Aggressione razzista nel cantiere

Nel Milanese, dopo essere stato picchiato tra Tindifterenza generale è precipitato per metri Nel Milanese, dopo essere stato picchiato tra Tindifterenza generale è precipitato per metri Aggressione razzista nel cantiere Gettato dalle scale operaio extracomunitario BUCCINASCO. «Si è ferito cadendo accidentalmente dalle scale senza protezione». E' stata questa la prima giustificazione fornita da alcuni operai ai barellieri accorsi ieri pomeriggio in un cantiere edile di Buccinasco per soccorrere un manovale tunisino ferito. Quest'ultimo, probabilmente intimorito dalla presenza dei colleghi di lavoro che l'avevano invitato a non dire la verità, non ha battuto ciglio e tutto sembrava, in un primo momento, far effettivamente ritenere che si trattasse di un incidente sul lavoro. Uno dei tanti che ogni giorno si registrano nei cantieri della periferia di Milano. All'ospedale, però, l'immigrato - forse rassicurato dalla presenza dei medici e degli agenti di pubblica sicurezza - ha raccontato di essere rimasto vittima di un'aggressione all'interno del cantiere da parte di un compagno di lavoro. «Prima mi ha rimproverato perché non avevo rimesso a posto una pala - ha detto il tunisino -. Poi mi ha detto di tornarmene al mio Paese e mi ha aggredito davanti a tutti gli altri compagni colpendomi a pugni e calci». Vittima dell'aggressione razzista è Akim Makhouzumi, 30 anni, tunisino da un decennio residente in Italia. L'immigrato (risultato in regola con i permessi di soggiorno in Italia e che da due anni abita a Palosco, un paesino del Bergamasco), secondo la prima ricostruzione dei carabinieri di Coreico, ieri, è giunto di buon'ora a Buccinasco con una squadra composta da una decina di operai che quotidianamente si trasferisce da Bergamo a Milano a bordo di un furgone, per far ritorno a casa la sera. Akim, con i suoi colleghi italiani, è impegnato, infatti, in uno dei tanti cantieri aperti in viale Romagna, a Buccinasco, per la costruzione di centinaia di alloggi di edilizia economica popolare per conto di numerose cooperative. L'episodio d'intolleranza razzista, sulla cui dinamica è stata aperta un'inchiesta dall'autorità giudiziaria, è avvenuto verso le 16,30 nel cantiere della ditta Cogea. I muratori e i manovali stavano ormai ultimando il turno di lavoro quando Akim sarebbe stato redarguito in modo brusco dal collega italiano. Il diverbio, in breve, sarebbe degenerato e, secondo la versione dell'immigrato, il compagno di lavoro, dopo averlo invitato a tornarsene «al Paese d'origine», lo avrebbe colpito a pugni e calci. Nella colluttazione - alla quale hanno assistito diversi operai - il muratore italiano del quale, per ora, i carabinieri non hanno fornito l'identità, avrebbe spinto Akim lungo le scale senza protezione. Il tunisino avrebbe perso l'equilibrio e, dopo un volo di alcuni metri, sarebbe andato a sbattere il capo contro alcune tavole rimanendo a terra privo di sensi. Trasportato all'ospedale San Paolo di Milano, il tunisino è stato giudicato guaribile in 7 giorni per trauma e contusione al capo. Subito dopo l'incidente, gli stessi operai che avevano assistito all'aggressione, senza intervenire, forse resisi conto della gravità dell'episodio, si sarebbero accordati per dire ai carabinieri che si era trattato di un incidente sul lavoro. Ma Akim, una volta all'ospedale ha denunciato l'aggressione. Secondo alcuni colleghi del cantiere i quali però non hanno assistito all'episodio, a differenza di tanti altri connazionali o immigrati dal Terzo Mondo, Akim Makhouzumi è riuscito a inserirsi perfettamente nell'ambiente di lavoro. Il tunisino, infatti, ha dimostrato di possedere serietà e capacità, tanto che i suoi datori di lavoro l'hanno preferito ad altri operai di nazionalità italiana. E forse potrebbe essere stata questa la molla per scatenare l'aggressione: qualche collega potrebbe aver visto in Akim uno sgradito rivale. [r. a.] Extracomunitario in un cantiere

Persone citate: Akim Makhouzumi