«Stop al sacco di Palermo» di Liliana Madeo

Sabato la città scende in piazza contro lo scempio urbanistico Sabato la città scende in piazza contro lo scempio urbanistico «Stop al sacco di Palermo» «Via i corrotti, fermate il degrado» PALERMO DAL NOSTRO INVIATO A distanza di cinquant'anni quando il 9 maggio '43 le «fortezze volanti» americane bombardarono il centro storico di Palermo, uno dei più grandi e dei più belli d'Europa - eccoli ancora qui gli scheletri degli edifici distrutti, le mura sbrecciate, le strade disselciate, le facciate pericolanti, le vie chiuse al traffico, le strutture nude protese verso il cielo offrendo una parvenza di abitabilità a extracomunitari, disperati, gente che ha bisogno di un ricovero provvisorio magari come copertura per imprese di dubbia legalità. E' una delle «vergogne» di Palermo, un'inquadratura di deprimente degrado che s'è sovrapposta agli antichi segni delle culture arabe, normanne, spagnole, che qui si sono succedute, alle belle dimore che videro i fasti dell'aristocrazia palermitana. Sabato, sul muro di uno di questi edifici, a piazza Magione, nel cuore del quartiere dove Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vissero la loro giovinezza, verrà messa una lapide. Questo il testo: «9 maggio '43. Un incursione aerea colpì il centro storico di Palermo. Nell'immutato degrado a perenne vergogna delle autorità cittadine. 9 maggio '93». Nessuna firma. L'iniziativa parte da venti associazioni, indignate per l'incuria delle pubbliche amministrazioni protrattasi per tanto tempo. Protestano i comitati per il risanamento del centro storico e la rinascita della Vucciria, l'Arci, Italia Nostra, il Gruppo delle lenzuola bianche, le associazioni per la pace e per la società civile. Per un'intera giornata Palermo sarà attraversata dalle voci dei cittadini che si aspettano l'attuazione del piano di risanamento di cui si parla dal dopoguerra e di cui si è continuato a favoleggiare negli anni, intanto che veniva compiuto il sacco edilizio della città, nascevano le nuove periferie, si abbattevano ville e giardini storici, si alimentavano le casse della mafia irrobustendo i rapporti fra malavita e pubblici amministratori, e mentre queste zo- ne si spopolavano passando dai 150 mila abitanti di prima della guerra ai 25 mila - d'incerto censimento - attuali. Sembrò che la situazione stesse per cambiare quando Leoluca Orlando era sindaco. L'incarico di redigere il piano particolareggiato per la città venne affidato a tre prestigiosi urbanisti: Benevolo, Cervellati, Insolera. In un anno, nel '90, il progetto fu pronto: un record e un avvenimento. Ma rimase nei cassetti, sballottato da un ufficio all'altro, sottoposto a tortuosi itinerari burocratici. Adesso si sta vivendo la vigilia di una possibile approvazione definitiva del piano. Il clima però è dei più avvelenati. Sono aperte due inchieste della magistratura. In una viene inquisito l'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giovanni Burtone, de, per omissione di atti d'ufficio, accusato di non aver dato il placet del suo ufficio entro i termini prescritti dalla legge. Altri tre magistrati stanno indagando sul mancato recupero degli edifici di proprietà comunale, sui lavori avviati e mai finiti, sui mancati controlli perché la gente non andasse ad occupare quelle strutture così pericolose. Il 16 aprile scorso il piano, finalmente approvato dalla Regione, è tornato al Comune che ha trenta giorni per dire di sì o proporre eventuali modifiche e ritrasmetterlo agli uffici regionali. Ma il piano, così com'è uscito dagli organismi tecnici della Regione, non piace più a nessuno. Le associazioni che si battono per il recupero del centro storico lo considerano imo stravolgimento, un orrore. Cervellati, uno dei padri del progetto, ha detto che quello ora in discussione è frutto di «analfabetismo urbanistico». I tre progettisti stanno preparando una memoria in difesa del loro lavoro. Le associazioni si incontreranno con il commissario del Comune, Vittorio Piraneo, per esprimere le loro ragioni. La mt-.xifestazione di sabato durerà tut*' il giorno e la sera. Ampio spazi /erra dato al dibattito. «No, dei politici non abbiamo invitato nessuno. Staremo a guardare chi avrà il coraggio di venire!» dice Paolo Grimaudo, presidente dell'Associazione Mandamento Tribunali, uno dei comitati promotori di questo mesto anniversario. Liliana Madeo Un'immagine del degrado edilizio nel centro storico di Palermo

Persone citate: Benevolo, Cervellati, Giovanni Burtone, Giovanni Falcone, Insolera, Leoluca Orlando, Paolo Borsellino, Paolo Grimaudo, Vittorio Piraneo

Luoghi citati: Europa, Italia, Palermo