Borsaro fa emigrare i debiti

Le principali società della ex Gima trasferite e messe in liquidazione Le principali società della ex Gima trasferite e messe in liquidazione Borsaro fa emigrare i debiti Il passivo della capogruppo è di 66 miliardi Ardita operazione per evitare il fallimento Nei guai con la giustizia torinese, Gian Mauro Borsano, ex presidente del Torino e parlamentare socialista, sta cercando di evitarne altri emigrando nella quiete della provincia piemontese. La Gima spa, diventata Partecipazioni Generali, capogruppo delle società dell'ingegnere, dopo essere transitata fugacemente per un paio di indirizzi romani, è finita con la sede legale in strada Canelli 17 a Nizza Monferrato. E il 24 febbraio è stata posta in liquidazione volontaria. L'atto successivo: la richiesta al tribunale di Acqui, competente territorialmente, di ammissione al concordato preventivo. I giudici hanno avviato la procedura il 19 aprile. I creditori saranno convocati il 26 luglio. La finanziaria deve loro 66 miliardi e 340 milioni. Ma quelli «previlegiati», che hanno diritto al rimborso totale, sono l'assoluta minoranza. Contano solo per un miliardo e rotti. Per tutti gli altri, i cosiddetti «creditori chirografari», la procedura in corso apre la prospettiva di un recupero parziale (almeno il 40 per cento stabilisce la legge fallimentare). E su questo particolare contano i titolari della Partecipazioni Generali: nella richiesta al tribunale di Acqui si prospetta, come soluzione per evitare il fallimento della società, la restituzione del 40 per cento dei debiti verso i creditori chirografari. La somma corrisponde a 27 miliardi, un passivo inferiore ai crediti vantati dalle Partecipa¬ zioni Generali, «stimati prudenzialmente» in 33 miliardi. In questo modo la società potrebbe tornare a «respirare». Fra i creditori, banche e società, figurano alcune imprese che riportano in qualche modo a Borsano: l'Immobiliare San Guido e la Costruzioni Stradali srl (ex Gima costruzioni di Parma). Anch'esse hanno trasferito la sede legale fra Nizza ed Acqui e sono state ammesse al concordato preventivo. L'emigrazione di società in crisi del gruppo Borsano è stata massiccia: comprende anche la Miller & Benson, l'ex Gima Costruzioni Generali di Aosta, la Generale Immobiliare e l'Immobiliare del Monferrato (già Immobiliare Trento). Alle ultime due società si interessa la Guardia di Finanza. Dalla loro storia salta fuori Leoluca Trapani, che nel 1933 venne fermato a Montecarlo con Borsano con l'accusa di aver tentato di trasferire de¬ naro da una banca monegasca ad una svizzera. Altri conoscenti del deputato, ma di ben altro livello, erano comparsi accanto a Borsano, presidente, nell'ultimo consiglio di amministrazione di Partecipazioni Generali: Rolando Valiani e Carlo Ferracini, provenienti dal gruppo Efim. Presidente del collegio sindacale era un altro torinese, il commercialista Angelo Moriondo. Con la modifica della denominazione sociale e il trasferimento a Nizza subentrò loro come amministratore unico Adriano Lucattini. Che ha lo stesso ruolo nella «partecipata» Miller & Benson. La finanziaria ha seguito il percorso della vecchia Gima sino in fondo. La differenza sta nell'ammontare dei suoi debiti: 8 miliardi e mezzo. La Partecipazioni Generali spa aveva in portafoglio sino a a pochi mesi fa il 66 per cento di azioni del Torino Calcio. Fra le carte depositate al tribunale di Acqui si può ricostruire parzialmente anche quest'altra operazione. La società vende lo scorso anno una parte delle quote alla solita «Miller & Benson» e nell'ultimo bilancio inscrive il valore delle restanti per 20 miliardi e mezzo. Nel frattempo il segretario di Borsano, Luigi Vadala, e la moglie costituiscono a Nizza l'Alfa Sport sas. Poi ne diventa anuninistratore unico Vittorio Bozzolini, cognato di Borsano. E' l'«Alfa Sport» ad acquistare le 176 mila azioni del Torino dalla Partecipazioni Generali per quasi 8 miliardi. Così, a febbraio, il notaio Goveani compra ufficialmente il Torino Calcio da questa società (che ha rilevato pure le quote in possesso di Miller & Benson), pagandolo 10 miliardi e mezzo con assegni circolari consegnati al deputato. Qual è la ragione di questa formale triangolazione? Alberto Gai no le nuove sedi legali a Nizza ed Acqui Toro, doppia vendita L'onorevole Gian Mauro Borsano ha avviato una complessa operazione