E Nenni scrisse: sono disperato

E Nenni scrisse: sono disperato La nascita del centro-sinistra: dagli archivi, documenti inediti E Nenni scrisse: sono disperato Tutti contro tutti, solo La Malfa era ottimista TTlì ROMA 1 'y E' da essere disperati!», I confessava sopraffatto ■ i dalla delusione Pietro I Nenni a Ugo La Malfa in una lettera sinora inedita del dicembre '57. Serpeggiava un invincibile stato d'animo di scoramento e di angoscia, di paura e di frustrazione tra gli uomini che sul finire degli Anni Cinquanta preparavano in Italia la svolta storica deH'«apertura a sinistra». Una stagione di trapasso, quella che dalla crisi del centrismo degasperiano porterà alla nascita del centro-sinistra, avvelenata da conflitti e tensioni, disseminata di trappole mortali, inquinata da sospetti reciproci, ostacolata da resistenze e intrighi, sabotaggi e piccinerie, manovre e astuzie dilatorie. E' l'Italia della Diffìcile transizione ricostruita dallo storico Pietro Di Loreto in un volume che il Mulino manderà tra qualche giorno in libreria. Un volume che attraverso il materiale documentario acquisito dall'autore restituisce l'immagine di un Paese a doppia velocità, con una società in tumultuosa trasformazione e un mondo politico lacerato da paure e risentimenti che in più d'una occasione hanno rischiato di portare al collasso la giovane democrazia del dopoguerra. Da una parte l'Italia sconvolta nelle sue fibre più profonde dal «miracolo economico», solcata da migrazioni di dimensioni bibliche, trascinata tra mille iniquità alle soglie della «società del benessere» e del consumo «affluente». Dall'altra l'Italia politica ingessata nella prigione ideologica della guerra fredda che scioglie gradualmente il ghiaccio del muro contro muro e che s'avvia all'incontro storico tra cattolici e socialisti destinato a sfociare nel 1963 nella coalizione di centro-sinistra. Un itinerario accidentato e irto di ostacoli, come si evince dalla ricerca di Di Loreto che per la prima volta presenta lettere e documenti custoditi nell'archivio di Ugo La Malfa, in quello del pei conservato dall'Istituto Gramsci e nell'Archivio di Stato. Un gioco di spinte e resistenze in cui spiccavano una Chiesa recalcitrante e impaurita dall'«apertura al marxismo», una destra democristiana riottosa e tutt'altro che rassegnata ad accettare la coabitazione coi socialisti, nonché una sinistra divisa e ris- sosa con i comunisti che non perdonano a Nenni il suo autonomismo dopo i fatti del '56, con il psi che deglutisce a fatica la scelta obbligata di un rapporto cordiale con il «traditore» Saragat e con un'area laica, come dimostrano gli sfoghi di La Malfa documentati da Di Loreto, fortemente ricattata dalla sua «destra». Un clima in cui tutti litigano con tutti e tutti s'«intromettono» negli affari politici degli altri. S'apprende per esempio da un documento d'archivio esibito da Di Loreto che nel 1957 funzionari di polizia si infiltravano nelle riunioni del Comitato centrale socialista per poi inviare rapporti dettagliati alla questura dove si descrivevano, tra l'altro, le incandescenze di Sandro Pertini all'indirizzo di Nenni e Lombardi: «E' stato udito sfogare anche contro VAvanti! il suo livore con frasi non ortodosse, come ad esempio quella di "sono degli assassini! Noi vecchi socialisti abbiamo il diritto di dire chi siamo". Pertini accusa il quotidiano del partito di appoggiare incondizionatamente Nenni e Lombardi nelle loro teorie». Così at» come fanno una certa impressione i «suggerimenti» formulati nella direzione del pei del 4 giugno 1958 da Giancarlo Pajetta per dare al partito di Togliatti la possibilità di «influire» sulla vita interna del psi: «Necessità di un'azione di conquista