Iveco una sfida alla congiuntura di Eugenio Ferraris

Eurostar e Eurotrakker completano la gamma; 5800 miliardi di investimenti Eurostar e Eurotrakker completano la gamma; 5800 miliardi di investimenti Iveco, una sfida alla congiuntura TORINO. Nel 1970 erano 17, l'anno scorso dieci. Nel 2000 i maggiori protagonisti sullo scenario europeo dei veicoli industriali saranno tre: l'Iveco, Mercedes Benz e Volvo-Renault. La previsione è di Giancarlo Boschetti, amministratore delegato del gruppo torinese che ieri mattina ha presentato gli ultimi «nati» della gamma Euro - l'Eurostar (veicolo pesante stradale) e l'Eurotrakker (mezzo da cantiere) - per la quale sono stati investiti complessivamente quattro miliardi di dollari, oltre 5800 miliardi di lire. Nell'occasione Boschetti ha anticipato i risultato dell'esercizio '92 che per l'Iveco si chiuderà con lo stesso risultato negativo dell'anno precedente (180 milioni di fiorini, circa 150 miliardi di lire). Il fatturato è stato di 11,3 miliardi di fiorini, con un calo compreso tra il 3 e il 4 per cento. Per quanto riguarda i primi mesi del '93, nulla di positivo all'orizzonte. «La situazione - secondo Boschetti - è comunque peggiore di quella dell'anno scorso: in Europa, a livello di operatività di mercato, siamo al 30 per cento in meno rispetto ai primi tre mesi del '92». In un clima che Giancarlo Bo¬ schetti ha definito pesante, e non soltanto in Italia, l'Iveco guarda al futuro con fiducia, al punto di ritenere ipotizzabile un aumento della presenza in Europa (dall'attuale 19,5 per cento al 22) a fronte di un prevedibile calo generalizzato delle vendite di un altro 20%. Desolante il quadro europeo e mondiale dipinto dall'amministratore delegato del gruppo torinese: l'Italia è economicamente paralizzata («C'è un clima di sfiducia molto forte»); la Francia sta vivendo un periodo di depressione, in Spagna è finito il boom; la Germania deve risolvere i suoi problemi di disoccupazione, di inflazione e di tassi; in Inghilterra la situazione è stagnante; in Usa non c'è la tanto attesa ripresa, al più qualche labile segnale di inversione di tendenza; in Giappone i costruttori chiedono ed ottengono aiuti dal governo. «Il mercato - conclude Boschetti - è lo specchio di questo panorama drammatico. Il veicolo industriale è un bene di investimento e nessun operatore, in tempi di recessione, è disposto a scommettere sul futuro». Ma, se le statistiche non sbagliano, e se è vero che i mercati dei veicoli industriali presentano cicli e ricicli settennali, il punto della ripresa non dovrebbe essere molto lontano. E all'appuntamento Iveco si presenterà con una nuova gamma di veicoli, frutto di un piano che è parte di un piano più generale Fiat, volto a difendere e migliorare la propria posizione competitiva sui mercati internazionali. «Piano commenta Boschetti - che non ha subito ripensamenti in funzione della congiuntura internazionale. La scelta Fiat è di grande coraggio; pagherà nel tempo ma creerà inevitabili tensioni sul fronte finanziario, cui si farà fronte con una ricerca attenta di tutte le occasioni di migliorare in tutti gli ambiti delle aziende del Gruppo». Per quanto riguarda le strategie a medio raggio, Boschetti ha annunciato, nell'estate, la firma di una joint-venture con la cinese Nanjing per la costruzione di 60 mila Daily e 100 mila motori Diesel l'anno, l'acquisto dell'australiana Ital e l'inizio del montaggio di veicoli in Vietnam. Nessun investimento nell'Europa dell'Est, dove prosegue soltanto la joint-venture con la russa Urolaz. Un accenno a Tangentopoli. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Boschetti ha detto che «Iveco è rimasta coinvolta in seconda battuta attraverso una concessionaria di Milano. Non lo abbiamo considerato un incidente di percorso, ma un'occasione vera per una profondissima riflessione sui comportamenti». Eugenio Ferraris Il nuovo Eurostar, veicolo pesante per le lunghe distanze

Persone citate: Boschetti, Giancarlo Bo, Giancarlo Boschetti