Polemica in Provincia sull'assessore «nudo» di G. B.

Il presidente psi all'attacco di Craxi Il presidente psi all'attacco di Craxi Polemica in Provincia sull'assessore «nudo» Un assessore divenuto improvvisamente «nudo», ma non dimissionario, per un avviso di garanzia (il psi Grotto) e un presidente (il psi Ricca) che si è «troppo vestito» per essersi attribuito ad interim le tante deleghe dell'«avvisato» e, quasi contemporaneamente, la rappresentanza della Provincia in tre importanti società (Satap, Sagat e Sav) violando, secondo le opposizioni, il regolamento delle nomine. E' bastato questo a rendere incandescente il clima in Consiglio provinciale. Il fatto di essere assessore senza deleghe non è stato compreso: «Che cosa fa un assessore nudo se partecipa alla giunta senza poter parlare e che cosa va a fare nel suo ufficio?», ha domandato il pds Sola. Grotto non è entrato in polemica, limitandosi a chiedere preliminarmente al Consiglio «di non sostituirsi alla magistratura» e ricordando che le «proteste di innocenza non sono una moneta che in questi mesi abbia corso legale». Ma quando è circolata una mozione del verde Di Mauro che chiedeva le dimissioni di Grotto, il presidente Ricca (socialista) ha presentato un ordine del giorno di condanna all'operato della Camera che ha negato l'autorizzazione a procedere contro l'on. Craxi. Il «caso Grotto» è finito così in secondo piano (non risolto) per far posto all'ordine del giorno Ricca. L'uscita del presidente, che già aveva scritto una durissima lettera a Craxi, quando era ancora segretario di partito, ai tempi del primo avviso di garanzia, è piaciuta soltanto al leghista Bocco. Vallauri (pri): «Il Parlamento è libero e sovrano, un Consiglio provinciale non può censurare il suo comportamento». Boetti (msi): «Ricca è il fratello di Cimabue: una ne pensa e ne sbaglia due». Giarrusso (verde): «Parliamopiuttosto di Grotto e della maggioranza». La de non ha parlato (ma lo sconcerto era evidente), il capogruppo psi Trovati è uscito dall'aula. Dei due casi - Grotto e Ricca - si tornerà a discutere martedì. [g. b.]