Lo sceneggiato scopre la provincia per fare «tre passi nel delitto» di Alessandra Comazzi

r TIVÙ' & TIVÙ' Lo sceneggiato scopre la provincia per fare «tre passi nel delitto» IL giallaccio non si svolge in una grande città, ma a Perugia: deve essere diventata di moda, questa ambientazione provinciale («Delitti privati» con la Fenech aveva per scenografia le piazze e le vie di Lucca). Che la provincia sia torbida e fertile di avventure boccaccesche non ce lo doveva certo venire a raccontare «Twin Peaks»: lo sapevamo anche noi fin dai tempi del «Commissario Pepe» con Tognazzi, per esempio. Ma gli sceneggiati no, a loro serviva la metropoli: ora, questo filone apre strade nuove, lastricate di vizi privati e pubbliche virtù, come si conviene a ogni cittadina di provincia che si rispetti. Sullo sfondo perugino (come il cioccolato, come Umbriafiction), una psicanalista viene assassinata. Sulla sua morte indaga, oltre che la polizia, l'avvocato Gioele Dix, su incarico di Dalila Di Lazzaro, un'antica compagna di scuola, di cui era innamorato (ed è). Tutto questo e molto altro succede in «Delitti imperfetti», il primo di tre episodi che hanno il titolo globale «Tre passi nel de¬ litto», tratti dal romanzo di Gianni Materazzo, in onda su Raidue. La Di Lazzaro è molto bella, così com'è bello che sia tornata a lavorare dopo la tragedia che l'aveva colpita con la morte del figlio. Lieta sorpresa, come dicevano i critici di una volta, Gioele Dix. Chi segue la tv l'avrà visto molte volte allo show di Maurizio Costanzo: Costanzo sa suscitare grandi consensi e furibonde antipatie, ma certo anche i detrattori dovranno convenire sulla sua capacità di scoprire talenti (oltre che «casi umani»). Su Canale 5, Dix occupava l'angolo del cabaret, e pure cabaret l'attore ha fatto nei teatri, in giro per l'Italia. Il ruolo di protagonista in un racconto giallo incuriosiva perché rappresentava una scelta inconsueta: che si è rivelata felice. Questo Marotta, avvocato e narratore, ricorda Philip Marlowe: abita da solo con un gatto, si prepara da mangiare talvolta, ma è pigro, e spesso lui e il gatto devono accontentarsi, pane e prosciutto, una scatoletta. La sua professione non gli dà troppe soddisfazioni, spesso non ha niente da fare, e la sera guarda le telenovele. Fino a quando non gli telefona Angela-Dalila Di Lazzaro, la sua ex compagna di scuola da sempre amata, e da quel momento scoppiano i guai di ogni genere, dagli innamoramenti ai delitti. Sempre di giallo si tratta, ma il racconto (sceneggiatura di Laura Toscano e Franco Marotta, regia di Fabrizio Laurenti) è originale: non ci sono bambini e nemmeno la droga spacciata a Napoli; per una volta, il ritmo volutamente non serrato si adatta bene alla storia misteriosa della provincia sonnacchiosa; gli interpreti sono a posto, Gioele Dix rende con sufficiente distacco la figura dell'avvocato investigatore; Dalila Di Lazzaro, che sembrava disperata per i problemi del suo fidanzato, fa forse troppo presto a reinnamorarsi, ma il fatto che sia lei l'assassina spiega alla fine il perché (nessuno è perfetto); buono l'ascolto, 5 milioni 640 mila persone. Alessandra Comazzi

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