Il Papa arriva in Sicilia scoppia la polemica

Il cardinale Pappalardo: «I vescovi parlano, ma l'80 per cento della popolazione non li ascolta» Il cardinale Pappalardo: «I vescovi parlano, ma l'80 per cento della popolazione non li ascolta» Il Papa arriva in Sicilia, scoppia la polemica Sotto accusa le spese per riceverlo e il ruolo del clero locale LA FEDE CONTRO LA MAFIA PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Oggi Giovanni Paolo II giunge in Sicilia, e il cardinale di Palermo difende la chiesa siciliana dalle accuse di collusione con la mafia, e anche dal rimprovero di non aver parlato abbastanza, negli anni passati, o a voce tanto alta da farsi sentire. Una difesa che sfiora la polemica, e talvolta si tramuta in una confessione di impotenza. Intanto la Sicilia dei veleni rilancia il «caso» del vicario di Mazara del Vallo raggiunto da un avviso di garanzia per la ricostruzione di una chiesa a Santa Ninfa, e i giovani del «Pungolo», una rivista-coscienza critica di Trapani protestano per l'uso «a maquillage» di quattro miliardi stanziati per la visita del Papa. Che troverà un ambiente ancora più teso delle due precedenti visite, nell'82 e nell'89. Ma in attesa del Papa, la giornata ier è stata del cardinale di Palermo. Anche nella chiesa siciliana ci possono essere state delle colpe, ha detto il cardinale, e il futuro della Sicilia «dipende da come gestiremo questa svolta epocale nella nostra isola, e come faremo meglio di quello che forse abbiamo fatto non troppo lodevolmente». Ha negato di aver scritto o pronunciato una frase ci¬ tata da Maria Falcone in cui accusava «l'inerzia di un popolo che non è stato capace di assumersi le responsabilità che gli competevano», e ha ammesso che i giudizi e le valutazioni possono essere «diversificate». «Ma poi dire chi è Don Abbondio, chi è fra Cristoforo, è molto difficile. Come si fa a vedere quanto coraggio ha uno. quanta pavidità un altro?». I vescovi, da soli e in gruppo, da anni parlano contro la mafia - ha affermato il cardinale. Nell'82 Pappalardo paragonò la Palermo che aveva appena assistito all'omicidio del generale Dalla Chiesa a Sagunto («Dum Romae consulitur...») sacrificata all'inettitudine della capitale. «Troppo poi è stata richiamata questa frase», ha detto ieri, sottolineando che «i vescovi parlano, ma non è che li ascoltino. Magari...». I praticanti in Sicilia vanno dal 15 al 20 per cento della popolazione. «L'80 per cento sfugge, non segue quello che la Chiesa fa, non legge quello che viene scritto. Di documenti ce ne sono forse anche troppi». Ma la mafia, per il cardinale di Palermo, che cos'è? «Per me la mafia si riduce ai comandamenti: non ammazzare, non rubare, non imbrogliare, con falsità, e anche il quarto comandamento, onora il padre e la madre; cioè rispetta le norme che vengono da chi ha autorità. Significa: onora chi è istituito in un'autorità alla quale tu devi rispetto. La mafia - conclude - è ignoranza di tutte le norme che esistono per il retto regolamento della società». Qualche giorno fa il cardinale ha scritto ai giovani della sua diocesi, denunciando «la prepotenza, le molte ingiustizie, le violenze della famigerata mafia con i suoi delitti e terribili strag'», e la corruzione degli apparati pubblici. «Credo che di denunzie e proteste ne siano state fatte già abbastanza - ha detto ieri -. Motivate, giustificate. Si deve indagare sul passato, e chi ha sbagliato deve pagare. Ma si deve guardare al futuro, la protesta sia propositiva». E questo si attende dal Papa: «Non viene per giudicare e condannare, ma per incoraggiare». Anche se non si deve dimenticare, e ieri il cardinale ha rilanciato una sua idea: ricordare tutti insieme i martiri di mafia. «Perché non rimangano nell'ombra tutte le altre stragi, meno spettacolari ma egualmente gravi». La Chiesa ha già celebrato la ricorrenza per due anni, a novembre, in cattedrale «ma non c'è stata una grande partecipazione». Trapani sarà la prima tappa della visita di tre giorni del Papa. «Il comune - accusa Pietro Vento, Direttore de «Il pungolo» - usando fondi regionali ha stanziato quattro miliardi destinandoli alla ripavimentazione delle strade che il Pontefice dovrà percorrere, al restauro della facciata del municipio, a una passerella sopra la ferrovia e alla sistemazione provvisoria a verde di un'area dove il Pontefice sosterà». Marco Tosarti Il presule palermitano «Non vanno dimenticate le stragi, le violenze ma anche la corruzione» Giovanni Paolo II, da oggi in visita in Sicilia, e qui a fianco, il cardinale Salvatore Pappalardo

Persone citate: Dalla Chiesa, Giovanni Paolo Ii, Maria Falcone, Pappalardo, Pietro Vento, Salvatore Pappalardo