nel loro milione di dollari, s'era già vista parecchie volte (anche Catherine Spaàk, trent'anni fa, giaceva nuda tra le banconote ne «La noia» di Damiano Damiani, tratto dal romanzo di Moravia). Scene di sesso poche, scenate sentimentali con lacrime molte, esibizioni di ricchezza fr lusso persino più che in «Pretty Woman»: elicottero, barca, argenti, cristalli, rose bianche, pianista per il sottofondo musicale, completi maschili di flanella candida, abiti femminili di seta esotica, garden-parties di beneficenza animalista. Il marito architetto è un odioso violento, il miliardario schiavista è un innamorato sensibile: ma il giovane povero vince, l'anziano liceo perde, e così tutto è a posto. Le cose notevoli sono due. Prima, la gran bellezza e bravura di Demi Moore. Seconda, gh artifici usati per ringiovanire Redford, sulla cui faccia le escrescenze sono ormai più numerose che sul viso di Martinazzoli: truccato come una bamboletta, il divo è immerso in una nuvola flou di luci sempre frontali e sfumate. Adrian Lyne, inglese cinquantenne formatosi nella pubblicità come Tony e Ridley Scott o Alan Parker, regista di film americani fortunatissimi quali «Flashdance» (1983); «Nove settimane e mezzo». (1986) e «Attrazione fatale» (1987), aveva cercato di cambiare genere con «Allucinazione perversa» (1990). Andato male il tentativo, con «Proposta indecente» vede di rientrare nel giro del successo: peccato che la sua energia torbida, il suo erotismo autentico, sembrino adesso stemperarsi in un cinismo da romanzo rosa. Lietta Tornabuoni PROPOSTA INDECENTE (Indecent Proposai) di Adrian Lyne con Demi Moore, Robert Redford, Woody Harrelson Sentimentale. Usa, 1993. Cinema Reposl di Torino; Apollo, Splendor di Milano; Ambassade, Capltol, Empire, Paris, Reale di Roma
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