Il Comune di Napoli è fallito di R. Cri.

i Il Consiglio vota il dissesto finanziario. Evitate le elezioni anticipate Il Comune di Napoli è fallilo Troppi debiti per colpa dei Mondiali del 1990 NAPOLI. Il Consiglio comunale di Napoli ha dichiarato il dissesto finanziario dell'amministrazione locale. Lo hanno approvato 49 consiglieri della maggioranza (de, psi, pli, psdi) con l'appoggio esterno dei repubblicani ed il voto contrario dei missini, rete e verdi; pds e rifondazione comunista si sono assentati. Napoli è la prima grande città d'Italia che ricorre al dissesto per risanare le proprie finanze. Per un decennio i napoletani pagheranno più tasse, avranno meno opportunità di accedere al credito e meno servizi. La gestione per il risanamento sarà affidata ad una commissione governativa. Con il dissesto finanziario si è salvato il Consiglio comunale che così resta in carica per amministrare il futuro ma sotto il diretto controllo di commissari governativi. Il dibattito sulla dichiarazione di dissesto è stato piuttosto laborioso e tormentato ed ha occupato più sedute. L'alternativa proposta dalle opposizioni era quella di andare ad elezioni anticipate. Per l'amministrazione in carica non c'erano altre alternative al dissesto finanziario non avendo la possibilità di dare chiarimenti plausibili al comitato di controllo sul bilancio di previsione 1993 approvato dal Consiglio comunale ma con voci incerte di entrate per la copertura di spese certe. La partita entrata in discussione riguarda la vendita di immobili di proprietà del Comune, tra cui lo storico Palazzo Fuga del Settecento che doveva essere ancora alienato e sul cui valore non c'erano stime concordi. La causa principale del dissesto è rappresentata dalle voci di debiti contratti fuori bilancio per i mondiali '90, circa 190 miliardi di lire per i quali l'amministrazione comunale sta subendo una serie di procedure di pigno¬ ramento da parte dei creditori. Altra voce motivo di preoccupazione per le finanze comunali è rappresentata da oltre 700 miliardi di lire di debiti maturati dalle aziende municipalizzate. La dichiarazione di dissesto finanziario era stata posta come condizione dal sindaco Francesco Tagliamonte per non dimetterei. La gestione finanziaria de! Comune (circa 23 mila dipendenti) è trasferita a una commissione straordinaria di liquidazione nominata dal Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell'Interno. I debiti contratti dal Comune e le procedure esecutive avviate dai creditori sono automaticamente congelati. Lo Stato, accollandosi l'ammortamento di un mutuo di 512 miliardi e 514 milioni concorrerà al ripianamento dei debiti accumulati. Per effetto del dissesto saranno messi in mobilità tra i mille e i duemila dipendenti comunali. [r. cri.]

Persone citate: Francesco Tagliamonte

Luoghi citati: Comune Di Napoli, Italia, Napoli