ladri dall'avvocato di Craxi di Fabio Poletti

ladri dall'avvocato di Craxi ladri dall'avvocato di Craxi «Forse vogliono solo intimidirmi» Tangenti ferrovie, nuovo arresto MILANO. Nell'ordine: l'ufficio di piazza Duomo 19, poi quello del figlio Bobo al club Turati. Adesso la «visita notturna» di domenica nell'ufficio del suo avvocato, Enzo Lo Giudice. E per il difensore di Bettino Craxi si tratta di una irruzione in grande stile alla ricerca di carte importanti, che però non c'erano. Ci sono occhi e mani indiscrete su Bettino Craxi? Denuncia l'ex segretario del Garofano da Giuliano Ferrara: «Forse non c'è un complotto contro di me. Ma sono solo coincidenze quei tentati furti nel mio ufficio e in quello di mio figlio?». E due giorni dopo (coincidenza?) alcuni sconosciuti sarebbero penetrati nello studio del legale, chiamato a far fronte alla valanga giudiziaria contro Bettinq. ,«E' stata una provocazione, un atto intimidatorio», spiega l'avvocato Lo giudice. Ma^ubito giustifica; «Certo, una buona dose di impopolarità la si acquista difendendo soggetti impopolari». Come le altre volte nessun segno di «scasso», solo una finestra aperta dell'ufficio al primo piano. Sarebbero entrati da lì, dalla finestra sul cortile, i ladri, «provocatori» o «soliti ignoti». «Ho trovato carte per terra, ma non sembra che abbiano preso documenti», rassicura il legale che ha fatto regolare denuncia ai carabinieri. E aggiunge: «Gli sconosciuti hanno guardato nei cinque fascicoli con la copertina rossa dove ci sono i documenti che riguardano Craxi. Solo copie di atti, materiale pubblico». E allora avvocato? «Non siamo nuovi a gesti del genere», spiega. E continua: «Da tempo siamo oggetto di intimidazioni. Sul parabrezza della mia auto sotto casa ho trovato un foglietto, scritto a mano da uno che si firma "un patriota". C'erano solo insulti. Il clima è pesante». Messaggi di solidarietà, invece, piovono via fax, lettera, telegramma, sui tavoli dei magistrati «sconfitti» dal parlamento che ha limitato l'autorizzazione a procedere contro l'ex segretario psi. E i giudici pensano al da farsi. Ieri pomeriggio nuovo incontro in procura. Al centro del vertice la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale. Ma non viene nemmeno escluso, intanto, di procedere ugualmente per la violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, reato che ha avuto l'autorizzazione dalla Camera. Si potrebbe dunque arrivare ad un processo immediato per questo reato. Per ora è solo una ipotesi. Intanto le tangenti su rotaia hanno portato ad un nuovo arresto. Si è costituito ai magistrati Roderigo De Vito, funzionario centrale delle Ferrovie dello Stato, consigliere della de a Capistrello (L'Aquila). E' accusato di corruzione e di violazione della legge sul finanziamento pubblico perché avrebbe preteso tangenti al 3 o 4% sugli appalti che amministrava. Lo accusa un suo amico, l'imprenditore Rodolfo Salciccia, il re delle traversine finito pure lui a San Vittore. E' stata intanto rinviata al 17 maggio l'udienza preliminare al processo per le tangenti sulle discariche in Lombardia. Erano presenti solo due imputati, Andrea Parini e Oreste Lodigiani del psi. Il difensore del costruttore Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, ha annunciato che chiederà il «non luogo a procedere» contro il suo assistito. Paolo Berlusconi è accusato di violazione della legge sul finanziamento per 150 milioni elargiti alla de. Secondo l'avvocato Oreste Dominioni si tratta di una donazione spontanea, non uscita dalle casse della società. Rimane infine agli arresti domiciliari Francesco Paolo Mattioli, direttore finanziario della Fiat. Secondo il giudice Ghitti ci sono ancora alcuni punti da chiarire nella posizione del top manager. Fabio Poletti

Luoghi citati: Capistrello, L'aquila, Lombardia, Milano