C'è anche la Bentivoglio fra le ragazzine terribili

Roma, italiana sedicenne batte la Novotna Roma, italiana sedicenne batte la Novotna ragazzine ROMA. Si aspettava Iva Majoli alla conferma, che non è venuta per mano della solidissima argentina Gorrochategui, ma una coetanea della croata, e per giunta italiana, le ha tolto con pieno merito l'onore delle maggiori cronache con un risultato notevole. Francesca Bentivoglio, 16 anni compiuti il 27 gennaio di quest'anno, era già stata molto brava a qualificarsi e a passare un turno a spese della olandese Bollegraf, numero 70 del mondo. Ieri si è ripetuta in modo clamoroso a spese di Jana Novotna, nona giocatrice del mondo e settima testa di serie. Vincitrice della Orange Bowl Under 14 nel '91 e ancora lo scorso inverno nel doppio della categoria Under 16, la faentina che si allena a Milano Marittima con il maestro Falaschi ha stupito soprattutto per l'autorità con la quale ha tenuto il campo nei confronti di un'avversaria della quale si pensava dovesse patire la nobiltà tennistica. Per di più la collocazione della partita, sul campo centrale, avrebbe dovuto aumentare le preoccupazioni dell'appena sedicenne italiana alla «prima» in un torneo vero dopo alcune affermazioni parziali in manifestazioni di minor importanza. Invece Francesca non ha per nulla tremato, forte di una determinazione che non si affida a scelte tattiche bensì risiede nella rigida e straordinariamente continua applicazione di schemi di spinta dal fondo con i fondamentali. E' un po' questa la caratteristica del gioco dei teenager terribili. La capacità di imporre ritmi forsennati dal fondo senza preoccuparsi degli schemi dell'avversaria. E proprio nel momento di chiudere la partita è stata la più esperta ad avere paura, costretta a subire la determinazione vincente di una giocatrice capace di essere protagonista. Queste sue qualità sono state per ora sfruttate solo in parte dall'agenzia di management, la Img, che ne cura gli interessi ma, doti di carattere a parte, la concretezza del suo gioco ad alto livello ha sorpreso un po' tutti, manager compresi. E' comunque un fatto notevole che dopo risultati deludenti nelle gare minori, la grande platea ne abbia stimolato la prestazione di punta. Una dote che è dei cavalli di razza, la razza dei faentini (Raffaella Reggi, Rinaldini, Gaudenzi). Piuttosto disinvolta, nella conferenza stampa ha confermato tranquillità e determinazione notevole: «Sapevo di dover pressare, di dover rischiare molto ed essere concreta. In passato il problema era la continuità ma qui ho capito che posso trovarla». La perfezione di comportamento con la quale affronta le domande fa pensare ad un atteggiamento studiato, ma per fortuna diventa più umana quando si trova qualche difetto tecnico «devo migliorare il gioco a rete e il servizio» e caratteriale «forse sono la più testarda delle italiane». Ma sarà poi un difetto? Secondo Lea Pericoli, pluricampionessa italiana, no. «Mi ha colpito la sua tranquillità, l'apparente distacco con il quale ha parlato della sua vittoria con Manon Bollegraf, giocatrice particolarmente esperta». Cosa pensa di questo momento del tennis femminile? «E' un momento bellissimo perché con la crescita delle capacità fisiche delle giocatrici e l'aumento della forza, gli scambi diventano intensi e spettacolari». Non crede sia troppo esasperato puntare su giocatrici sempre più giovani? «Bisogna guardare il risultato non nel senso tecnico ma della capacità di produrre spettacolo. E questo è garantito. Certo se avessi una figlia e la vedessi sottoposta a queste pressioni nervose sarei preoccupata». Ma queste ragazze giocano un tennis un po' monocorde, tutte a cercare di picchiare sempre più forte dal fondo e con il rovescio bimane. «Lo trovo un aspetto di maggiore solidità fisica che si riflette in un aumento delle velocità di gioco. D'altronde una volta si pensava di più mentre ora si gioca a memoria senza considerare il gioco dell'avversaria. E l'atteggiamento con il quale queste ragazze affrontano anche le più forti del mondo è qualche cosa di straordinario, ai limiti della sfrontatezza». Roberto Lombardi Ha controllato la partita contro la n. 9 del mondo Sa di essere brava: «Servizio e rete, posso far meglio» 'jj Slflllif vjjf Francesca Bentivoglio (fianco) dopo il successo La Capriati (sotto) ha battuto la Cecchini

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