Benvenuto: scegliete o me o Craxi

Il leader dà l'aut aut: cambiamo nome e cacciamo gli inquisiti, altrimenti me ne vado Il leader dà l'aut aut: cambiamo nome e cacciamo gli inquisiti, altrimenti me ne vado Benvenuto: scegliete, o me o Craxi «E' stato lui a contattare la Lega perfarsi assolvere» ROMA. Ha ascoltato pazientemente per tre ore prima i pianti sul disintegrarsi del psi, poi la solita preghiera per il rinvio, ma alla fine non ce l'ha fatta più e Giorgio Benvenuto, rosso in volto, messo da parte per un momento rinconfondibDe sorriso, ha fatto sentire il suo ruggito ai dirigenti della segreteria: «Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) - ha detto, con il tono di chi non dorme la notte per i pensieri - dobbiamo assolutamente prendere una decisione sugli inquisiti. Senza una svolta vera, l'emdrragia di quadri e militanti del partito non cesserà. Dobbiamo far presto e non possiamo far finta di niente. Inoltre ho bisogno della vostra solidarietà, mi dovete mettere in condizione di fare il segretario. Altrimenti è inutile che io resti qui». Così è arrivato il giorno dell'aut aut di Benvenuto, del gran passo: o il psi cambia una volta per tutte pagina e dà un addio definitivo a Craxi, o per il segretario è inutile stare a via del Corso a dar retta ai creditori, senza poter decidere un bel nulla, mentre c'è chi lascia il partito come Ruffolo, chi si mette in proprio come Amato (non risponde al telefono a nessun socialista), chi corteggia Pannella e chi fa un occhiolino ad Occhetto. E, come era fatale, il nuovo segretario ha deciso di misurare le intenzioni del gruppo dirigente del partito proprio sul «caso Craxi». Sì, è ancora lui il «grande problema» del psi. E' ancora il fantasma dell'ex segretario, simboleggiato da quelle stanze al quinto piano di via del Corso piene di cimeli garibaldini e che nessuno ha ancora occupato, a pesare sulle decisioni, sulla linea, sull'immagine del psi. E la dimostrazione sta in una convinzione che ha maturato lo stesso Benvenuto e confidata solo ai più stretti colla¬ boratori: il segretario socialista, insieme al suo consigliere ombra Rino Formica, è convinto che è stato lo stesso Craxi a contattare la Lega per strappare i voti necessari a far respingere l'autorizzazione a procedere a Montecitorio. «Abbiamo più di un elemento per pensarlo» ha detto e ripetuto in questi giorni in colloqui riservati Io stesso Formica. Proprio per rompere questo stato di cose, per emanciparsi del tutto dalle vecchie ombre, il segretario del psi ha studiato una terapia d'urto per tentare di rianimare il psi morente. Tre i punti: un nuovo nome, «socialisti europei»; un nuovo simbolo, la «rosa» al posto del vecchio garofano; e, infine, la sospensione dal partito di tutti gli inquisiti, a cominciare dallo stesso Craxi. La ricetta di Benvenuto, sostenuta dalla sua minaccia di dimissioni appare, però, a molti come una scommessa: non è chiaro se il gruppo dirigente del psi si piegherà alle volontà del suo segre¬ tario o se, invece, considererà la sua uscita, come il ruggito del topo. Di fronte al successore di Craxi, infatti, ci sono difficoltà e resistenze tutt'altro che trascurabili: c'è il dato, ad esempio, che nel vertice del psi e nel gruppo parlamentare la quota degli «inquisiti» è molto alta; c'è il tentativo dei «vecchi capi» di perpetuarsi, di continuare a contare. E la riunione della segreteria di ieri è stata solo un anticipo dello scontro che si svolgerà oggi nella riunione dell'esecutivo. La sceneggiattura è stata di quelle che ormai da quasi sei mesi caratterizzano le riunioni del psi. Prima un vero «muro del pianto» in cui tutti i dirigenti hanno sfogato le loro recriminazioni per le conseguenze negative provocate dal voto su Craxi. «E' difficile fare la lista per il Comune di Torino - ha annunciato Maria Magnani Noya -. Castellani, l'uomo del pds, non ci vuole, per cui siamo costretti a fare una lista per conto nostro su Marzano». «A Genova - ha rac- contato laconico Sanguinetti una sezione di 300 iscritti ha deciso, compatta, di lasciare il partito». «Ho fatto un comizio a Lucca - ha detto preoccupato Cazzola - e mi è stato difficile parlare». Per finire con Manca che ha addirittura posto il problema dell'incolumità dei degli esponenti del psi: «A Roma - è stata la sua analisi allarmata - per la prima volta sono stati contestati per strada altri parlamentari oltre ai soliti Craxi e Intuii. Anch'io sono stato insultato al grido di "ladro"». Fin qui le lacrime. Poi, però, sono arrivati i primi «no» e gli appelli alla prudenza alla terapia Benvenuto. «Mattina - ha messo le mani avanti Fabrizio Cicchitto - ha fatto male a fare quelle anticipazioni ai giornali». «Dobbiamo stare attenti - ha spiegato Garesio -, un conto è chiedere ai compagni inquisiti di fare un passo indietro, e un conto è cacciarli a calci. In più, può anche esserci il rischio che i 30 parlamentari inquisiti possano avere una reazio- ne dura e intraprendere la strada della scissione». Intervento dopo intervento, la maggior parte degli esponenti della segreteria ha chiesto a Benvenuto un momento di riflessione. «Domani - è stata la proposta di mediazione di Capria - parliamo solo del governo, mentre rinviamo la questione degli inquisiti fra due, tre giorni, magari l'affrontiamo in un seminano». Benvenuto, però, è stato irremovibile e sul psi ha cominciato ad aleggiare la paura di una nuova e letale «divisione». Molti segretari regionali si sono schierati dalla sua parte. Come pure i sindacalisti, Formica e il fedele Dell'Unto che ha cominciato ad inveire contro Craxi nel Transatlantico di Montecitorio: «Bettino non si rende conto - ha detto che rischia di eliminare non il psi ma 100 anni di storia. Non ha capito che la gente non ne può più degli anni delle ville al mare, degli yacht, delle feste, delle notti al night e delle mignotte». Ma, contemporaneamente, gli avversari non sono rimasti con le mani in mano. Signorile ha chiesto un congresso straordinario. De Michelis ha radunato i suoi per spiegare che «era tacito che Benvenuto, al momento di essere eletto segretario, doveva assumersi anche la difesa di Craxi». E qualcuno, magari dopo aver sentito Craxi, ha cominciato a pensare alla soluzione di ricambio: congresso subito e fmo a quell'appuntamento un comitato di reggenza affidato ai giovanissimi come Nencini e Garesio. Questi i disegni e i piani: su tutto, però, aleggia una grande paura, quella dell'esplosione, della fine del psi. E forse quella pagina bianca che oggi YAvanti! pubblicherà per chiedere aiuto, ne è la più cruda rappresentazione. Augusto Minzofini De Michelis attacca «C'era un tacito accordo per cui il segretario avrebbe dovuto difendere Bettino» 53L*j DSaAGDeLF Da sinistra Salvo Andò Giulio Di Donato e qui sotto Laura Fincato Il segretario del psi Giorgio Benvenuto nuovamente nella tempesta

Luoghi citati: Comune Di Torino, Genova, Lucca, Roma