Le modelle ecologiche di «Beautiful»; il nostro fisco parla inglese di L. Co.

Il buonsenso AL GIORNALE Le modelle ecologiche di «Beautiful»; il nostro fisco parla inglese Una sfilata degna delle vecchie comiche Giovedì 29 aprile ho passivamente guardato su Rai Due una puntata dell'osannato polpettone americano Beautiful, costruito sulle banalità quotidiane di viziosi miliardari, impegnatissimi a bere bevande alcoliche, a scambiarsi le donne tra padri e figli e ad allestire improbabili sfilate di moda, detta «alta» forse perla statura delle indossatrici. La puntata verteva proprio su una sfilata, a tema ecologico, come annunciava con fervore una giovane stilista, desiderosa di «salvarel'ambiente», compresi i delfini, i rinoceronti, gli elefanti... Con una coerenza degna delle vecchie comiche, venivano presentate indossatrici feline e slanciate, pacchianamente addobbate con piumaggi di pavone, o impacchettate in goffi abitini fittamente intessuti di piume di struzzo! Forse nessuno ha spiegato allo sceneggiatore che anche i volatili fanno parte dell'ambiente da rispettare. Paola B. Riboni Casale Monferrato (Alessandria) Speranze distrutte dal «clic» inesorabile Sono un'insegnante che cerca di educare gli studenti alla fiducia nel cambiamento e nella democrazia. Ho letto con attenzione l'articolo «Fisco, per quest'anno restano le supertasse» del 28 aprile 1993 ed ho provato con solerzia a comporre il numero indicato, convinta di risolvere alcuni problemi posti dal mio 740. Finalmente, ho pensato, uno strumento che dia un celere aiuto al cittadino in difficoltà! Dopo vani tentativi (ascoltavo sempre la solita vocina che mi avvisava gentilmente dell'inesistenza di tale numero!) ho chiamato in soccorso la Sip, che, dopo un iniziale stupore alla notizia di tale servizio, mi suggerì di riprovare senza comporre lo zero. Miracolo! Ho sentito un segnale confortante e ho atteso con un po' di emozione, il seguito. Una voce, in un inglese impeccabile, ha pronunciato una serie di affermazioni che mi hanno lasciata allibita: possibile che l'unità europea e il superamento dei linguaggi nazionali passi attraverso il fisco italiano!... Presa alla sprovvista ho risposto con uno stentato: «I speak Italian...»; la stessa voce in un altrettanto incerto italiano mi ha chiesto: «Volete parlare delle vostre tasse?». Un inesorabile clic ha posto fine alla conversazione e alle mie vane speranze. L'episodio si commenta da se! Posso trovare qualche funzionario di madrelingua italica che possa darmi una mano? Maria Teresa Gavazza Quargnento (Alessandria) Caro ministro pensi anche all'Aids Egregio neo ministro della Sanità on. Maria Pia Garavaglia, nel farle le nostre congratulazioni per la sua nomina, non possiamo non ricordarle immediatamente il drammatico problema dell'Aids che vede l'Italia al terzo posto in Europa per numero di casi (17.000 di cui la metà deceduti), e al primo posto per velocità di diffusione della sindrome. Gli interventi dello Stato non sono stati assolutamente all'altezza di questa emergenza: non si sa dove siano andati a finire i 2100 miliardi destinati alla realizzazione di quei posti letto dei quali finora non si è visto traccia, non sono stati presi provvedimenti organici per l'assistenza domiciliare alle persone colpite, è stata operata una informazione generale di dubbia utilità mentre sono stati trascurati i gruppi di popolazione a maggior rischio e soprattutto non è stato coinvolto il volontariato che risulta a tutt'oggi insostituibile. Sappiamo che lei è particolarmente sensibile a questi problemi e che la sua visione ò scevra da pregiudizi e moralismi. Pertanto faccia chiarezza sull'inattuazione della Legge 135/90, ricostruisca la Consulta nazionale delle associazioni del Volontariato, risolva il