la mafia è in agguato

Caponnetto ha ricevuto la laurea ad honorem all'Università Caponnetto ha ricevuto la laurea ad honorem all'Università la mafia è in agguato E guarda alle nuove forze politiche «La mafia sta cercando nuove collaborazioni. La sua specificità è il rapporto privilegiato con l'elite dominante e le istituzioni: vista la situazione italiana ora potrà scegliere tra vecchi partiti nuove formazioni politiche. Cosa Nostra sta guardando a questi ultimi, sta scegliendo, anche a loro insaputa. Bisogna stare all'erta, per evitare nuove infiltrazioni». Antonino Caponnetto ha concluso così il suo discorso dopo aver ricevuto dall'Università di Torino la laurea ad honorem in Scienze Politiche. Insieme con lui ieri sono stati insigniti del riconoscimento il fisico James Bjorken e il fisiologo Ronald Linden. Nell'Aula Magna del rettorato, affollata di autorità civili e militari e di un pubblico partecipe, l'attenzione era rivolta soprattutto a lui. Sono giunti anche i telegrammi del presidente Scalfaro e del presidente del Consiglio Ciampi. Il rettore Mario Umberto Dianzani, consegnandogli il documento, ha ricordato gli amici e collaboratori del magistrato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, menzionati anche nella motivazione del diploma di laurea. E Caponnetto ha incominciato da loro il suo discorso, commosso e lucido, la sua lezione su mafia e sistema politico italiano, dalle origini a oggi. «E' come se avessi ricevuto il riconoscimento per Giovanni e per Paolo, che sento qui vicino a me in questa stanza» ha detto il magistrato, grazie al quale era nato il pool antimafia dell'ufficio istruzione di Palermo. Quel pool che nell'85 disegnò la mappa della mafia in un'ordinanza di 8607 pagine, dando vita al maxiprocesso con 707 imputati. Caponnetto ha poi salutato il senatore Norberto Bobbio, in prima fila tra gli ospiti: «I suoi insegnamenti mi sono stati sempre di ispirazione e modello». La mafia è un filo rosso che ha legato tutta la storia d'Italia, dalla sua unificazione a oggi. E' sempre stata rivale e allo stesso tempo collaboratrice dello Stato. Non è un fenomeno arcaico destinato a sparire con il progresso, è invece il volto oscuro della nazione, e nemmeno tanto nascosto. E' la sintesi della corruzione a cui stiamo assistendo. E' la degenerazione ultima del favoritismo e della gestione assurda delle risorse che lo Stato ha sempre elargito alla Sicilia in quanto regione autonoma. Mafia, politica e alta finanza si intrecciano. Ma mentre una volta i mafiosi delegavano i loro interessi a rappresentanti fantoccio, oggi sono protagonisti politici diretti: siamo passati dal politico mafioso al mafioso politico. Ci vorrebbe un cambiamento drastico nelle istituzioni per ripristinare la legalità, serie riforme economiche, politiche e amministrative: ma l'equivoco è che dovrebbero partire da quegli stessi partiti che hanno determinato questo stato di cose. Un quadro desolante. Ma Caponnetto ha concluso con un appello di speranza: «Sono ottimista. Credo nella sconfitta della mafia, anche se io non potrò vederla. Dopo le stragi della scorsa estate c'è un'ansia di pulizia e di onestà: la vedo negli studenti, quando parlo nelle università. E' da questa tensione ideale che io traggo il mio ottimismo». Un lungo applauso ha salutato il magistrato al termine del discorso. La moglie, Elisabetta, gli ha preso la mano commossa. «Non posso che ammirarlo - ha detto la signora Caponnetto - è sensibilissimo e si strugge per la sua disgraziata Italia che soffre tanto». I parlamentari Diego Novelli e Leoluca Orlando si sono stretti al magistrato. Orlando ne ha commentato l'intervento dicendo che «tutte le forze politiche devono difendersi da Cosa Nostra». Dopo un ultimo abbraccio a Bobbio, Caponnetto ha salutato la signora Caselli tra il pubblico. Ai giornalisti, che gli chiedevano un commento sul caso Andreotti, ha risposto di non voler dir nulla: «Lascio giudicare ai magistrati. Chiedo ad Andreotti un'unica cosa. Seguita a nominare Falcone e sempre a sproposito. Si difenda come vuole: ma lasci in pace Falcone». Cristina Caccia I rettore Dianzani consegna la laurea ad honorem al giudice Caponnetto

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