Dalla bottega al governo Una famiglia rampante
La difesa: mazzette? Quei soldi sono l'aiuto spontaneo di un mio amico alle spese elettorali Dalla bottega al governo Una famiglia rampante IL MANAGER E IL CRONISTA NAPOLI. Antonio, 59 anni, il manager. Lucio, 48 anni, il giornalista. Paolo, 54 anni, «'o ministro». Famiglia poliedrica, i Pomicino. Poliedrica ma anche sfortunata, per via di una brutta malattia al cuore che è costata la vita ad altri due fratelli: Bruno, attore di successo negli Anni Settanta, e Mariano, anche lui morto giovane. Nascono da Clara e Salvatore Cirino Pomicino, commercianti in ferro che aspirano all'ingresso nell'alta borghesia napoletana. Loro non ce la faranno, ma i tre figli sì, anche se ora rischiano di finire le loro carriere in un'aula di tribunale, sotto processo. Il manager. Un uomo che macina soldi, Antonio Pomicino. Il fratello maggiore di Paolo ha ereditato dai genitori la passione per il ferro. Oggi è nel consiglio di amministrazione della Sires, un'industria che produce reti elettrosaldate e che annovera fra i suoi soci i nomi più noti della finanza napoletana. Tra gli altri c'è anche Francesco Zecchina, l'imprenditore che oggi accusa i Pomicino di avergli succhiato miliardi in tangenti. Forse grazie al suo cognome, Antonio è anche rappresentante o agente di colossi siderurgici del calibro delle Acciaierie di Terni. Ma il suo chiodo fisso è la diplomazia. Nel '91 «Totò», come lo chiamano gli amici più fedeli, si è guadagnato il titolo di console onorario del Marocco a Napoli. Come? «Per intercessione ministeriale», ironizzano i soliti maligni. Frequenta bella gente, anche se non ama mettersi eccessivamente in mostra. Tra i suoi amici inseparabili c'è (o meglio c'era) anche Zecchina, che gli ha fatto da testimone alle nozze ed è stato padrino di uno dei suoi figli. Il giornalista. Non è che di Lucio si sappia molto. Fisico alla Bud Spencer, carattere gioviale, il fratello minore è uomo dai mille mestieri. E' stato socio di una concessionaria di auto, poi è diventato rappresentante di mobili e di oggetti da arredamento. Ora, stando alle confessioni di Francesco Zecchina, sappiamo che incassava anche tangenti per contro del fratello ex ministro. Non è uomo di grandi fortune, non sembra brillare per doti particolari. Ha però una passione: il giornalismo. Iscritto nell'albo dei pubblicisti, è da anni collaboratore del Mattino. Non si occupa di politica, ma di sport: cura una rubrica di rugby. Ma quel che più conta è che il meno noto dei fratelli Pomicino ha un posto al sole nella categoria: è consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti. 'O ministro. Sul personaggio ormai fiorisce la leggenda. Paolo Cirino Pomicino non è certo uno di quei politici schivi e morigerati. Dapprima simpatizzante dell'organizzazione neofascista «Giovane Italia», poi medico e combattivo sindacalista dell'Anaao, infine convertitosi alla de, ama la vita lussuosa. Ama i cabinati almeno quanto le caratteristiche stradine di Capri. Giura di essere uomo di buone letture, ma spesso alle raffinatezze intellettuali preferisce l'aggressività popolaresca che a volte sconfina nel pessimo gusto. Ormai celebre è un aneddoto raccontato da Raffaele Russo, socialista, ex sindaco di Pomighano d'Arco: «Un giorno incontrai il ministro a Roma. Pomicino mi fissò e disse: quand'è che ti impiccano nella piazza del paese? Gli risposi: il più tardi possibile, non fosse altro che per togliere voti alla de». Lo scambio di battute finì malissimo, Russo fu cacciato dall'ufficio con l'intervento della forza pubblica. A quanto pare per Pomicino gli amici devono avere una dote comune: un grosso conto in banca. Come quello di un miliardario kuwaitiano che nell'87, in occasione delle elezioni politiche, organizzò una festa con 550 invitati. Chissà quanti amici sono rimasti, ora che il ministro è sommerso dagli avvisi di garanzia. Lui sembra tranquillo, e replica con calma alle accuse che coinvolgono anche i suoi fratelli: «Zecchina è da quarant'anni amico di famiglia - dice -. Ciò lo ha indotto a sostenere spontaneamente la campagna elettorale mia e della mia corrente». [f.m.] La difesa: mazzette? Quei soldi sono l'aiuto spontaneo di un mio amico alle spese elettorali L'ex ministro Paolo Cirino Pomicino (a fianco) e il fratello Lucio (in basso) arrestato e subito sospeso dall'Ordine dei giornalisti
Persone citate: Antonio Pomicino, Bud Spencer, Francesco Zecchina, Paolo Cirino Pomicino, Raffaele Russo, Salvatore Cirino Pomicino, Zecchina
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