«Ho scritto le dimissioni appena Moro fu rapito»

«Ho scritto le dimissioni appena Moro fu rapilo» Cossiga parla quindici anni dopo via Caetani «Ho scritto le dimissioni appena Moro fu rapilo» ROMA. A poche ore dal rapimento di Aldo Moro, Cossiga aveva già deciso di dimettersi da ministro dell'Interno. La notte fra il 16 e il 17 marzo 1978 preparò alcune lettere di dimissioni: lui se ne sarebbe andato dal Viminale comunque si fosse concluso il sequestro, con la liberazione o con l'uccisione dell'ostaggio. Ma Cossiga aveva, fin dall'inizio di quei drammatici 55 giorni, una «tragica convinzione: salvo un auspicabile, ma non prevedibile, colpo di fortuna delle forze di polizia, Moro sarebbe stato ucciso». Le dimissioni sarebbero però arrivate in ogni caso: «Il fatto stesso del rapimento non consentiva al titolare del Viminale di restare al suo posto». Francesco Cossiga ha deciso di celebrare con questa rivelazione il quindicesimo anniversario della morte di Aldo Moro, assassinato il 9 maggio '78 nel bagagliaio della «Renault 4» fatta ritrovare dalle Br in via Caetani, fra via delle Botteghe oscure e piazza del Gesù. Così, l'ex ministro dell'Interno, ricorda quel giorno: «Venne a trovarmi Claudio Signorile (all'epoca vicesegretario del psi, ndr), in quei giorni avevo contatti con tutti i partiti. Squillò il telefono, e qualche tempo dopo Signorile mi disse di aver compreso, guardandomi in faccia, ciò che era accaduto: mi disse che io sbiancai in volto e diventai di gelo. Al telefono era il capo della polizia Parlato, a cui gli intercettatori del prof. Franco Tritto avevano dato notizia dell'uccisione di Moro indicando dove si trovasse il corpo... Diedi istruzioni a Parlato di recarsi lui personalmente a via Caetani per controllare se veramente si trattasse di Moro. Poi telefonai al Pre- sidente della Repubblica, chiamai piazza del Gesù, parlai con Andreotti e Zaccagnini, incaricai il sottosegretario Lettieri e i miei collaboratori di informare le altre cariche dello Stato, poi mi recai in via Caetani... Ritornai al ministero, e diedi ordine di tirar fuori le lettere di dimissioni che avevo preparato la notte successiva al rapimento di Moro...». Cossiga aveva pensato di abbandonare il ministero dell'Interno anche nel caso che avesse vinto la «linea della trattativa»: «Ero preoccupato - ricorda - che nella de prevalesse il trattativismo e si arrivasse alla convocazione, richiesta da Moro, del Consiglio nazionale, il cui sbocco inevitabile avrebbe portato a richiedere al governo una qualche forma di trattativa con le Br... Cominciavo a chiedermi se tale eventualità non mi imponesse la scelta delle dimissioni...». Nell'anniversario della morte torna chi, come Signorile, dice che il presidente de poteva essere salvato, o chi, come il giudice costituzionale Vassalli, afferma: «Non dico che si poteva salvare, ma osservo che casi successivi si sono risolti felicemente». [gio. bia.] Aldo Moro venne assassinato il 9 maggio 78 nel bagagliaio della «Renault 4» fatta ritrovare dalle Br in via Caetani

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