Bugno: ho capito fare l'outsider di Foto Bianchetti

Il campione prova la Pinerolo-Sestriere e scopre che la cronotappa non gli piace CICLISMO Il campione prova la Pinerolo-Sestriere e scopre che la cronotappa non gli piace Bugno: ho capito/ fare l'outsider «Indurain e Chiappucci i favoriti per il Giro» SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO Ha tagliato il traguardo attorno alle 13, applaudito da un gruppetto di curiosi. Traguardo per modo di dire, davanti all'Hotel Du Col, nel bel mezzo di una Sestriere deserta e piena di neve. Era con Gotti e Perone, professione gregari, ha fatto una doccia e poi, in attesa del pranzo, si è piazzato in poltrona, a suo agio, e si è concesso una chiacchierata con i giornalisti. Gianni Bugno aveva l'aria assorta, gli occhi pensosi. In mattinata è partito da Rivoli e ha pedalato fino al Colle, provando la Pinerolo-Sestriere, la cronometro che deciderà il Giro, così dicono tutti. Ha studiato ogni impennata della strada, ogni curva, ogni piega dell'asfalto. Non sembrava molto allegro. E allora, cosa ne dice? «E' una cronometro atipica, impegnativa, difficile: 30-35 chilometri di falsopiano, poi 20 di salita dura. Non bisogna abusare dei rapporti, bisogna essere in salute. Non è una tappa per specialisti, d'accordo, ma se uno specialista è in buona forma fisica non c'è corsa. Il Giro si gioca qui: e io oggi ho fatto una fatica d'inferno». Insomma, non le piace. «Non chiedetemi queste cose, non sono né ottimista né pessimista. Volevo vedere il percorso e adesso che l'ho visto non vedo perché dovrei gioire. In ogni caso sono convinto che vincerà chi ha più forze in corpo: però, diciamo la verità, io non mi sento molto a mio agio, la tappa non si addice molto ai miei mezzi. In una cronometro come questa, vedrete, ci saranno grossi distacchi. E il giorno dopo c'è Oropa: sì, quel che conta è stare bene fisicamente. Sarebbe un errore spingere troppo all'inizio, il rischio è di arrivare cotti sui tornanti finali, dove fra l'altro si farà sentire anche l'altitudine». Chi vincerà la tappa, e dunque anche il Giro? «Indurain è avvantaggiato sul piano, Chiappucci in salita. Se devo proprio essere sincero, dico Indurain. Lui del resto ha vinto l'anno scorso Giro e Tour e dunque è il faro della corsa. Poi c'è Chiappucci, sempre secondo, e poi Chioccioli, l'ultimo italiano a vincere il Giro. Fondriest è l'outsider». Elei? «Io non parlo mai di me stesso, lascio che lo facciano gli altri. Correrò Giro e Tour per far bene, non per vincere. Sarà una bella lotta fra Indurain e Chiappucci. Io mi tiro fuori, diciamo che farò l'outsider». Non le sembra di essere un po' pessimista? «Non rido perché ho provato il percorso e mi rendo conto che è difficile. Ma mica mi arrendo, ci mancherebbe altro. Io sono un tipo che sa adattarsi bene. L'importante, ripeto, è di arrivare all'appuntamento con tanta birra in corpo: tutto il resto conta relativamente». Come il tipo di bici da usare, per esempio? «Sì, queste sono cose che si decidono al momento. Dipende da come uno si sente, da quello che vuole ottenere. Si può anche cambiare la bici prima della salita, ma io credo che possa andare bene anche quella da crono. Lo stesso per quanto riguarda i rapporti. Tutto è legato alle condizioni fisiche. Certo che uno specialista come Indurain sa usare molto meglio i rapporti». C'è molta incertezza: lei crede che il Giro possa diventare più bello del Tour? «Il Tour manca di fantasia, negli ultimi due anni non è cambiato nulla, il contrario del Giro, dove i percorsi mutano continuamente. I francesi devono seguire un schema obbligato, noi abbiamo più possibilità di variare. Per questo è molto più facile, sotto l'aspetto della fantasia, organizzare un Giro che un Tour. Inoltre la nostra corsa è molto impegnativa perché la situazione può cambiare ogni giorno». Lei ricorda la brutta figura dell'anno scorso al Tour, qui a Sestriere? «Sestriere? E' la prima volta che ci vengo». Carlo Coscia Bugno sul Colle dopo la prova della tappa Pinerolo-Sestriere [foto bianchetti]