Torna De Amicis e divide la sinistra

Torna De Amicis e divide la sinistra Prima Rusconi e Bocca, ora Fortini: «Cuore» riabilitato dopo gli sberleffi degli Anni 60 Torna De Amicis e divide la sinistra Modello di onestà? Sanguineti non è d'accordo: solo «buoni sentimenti» I ORNA Cuore, non quello recuperato come un pez- T - I zo da museo dalla banda jl| Serra, ma quello vero, il I M | libro di De Amicis: un'opera vituperata da generazioni di intellettuali, primo fra tutti Umberto Eco, che nell'Etogio di Franti l'aveva provocatoriamente bollato come «languorosa melassa». Gian Enrico Rusconi ne ha parlato recentemente sull'Indice, individuando in Giorgio Bocca il nuovo campione di patriottismo civico, custode dei valori repubblicani. Quasi una reincarnazione di De Amicis. Il paragone era piaciuto molto allo scrittore-giornalista, che aveva detto alla Stampa: «Mi sento molto deamicisiano, mi sorprendo a piangere quando mi accorgo che i valori risorgimentali e patriottici sono ancora diffusi». E Bocca si era spinto anche oltre: fino a identificato nella «maestrina dalla penna rossa». Ora, ricordando gli autori della sua vita (ne parla il libro-intervista Fortini, Leggere e scrivere, edito da Marco Nardi), Franco Fortini ritorna sul «capolavoro» di De Amicis, scagliandosi contro la «canaglia progressista» che lo denigra, contro i «modernizzatori» degli Anni Sessanta che nelle avventure di Franti e Garrone trovavano ridicole le lacrime, il patriottismo, il richiamo a rispettare i doveri civici. «Di quel libro - insiste lo scrittore - amo la lezione storica, anche se è fallita: cioè il tentativo di costituire una lettura educativa ai valori umanitario-borghesi. Cuore è il simbolo di una borghesia laica (nel libro non c'è un solo prete!) che attraverso la scuola cerca di portare l'Italia al livello voluto dai padri fondatori, ad esempio Cavour. E' un'opera "maoista" della borghesia, una lezione rigorosa che non è certo piaciuta a quella parte della sinistra troppo impegnata a esaltare la creatività, lo spontaneismo, la guerra contro l'ortografia. Oggi riconosco questa capacità etica solo nel volontarismo di matrice cattolica. Ma chi irride a queste cose si merita solo di diventare specialista dei movimenti di moda a Manhattan e a Los Angeles». Fortini difende anche le virtù letterarie di De Amicis: «Odio Gide, quando dice che "con i buoni sentimenti si fa cattiva letteratura". E Tolstoi? Lo stesso De Amicis, nelle corrispondenze di viaggio, ha scritto pagine molto belle dal punto di vista letterario». Eppure ha anche detto che non farebbe leggere il libro ai ragazzi. «Certo - replica Fortini - i reggimenti che tornano laceri non sono più di moda. Però rimane la questione principale: occorrono testi - e oggi una politica - che propongano modelli "forti", co- me quello di Don Milani. Ma l'etica laica ha fallito». Non tutti sono ovviamente d'accordo. Edoardo Sanguineti, ad esempio, si è trovato spesso a parlar male di De Amicis. C'è qualche analogia, gli chiediamo, con i recenti richiami all'onestà, all'essere persone «per bene»? «Non mi sembra - risponde il critico -. Tra l'onestà e i "buoni sentimenti" c'è una certa differen¬ za. Il socialismo borghese deamicisiano aveva un insopportabile atteggiamento predicatorio. Il libro sarà anche laico, ma ha troppe storie esemplari e patetiche, forme di quella "religiosità laica" che portava i maestri delle elementari a far piangere i fanciulli sulle pagine di Pascoli. Per fortuna c'erano anche l'ironia e la giocosità di Pinocchio, l'altro e opposto "best seller" dell'800». Un personaggio della Donna della domenica di Frutterò e Lucentini si chiama Garrone: «Uno sciagurato, un fallito - ricorda Frutterò - ma De Amicis non c'entra, non avevamo intenti satirici». Con Fortini Carlo Frutterò non è tenero: «Che c'è ancora da dire su De Amicis? E' già stato detto tutto. Era un grande giornalista e un grande scrittore. Fortini invece è uno di quei tromboni della sinistra sempre pronti a montare a cavallo e but tare fuori sentenze. Vuole fare il maitre-à-penser: ieri parlava di Pasolini, domani parlerà di Pi nocchio. Se tacesse, se tacesse!». Cario Grande Frutterò: è stato un grande scrittore non c 'è altro da dire È I I Sopra, Edmondo De Amicis. A lato, Fortini: basta con i «modernizzatorj»

Luoghi citati: Franti, Italia, Los Angeles, Manhattan