Major cancella il primo maggio di Fabio Galvano

Major cancella il primo maggio GRAN BRETAGNA Il governo: troppe festività in primavera. I laboristi: schiaffo alla storia Major cancella il primo maggio Dal '95 sarà sostituito dal «Trafalgar Day» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fra due anni l'Inghilterra eliminerà il 1° maggio. Festa del socialismo internazionale, è condannata dal governo conservatore, che dovette subirla quando erano i laboristi al potere, nel 1976. Sarà sostituita, nel mese di ottobre, da una «festa di Trafalgar», per onorare la vittoria dell'ammiraglio Nelson sulle flotte di Francia e Spagna. Dietro il motivo ideologico, però, si cela una necessità economica: quella di diluire le festività di primavera (oggi sono tre) spostandone almeno una al periodo autunnale, che non ne prevede neppure una fra la fine di agosto e Natale. A dire la verità il 1° maggio degli inglesi non sempre cade in quella data. L'antica abitudine di questo Paese di trasformare le feste comandate - sono attualmente otto sull'arco dell'anno al lunedì seguente, per consentire ponti di tre giorni, fa sì che il 1° maggio di quest'anno, il vero Mayday, sia stato festeggiato ieri, che era il 3 maggio. Ma comunque questa come tutte le altre Bank Holidays, le vacanze delle banche così chiamate perché in quel giorno si fermano «persino» le banche e quindi il cuore della City, hanno già perso buona parte del loro mito. La banche restano sì chiuse, come tutti o quasi tutti gli uffici. Ma molti negozi, soprattutto i supermercati e i centri commerciali fuori Londra, aprono ugualmente i battenti in base alla non trascurabile constatazione che il pubblico fa gli acquisti quando ha tempo libero. Gillian Shephard, ministro del Lavoro, non ha dubbi sull'opportunità di abolire il Calendimaggio inglese. L'industria, dice, perde ritmo con tutte queste festività concentrate. E naturalmente Michael Foot, l'ex leader laborista che quando era ministro del Lavoro nel 1976 aveva introdotto il Mayday nell'elenco delle festività, si dice «inorridi- to» dall'imminente decisione del governo: «Vuol essere un dispetto, ma dimostra ignoranza della storia: il governo pretende che si tratti di una festività importata dall'estero, ma in realtà gli inglesi la celebravano come rito di primavera molto prima che esistessero i conservatori, fin dai tempi di re Alfredo». La fine del Mayday potrebbe anche aprire la strada a una totale riorganizzazione del calendario del lavoro. Non poche persone, in Inghilterra, vorrebbero abolire le date fisse, e consentire a ogni azienda di fissare i giorni di riposo. Altri insistono affinché le otto Bank Holidays scompaiano del tutto, e i lavoratori possano invece aggiungere otto giorni alle loro ferie estive. Sono proposte, per ora. Ma di certo c'è solo la fine del 1° maggio; anche se qualcuno ammonisce del pericolo cui il governo si espone anteponendo il suo disprezzo per il socialismo internazionale - nume tutelare della festa dei lavoratori - alla solidarietà europea. Scegliendo come Bank Holiday il «giorno di Trafalgar», infatti, si riaprirebbe una ferita che gli anni hanno faticosamente rimarginato. «I francesi non sarebbero per nulla felici», ammonisce dalle pagine del Times Sir Reginald Hibbert, ambasciatore a Parigi negli anni della Thatcher. Sono già tante le tensioni anglo-francesi, nell'Europa che fatica a riprendere il cammino verso l'unità politica ed economica, che la Cee potrebbe anche fare a meno di un ricorso della storia. Fabio Galvano

Persone citate: Gillian Shephard, Holiday, Michael Foot, Reginald Hibbert, Thatcher

Luoghi citati: Europa, Francia, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Parigi, Spagna