Romanzi dell'orrore in diretta dall'aldilà di Paolo Passarini

 Romanzi dell'orrore in diretta dall'aldilà llìi autore-fantasma si firma «Virginia Andrews». Gli eredi della defunta si ribellano perché il fisco li tartassa Romanzi dell'orrore in diretta dall'aldilà L'autrice è morta nell'86, ma scrive più di prima-, in sei anni altri nove bestseller WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I romanzi che Virginia Andrews sta scrivendo da quando è morta hanno ancora più successo di quelli che aveva scritto da viva. C'è una certa logica, dopotutto, trattandosi di romanzi horror. Sta di fatto che, incoraggiata da vendite con sei zeri, V. C. Andrews, così si firmava (anzi, si firma), sta diventando sempre più prolifica. In tutta la sua vita aveva scritto, guadagnando fortune, sette romanzi neogotici per supermarket; da quando è morta (per un cancro al seno, nel dicembre dell'86) ne ha sfornati ben nove, più di uno l'anno. Dal suo studio nell'oltretomba, ha già firmato i contratti per le opere numero 17, 18 e 19. L'Ade la ispira. L'opera numero 16, Darkest Hour (L'ora più nera), è prevista entro la fine del mese. Sarà un'ora luminosissima per l'editore Simon & Schuster, che non si era mai rassegnato alla morte della Andrews. Il 19 dicembre dell'86, nello stesso giorno in cui la scrittrice morì, Jack Ro¬ manos, allora capo della divisione mercato di massa della casa editrice, convocò una riunione. «Stavamo seduti attorno al tavolo - ha raccontato - e tirai fuori l'idea: bisognerebbe trovare uno scrittore capace di imitare lo stile di Virginia in modo da poter continuare a pubblicare i suoi libri». «In fondo - concordò Anita Diamant, agente della Andrews - anche se i suoi libri sono andati a ruba. Virginia non è mai stata una celebrità e nessuno si ricorda che è morta». Lo scrittore venne trovato. Andrew Neiderman aveva insegnato per vent'anni in una media superiore di una cittadina nella parte settentrionale dello Stato di New York. Ma aveva pure l'uzzolo di scrivere romanzi dell'orrore, alcuni an- che pubblicati, sia pure nell'indifferenza generale. Venne scelto per l'incarico, come si può dire?, di scrittore-medium, dopo che Ann Patty, l'editrice cui si doveva la scoperta della Andrews, si era fatta avanti fallendo la prova. Neiderman prese la cosa molto sul serio: «Mi misi a fare ricerche su ogni libro che la Andrews aveva scritto - ha rac- contato - studiandone la sintassi, il vocabolario, la fraseologia, i concetti. In altre parole, ho cercato di trasformarmi in lei». Con l'aiuto di un computer, Neiderman ricreò lo stile, clas¬ sificò i personaggi tipici, definì la struttura degli intrecci caratteristici di Virginia Andrews. Garden ofShadows (Il giardino delle ombre) uscì nell'autunno dell'87, dieci mesi dopo la morte della scrittrice. Ma era un libro «suo», della Andrews: sebbene non ne avesse scritta una sola riga, sulla copertina c'era la sua firma, e nulla - non una nota, una riga, un'avvertenza accennava allo scrittore-ombra. La nota apparve soltanto sul risvolto di copertina del quinto prodotto di Neiderman, ma attentamente calibrata e volutamente confusa. Il libro si chiamava Dawn (Alba), e l'editrice avvertiva che «uno scrittore selezionato con meticolosa cura è stato incaricato di organizzare e completare le storie di V. C. Andrews». Il nome di Neiderman non veniva menzionato. Ma, soprattutto, la Andrews non aveva lasciato dietro di sé nulla da organizzare e completare. Aveva, sì, lasciato le prime cento pagine del Giardino delle Ombre, ma l'opera di Neiderman ne prescinde completamente. Aveva anche lasciato alcuni manoscritti di altri romanzi, ma erano stati tutti cestinati da Simon & Schuster prima della sua morte, e nei cestini sono rimasti. Come mai tutta questa storia, ricostruita nei dettagli, salta fuori ora? Forse in seguito a una causa per diritti intentata da Neiderman? No. La ricostruzione è stata sì fatta in tribunale, ma in seguito a una causa intentata dagli eredi della Andrews al fisco, che ha tassato pesantemente i profitti dei libri postumi della scrittrice come se fosse ancora viva. Neiderman, diventato miliardario, è contento così. Oltretutto, ha innalzato a nuove vette il mestiere di «ghost writer»: letteralmente, «scrittore fantasma». Paolo Passarini ::v;::'i:-:.-: II suo «alter ego»: imito il suo stile con il computer cerco di essere lei Un disegno di Rose O'Neill

Luoghi citati: New York, Virginia, Washington