Precipita da una parete morto di Guido Novaria

Speleologo biellese perde la vita: lavorava ad «imbrigliare» le rocce Speleologo biellese perde la vita: lavorava ad «imbrigliare» le rocce Precipita da una parete, morto Un'altra sciagura sopragli impianti Aem Si era ancorato con un moschettone alla parete di roccia prima di iniziare la discesa per controllare alcune reti in acciaio. Un gesto ripetuto centinaia di volte, anche in condizioni di estrema difficoltà, ma che ieri mattina è costato la vita a Marco Ghiglia, 39 anni, geometra con la passione della speleologia, residente a Veglio nel Biellese. Per conto dell'Azienda Energetica Municipale, sopra la centrale di Rosone, in valle Orco, lavorava alla «stabilizzazione» delle rocce sulla «Testa d'Aj», a 1300 metri di altezza. Un appalto da quasi 300 milioni che la sua piccola impresa - cinque operai tutti esperti come lui nel lavoro in alta montagna - si era aggiudicato nell'autunno scorso. Spiegano all'Aem: «Si tratta d'imbrigliare la parete di roccia utilizzando reti in acciaio per evitare la caduta di massi sopra la condotta forzata che raccoglie le acque dei bacini dell'Eugio e del Teleccio». Parallelamente alla condotta corrono le rotaie del «carrello» utilizzato dai dipendenti dell'Aem per raggiungere gli impianti in quota, verso l'Eugio e il Teleccio. Aggiugnono all'Azienda: «L'installazione delle reti di protezione rientra in un progetto più generale di prevenzione e sicurezza intorno ai nostri impianti: in quel punto non si sono mai registrati movimenti franosi, ma le precauzioni in montagna non sono mai troppe». Di qui la ricerca di imprese appaltatrici estremamente esperte, soprattutto in grado di lavorare in parete: e la ditta di cui era titolare Marco Ghiglia rientrava certamente fra queste. Anche per questo l'incidente di ieri mattina appare ancora più inspiegabile. La sciagura verso le 8,30. Per raggiungere la base della «Testa d'Aj» Marco Ghiglia, con i suoi quattro operai, si era servito del «carrello» dell'Aem: «Voleva controllare che le reti posate nei giorni scorsi fossero tutte a posto». Marco Ghiglia si è assicurato con un moschettone ma, all'improvviso, è stato visto precipitare: non si è reso conto che quel moschettone era agganciato ad un cavo non fissato. E' caduto da un'altezza di 6-7 metri finendo su una ampia cengia erbosa. I suoi operai hanno cercato di prestargli i primi soccorsi: «Respirava ancora, abbiamo dato l'allarme alla centrale di Rosone». Ma all'arrivo dell'equipe medica dell'elisoccorso per Marco Ghiglia non c'era ormai più niente da fare. Dieci giorni fa si era verificata un'altra sciagura su un impianto dell'Aem: durante il trasporto di una conduttura, un operaio di Cuorgnè, Aldo Bugni, era stato travolto dalla tubazione e ucciso. Guido Novaria

Persone citate: Aldo Bugni, Marco Ghiglia, Rosone

Luoghi citati: Biellese, Cuorgnè, Veglio