Villa Lontana non sarà la residenza di Ciampi
IL CITTADINO IL CITTADINO Villa Lontana non sarà la residenza di Ciampi PERCHE' il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi non abita in una dimora stabile, messagli a disposizione dallo Stato, come già avviene in Gran Bretagna, dove il premier inglese John Major, alla pari dei suoi predecessori, è alloggiato a Londra in Downing Street? E' l'interrogativo che il cittadino pone al governo dopo che lo Stato ha dovuto forzatamente rinunciare a «Villa Lontana», avuta in eredità dal professor Cesare Tumedei (ex vicepresidente della Bastogi scomparso nel 1980 a 86 anni), a condizione che fosse adibita esclusivamente ad abitazione privata del presidente del Consiglio in carica. Ma motivi di sicurezza, evidenziati in un circostanziato rapporto dei nostri 007, avrebbero determinato la rinuncia all'eredità Tumedei, peraltro già accettata dallo Stato. E il possibile rischio di attentati terroristici ha sciolto le residue perplessità. «Villa Lontana», che ha un valore di almeno una dozzina di miliardi, apre i cancelli al civico 35 di via Cassia Antica a Roma (siamo a poche centinaia di metri dal ministero degli Esteri e dall'abitazione dell'ex segretario del pei Enrico Berlinguer). E' una costruzione secentesca restaurata nell'800, con 44stanze e 8 bagni. Il tutto è arredato con quadri, preziose stampe, porcellane e mobili di pregio. Vi è anche una biblioteca ricca di antichi volumi. L'edificio, vincolato dalla Soprintendenza, è circondato da un ettaro di parco con abeti e pini. E vi è anche una dépendance ricavata da una vecchia scuderia per l'alloggio del custode. Il professor Tumedei, all'epoca deputato nel Parlamento fascista, l'aveva acquistata nel 1930 da nobili inglesi. Nel suo testamento era stato categorico: «Villa Lontana dovrà essere l'abitazione del presidente del Consiglio e dei suoi familiari». Ma il suo resterà per sempre un sogno, purtroppo, irrealizzato. Il benefico docente aveva, poi, lasciato in eredità altri 6 miliardi (tra appartamenti ed azioni) all'Accademia nazionale delle Scienze per creare negli ospedali romani «unità di depurazione del sangue per malati renali». Nel febbraio '85 il presidente della Repubblica Sandro Pertini, su proposta del ministro delle Finanze Bruno Visentini, aveva autorizzato l'accettazione dell'eredità di «Villa Lontana». Il decreto del Capo dello Stato era stato, poi, vistato dall'allora ministro della Giustizia Martinazzoli, registrato alla corte dei Conti e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ma, dall'85 in poi, nessun presidente del Consiglio, da Bettino Craxi ad Amintore Fanfani, da Giovanni Goria a Ciriaco De Mita, da Giulio Andreotti a Giuliano Amato, ha mai messo piede a «Villa Lontana». I servizi di sicurezza avrebbero, infatti, espresso parere negativo: la vastità del complesso e la fitta vegetazione circostante non solo avrebbero creato notevoli problemi di gestione (e costi non indifferenti), ma soprattutto non avrebbero garantito sufficientemente l'incolumità del presidente del Consiglio. Si è così decisa la restituzione - in gergo tecnico «retrocessione» - di «Villa Lontana» agli esecutori testamentari, che dovranno, comunque, definire molti problemi di natura fiscale per evitare una pesante e ingiusta duplice tassazione. La notizia ci è stata confermata dall'avvocato generale dello Stato Giorgio Azzariti. Con ogni probabilità l'ex dimora del professor Tumedei sarà ora venduta all'asta. E il ricavato dovrebbe andare in beneficenza e servire all'acquisto di macchinari per la cura di malati. Pierluigi Franz
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Roma
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