Bologna vince a Treviso ha le mani sullo scudetto

Ieri si è giocata la seconda finale per il tricolore del basket, oggi tocca alla pallavolo Ieri si è giocata la seconda finale per il tricolore del basket, oggi tocca alla pallavolo Bologna vince a Treviso ha le mani sullo scudetto TREVISO DAL NOSTRO INVIATO E adesso tutti a Bologna, sabato, per la festa dell' 110 scudetto che la Virtus attende da 9 anni, anche se il coach Ettore Messina, in questi giorni, continuerà a sgolarsi per far capire che non è ancora finita, per tenere concentrati i suoi uomini. E' l'unico pericolo che corre, perché il campo ha detto chiaramente che la Knorr è nettamente superiore a una Benetton definita da Skansi «al minimo storico». Il successo di Treviso (108-97 e 2-0 nel bilancio della finale) è stato persino più netto, nella dinamica se non nel punteggio, di quello di sabato scorso a Bologna. Da una parte una Knorr autentica squadra, saldamente in pugno a Brunamonti e Coldebella, sempre capace di trovare la chiave per far abortire i tentativi di difesa della Benetton; dall'altra cinque uomini che hanno trovato un comune denominatore soltanto nel disperato quanto vano e tardivo assalto finale, a testa bassa. Gioco, mai. E nemmeno la cattiveria promessa da Rusconi. La Knorr, una volta di più, ha trovato costantemente gli uomini giusti per il suo gioco corale e per la sua difesa asfissiante. Su tutti, stavolta. Bill Wennington, il 30enne pivot canadese troppo spesso ingiustamente contestato dall'esigente pubblico bolognese. E' stato proprio lui (8/9 al tiro) che ha messo subito a nudo le magagne trevigiane: Skansi aveva scelto la squadra piccola, Ragazzi accanto a Corchiani e Iacopini, con Kukoc secondo lungo, spalla di Rusconi. «Un fallimento» ha ammesso, perché Wennington ha infilato 4 canestri sopra la testa di Kukoc: 11- 20 dopo 5'. E nello sbandamento veneto si infilavano gli altri bolognesi (Danilovic in prima fila: 8/14) a far pesanti danni. La scelta di Skansi si rivelava sterile anche in attacco, perché le bombe di Iacopini (0/5 da tre, 7/13 in totale, grazie anche ad un autocanestro) erano fasulle come quella cercata invano dalla polizia prima del match, dopo la solita telefonata anonima. La Knorr subiva qualche penetrazione, ma poteva chiudersi bene sotto canestro e il gioco era fatto. C'era sì un momento di illusione, quando Binelli stentava a carburare e la Benetton metteva la testa avanti (21-20 al 7'), ma Messina non aveva che da guardare in panchina per pescare i suonatori adatti a cambiare spartito: accettava di abbassare il quintetto, alzava i ritmi senza che l'orchestra steccasse: 13 punti, 45-58 all'intervallo con Moretti e poi anche Binelli che si facevano perdonare ampiamente le incertezze del primo match. Tutto chiaro per Messina, mosse disperate per Skansi che, dopo aver punito Vianini per il nulla assoluto di sabato scorso tenendolo per un tempo in panchina preferendogli Pellacani, decideva di riprovare insieme i due lunghi della Nazionale. Risultato: zero. La svolta avrebbe potuto arrivare dai falli (4 Binelli, Wennington e Morandotti al 24'), ma come poi avrebbe sottolineato polemicamente Rusconi (solo 3/3 al tiro) «a quel punto la palla non mi arrivava mai». Colpa del caos veneto, che a fine gara trovava una singolare e ingarbugliata arringa difensiva in Kukoc: «La squadra non ha un vero gioco, ma questo è un modo di giocare». Contento lui... In pieno dramma, con l'aria di sentirsi perseguitati dagli arbitri, i veneti reagivano soltanto quando il pubblico s'infuriava per un peccato veniale di Zeppilli e Cicoria. In campo pioveva di tutto, atmosfera da battaglia che contagiava Corchiani e poi tutti gli altri. Assalti all'arma bianca, con Kukoc (6/12) estraniato dal gioco, incapace di raccapezzarsi, di dare ordine. Ma da -17 la Benetton arrivava anche a -7 (79-86 al 35'), complici le uscite di Binelli e Wennington e anche una distorsione alla caviglia sinistra di Carerà (rientrava stoicamente, ma forse sabato dovrà dare forfait). Però proprio in quel momento Rusconi cercava un passaggio dietro la schiena e gettava la palla alle ortiche: fine della trasmissione. I bolognesi punivano i falli disperati dei rivali con 17 tiri liberi consecutivi, lasciando che Corchiani (10/15) si sfogasse con un inutile bottino: 30 punti, ma ben diversi da quelli, pesanti, che segnava Del Negro. In tribuna, Jack Marin, l'agente dell'oriundo tanto rimpianto, confidava: «No, non credo proprio che Vinnie abbia intenzione di tornare, almeno quest'anno: vuole giocare nell'Nba, dove guadagna 1,2 milioni di dollari a stagione». Guido Ercole 9 Danilovic (Knorr) ha segnato 24 punti Jeff Stork, alzatore della Misura, si è infortunato a un polpaccio e il suo recupero appare improbabile: al suo posto giocherà Montagnani

Luoghi citati: Bologna, Messina, Treviso