«A Roma sentii odore di tangenti»

«A Roma sentii odore di tangenti» Alla fine degli Anni 70, secondo una intervista pubblicata postuma «A Roma sentii odore di tangenti» L'ex sindaco Argan: Berlinguer mi mise in guardia GIUNTA ROSSA E TENTAZIONI AROMA LIA fine degli Anni Settanta Enrico Berlinguer avrebbe messo in guardia il sindaco Giulio Carlo Argan dal pericolo delle tangenti. Che erano, si suppone, già una pratica comune. Almeno, al Comune di Roma. A raccontarlo è lo stesso storico dell'arte in un'intervista realizzata cinque giorni prima della sua morte e pubblicata postuma da Idea 83, rivista trimestrale d'arte e varia umanità. Sei mesi dopo la scomparsa dello studioso, avvenuta il 6 novembre scorso. Nell'intervista, non firmata, si parla .di beni culturali. Ma verso la fine, Argan ricorda la sua esperienza di sindaco della Capitale. E, ormai in piena Tangentopoli, ricorda: «Quando divenni sindaco di Roma Berlinguer mi disse che mi sarebbero state rivolte offerte di denaro per il partito, senza richieste di contropartite. "Tu guardati bene dall'accettarle", disse. E puntuali le offerte giunse- ro - aggiunge Argan - ma la risposta non consentì mai a nessuno di illudersi su un possibile, qualsivoglia concreto seguito». Fin qui Argan, che nel contesto dell'intervista non appare comunque gran che fiducioso sui «buoni costumi» della pubblica amministrazione. Più avanti, si dichiara infatti contrario alla cessione delle opere d'arte allo Stato affermando che «tale e tanta è la disonestà dilagante, che una parte del ricavato delle cessioni non fini¬ rebbe certo nelle casse dello Stato». E aggiunge un aneddoto curioso: «Ai tempi dell'Etiopia, quando le finanze erano esauste, Ojetti, stimolato e pilotato da Berenson, andava costruendo ipotesi di cessione di nostre opere d'arte ai musei e ai magnati americani, e Mussolini manifestava interesse per l'idea. Ci salvò incredibilmente il De Vecchi, che disse: "Quella roba lì è del re e non si tocca"». Tangenti, o quanto meno oiferte, circolavano nella prima giunta rossa della capitale? Eppure, i personaggi più vicini all'Argan di allora, negano o ignorano. «Negli anni in cui Argan fu sindaco di Roma non mi risultano tentativi di corruzione che possano aver sfiorato lui o i suoi colaboratori», dichiara Amato Mattia, allora segretario personale del sindaco, oggi direttore generale de L'Unità. Che aggiunge: «Gli eventuali corruttori sapevano che avrebbero avuto una risposta assai ferma, adeguata allo stile di quei governi e di un uomo come Argan». Nulla risulta a Luigi Arata, allora assessore agli affari generali. E Ugo Vetere, assessore poi a sua volta sindaco, non è meno categorico.«Con tutta serenità posso dire che per quanto riguarda me e la giunta, nessuno osò farci offerte del genere. Se mai è vero che sia Petroselli che io abbiamo ricevuto imprenditori, per dire con chiarezza che non dovevano girare quattrini, altrimenti non avrebbero lavorato». [m. g, b.] Da sinistra Enrico Berlinguer e l'ex sindaco di Roma Giulio Carlo Argan

Luoghi citati: Comune Di Roma, Etiopia, Roma