problema dell'assistenza domiciliare, dia nuovo impulso alla ricerca scientifica. A partire dal prossimo mese, l'Arci gay proporrà alle altre associazioni del volontariato di attuare, di fronte al Parlamento, uno sciopero della fame a tempo indeterminato per favorire una pronta risposta in termini legislativi e di attuazione pratica dei provvedimenti urgenti. Franco Grillini, Bologna presidente Arci gay nazionale «Salvatores discute con i giovani gratis» Scrivo la presente per conto e nell'interesse del sig. Gabriele Salvatores, in relazione ad un articolo firmato Fulvia Caprara, pubblicato su La Stampa del 6 maggio 1993, a pagina 24, dal titolo «Manfredi: faccio l'attore perché ho visto la morte». In tale articolo viene riportata, fra l'altro, una dichiarazione dello studente Gabriele Paolini che testualmente trascrivo: «Mi dispiace dirlo, ma proprio dai giovani abbiamo avuto le più grandi delusioni. Gabriele Salvatores ci ha chiesto, per venire a parlare qui a scuola, un compenso di 4 milioni; cosa che naturalmente non potevamo offrirgli...». Ad accentuare il carattere diffamatorio dell'articolo vi sono due foto, dell'attore Manfredi e di Salvatores, accompagnate dalla didascalia «Nino Manfredi ha parlato gratis Gabriele Salvatores voleva 4 milioni». A completare l'opera diffamatoria vi è nel sottotitolo la dicitura «... i giovani registi volevano soldi e ci hanno offeso». Appare evidente come tali fattispecie, frutto di invenzioni e non corrispondenti al vero, offendano gravemente l'onore e la reputazione del sig. Salvatores, esponente di un cinema d'autore che trova seguito soprattutto fra le giovani generazioni, contrastando fra l'altro con la disponibilità (naturalmente gratuita) sempre dimostrata dal mio assistito nei confronti dei giovani, studenti e non, desiderosi di discutere di cinema e del lavoro con esso annesso. Valerio Bettoni, Roma Gipo sui palchi bello e leghista Nella rubrica televisiva del 27/4/'93 Alessandra Comazzi, a proposito del fallimento di «Domenica In...», ricorda i fasti passati di Ugo Gregoretti e ne ricorda il «gesto di corag¬ gio» quando nel «Travet» affidò il ruolo del protagonista ad un attore non piemontese. Evidentemente la memoria storica della Comazzi è un po' labile in quanto scrive che questo gesto «di coraggio» scatenò «... una furibonda protesta da parte degli esclusi (ricordiamo Gipo Farassino con gli striscioni, sui palchi del Carignano». E' bella ed anche «leghista» questa immagine di Gipo sui palchi del Carignano, ma è ahimé inesatta. Ed a proposito di inesattezze mi sia consentito di precisare che: 1) non si trattava di rabbia degli «esclusi» (Gipo era stato invitato a partecipare allo spettacolo nel ruolo importante di Giachetta) ma di sdegno per coloro che non vedevano di buon occhio lo storpiamento della nostra lingua; 2) la nostra protesta si sv.olse fuori dal Carignano e non si sa attraverso quale effetto ottico l'autrice del pezzo abbia visto Farassino sui palchi del teatro; 3) ancora una volta ribadiamo che la nostra reazione allo spettacolo di Gregoretti (ma non doveva girare per tutta Italia?) fu determinata dal fatto che le spese sostenute per l'allestimento dello spettacolo di Bersezio «mangiarono» letteralmente tutte le manifestazioni dedicate al centenario di Toselli. Tutto qui. Per quanti anni ancora dovremo precisare queste motivazioni? Sarà ancora per l'«affronto» fatto allo spettacolo «coraggioso» di Gregoretti che la recensione fatta da La Stampa per l'ultimo spettacolo di Farassino è stata pubblicata solo sulla pagina di Torino e non in quelle della regione Piemonte, che invece ha fruito della recensione di uno spettacolo fatto a Napoli da Tato Russo? Massimo Scaglione, Torino Naturalmente confermo tutto quello che ho scritto, [al. co.]