Nessun mostro contro il gay di A. Con.

Vicino alla soluzione il giallo dell'infermiere trovato morto Vicino alla soluzione il giallo dell'infermiere trovato morto Nessun mostro contro il gay un,delitto, Varremo cardiaco è avvenuto per cause naturali f^tarpÌ*antfc1^x^éWa coftiùi,nónrischia rincriminazi&ne Niente serial-killer. Niente mostro dell'«altra Torino». La morte di Enrico Audino, l'infermiere omosessuale del Maria Vittoria trovato legato e imbavagliato sul suo letto in via Bianzè 33, è stata conseguenza di cause naturali, molto probabilmente una banale crisi cardiaca. Il malore ha colpito l'omosessuale nel pieno di un gioco erotico. Decisiva, per gli inquirenti, è stata la testimonianza dell'amico del cuore della vittima: «Quando facevamo all'amore si faceva legare così». La clamorosa svolta delle indagini è stata resa possibile dal lavoro del sostituto procuratore Giuseppe Ferrando. Il magistrato, sin dall'inizio, aveva mostrato dubbi: «Quell'uomo è stato legato, e questo è un particolare rilevante, ma stentiamo a trovare tracce di violenza». Non le ha trovate, queste tracce, nemmeno il medico legale Roberto Testi: l'autopsia ha semplicemente evidenziato le cattive condizioni generali dell'omosessuale, con fegato, cuore e polmoni in pessimo stato. II.forte sospetto che si fosse trattato di un «incidente» ha trovato conferma venerdì scorso, quando l'amico del cuore della vittima si è presentato in Questura, per raccontare di un dubbio che lo tormentava: «Nessuno ha ucciso Enrico. Se era nel letto, vestito, in quella posizione, voleva dire che era con qualcuno. Lui si faceva sempre legare ed imbavagliare così, prima di ogni rapporto sessuale. Lo eccitava l'idea di essere incapace di muoversi di fronte al partner». Ed il pigiama, perfettamente indossato? «Anche questo era normale, perché lui pretendeva di essere spogliato lentamente». Di fronte a spiegazioni tanto precise, il capo della «omicidi» Salvatore Longo ha immediatamente interpellato il magistrato che ha preso atto del nuovo indirizzo delle indagini. A questo punto la soluzione del giallo è vicina. L'uomo che si trovava con l'Audino non sembra avere più nulla da temere dall'accertamento della verità. Labile è infatti l'ipotesi dell'omicidio colposo (stante il consenso, anzi il desiderio, della vittima) ed altrettanto incerta anche quella dell'omissione di soccorso (Audino è probabilmente morto in pochi secondi). Restano gli altri tre delitti, con tre storie molto lontane, e tre indagini che sembrano non avere nemmeno un punto in comune. Tre storie di disperazione, di solitudine, di miseria. Solo per caso storie gay. [a. con.]

Persone citate: Audino, Enrico Audino, Giuseppe Ferrando, Roberto Testi, Salvatore Longo

Luoghi citati: Torino