ideologica e politica. Isolare i nenniani. Aiutare le due sinistre a battersi e a conquistare posizioni per il congresso... Pertini ha una posizione sempre più opportunista». E l'ingerenza comunista negli affari interni del psi portò certo i suoi frutti se in un Libro Bianco redatto dai socialisti nel 1959 e custodito nell'Archivio di Stato si lamentava che il pei mettesse a disposizione «degli elementi "unitari"» (identificati con i seguaci di Tullio Vecchietti) «mezzi finanziari e propagandistici» finalizzati alla «denigrazione del compagno» Nenni. Del resto non era certo più distesa l'atmosfera tra il psi e il psdi di Saragat, anche all'indomani dell'incontro di Pralognan che aveva sancito il disgelo tra socialisti e socialdemocratiNon si risparmiavano colpi ci bassi reciproci e Ugo La Malfa, stando alle lettere pubblicate dal libro del Mulino, si propose più di una volta come paciere, consapevole che la distensione nei rapporti tra Nenni e Saragat fosse indispensabile per costruire le basi del centro-sinistra. «Caro Pietro», scriveva La Malfa a Nenni nel maggio del '57, «ho scorso tutto YAvanti! di stama¬ ni. Francamente non mi piace. Perché sfottere Saragat a sangue e perché attribuirgli esplicitamente intenzioni che rimangono intenzioni?... Non mettere poco generosamente Saragat in ombra. Tuo Ugo». Nenni risponde lo stesso giorno: «Caro Ugo, purtroppo un partito, un gruppo dirigente, una redazione sono quello che sono. Tra i miei c'è l'odio di Saragat e l'odio acceca. Bisogna dire che non hanno tutti i torti». Tre giorni dopo una nuova missiva di La Malfa: «Caro Pietro, sono angosciato per come si mettono le cose». Angoscia di La Malfa. «Disperazione» di Nenni. La strada tortuosa e labirintica che porta al centro-sinistra è ingombra di ostacoli e calcinacci. Che sembrano sul punto di sbarrare il cammino dell'«apertura a sinistra» con il governo Tambroni del 1960 appoggiato dalla destra missina che provoca i moti del luglio di quell'anno. La tensione precipita. Gli scontri sanguinosi che seguono alle proteste per il congresso del msi a Genova vengono interpretati come il frutto di un «preordinato piano del pei» dal capo della polizia che stila un rapporto citato nel libro di Di Loreto. Dal canto suo, Mediani dirigente milanese del pei Armando Cossutta rivela nella direzione comunista del 12 luglio '60, stando alla lettera dei verbali ora pubblicati, che «sul modo di condurre la lotta noi a Milano abbiamo avuto grandi difficoltà. Migliaia di giovani erano pronti con le bottiglie di benzina. Abbiamo faticato per smorzare». Il centro-sinistra sembra allontanarsi di nuovo. Aumenta il pessimismo tra i suoi fautori ma è proprio Ugo La Malfa a smentire per una volta la sua fama di Cassandra scrivendo a un gruppo di amici romagnoli, il 30 giugno 1960, che «senza nascondermi alcuni inconvenienti» si è imboccata una strada «che dovrebbe portarci, ad una non lontanissima scadenza, a questa famosissima svolta di centro-sinistra». Una previsione che si rivelerà fondata tre anni più tardi. Pierluigi Battista Pajetta consigliava «Isolare i nenniani» Il leader socialista «I miei odiano Saragat» Funzionari di polizia alla direzione psi «Pertini si sfoga con frasi non ortodosse» Uno studio storico di Pietro Di Loreto: così a sinistra si combattevano , o IllillII,,,., Pietro Nenni e a destra Ugo La Malfa con Antonio Giolitti negli anni che portarono al centro sinistra. Sotto Sandro Pertini Sopra, Aldo Moro con Fernando Tambroni nel 1960, all'epoca dei moti di piazza Riccardo Lombardi e alla sinistra Giancarlo Pajetta, anima dell'azione sulla sinistra socialista perché si sottraesse all'alleanza con i cattolici

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Roma