Quindicenne violentata fa arrestare lo stupratore di Angelo Conti

Quindicenne violentata fa arrestare lo stupratore E' un clandestino albanese, altre 2 denunce Quindicenne violentata fa arrestare lo stupratore Quindici anni, minuta e carina. Sull'autobus conosce un ragazzo «bello e simpatico». Lo rivede al Valentino, per un pomeriggio mano nella mano. Ma questo flirt ingenuo, persino naif, finisce nello squallore di una brutale violenza carnale, consumata con l'inganno, in una stanza di ballatoio, in pieno centro. La vittima è C.M., sudamericana, adottata da una coppia di professionisti che vive alla Crocetta. Una ragazzina forse solo un po' smarrita in un Paese che è comunque diventato il suo, ma con tanta voglia di vivere e di conoscere gente nuova. Risponde allegra, disponibile, ad «Elio», un ragazzo apparentemente poco più grande di lei che incontra mentre sta andando a scuola. Racconta: «La prima volta abbiamo parlato di tante cose. Ci siamo dati un appuntamento per il giorno dopo, ma lui non è venuto. Però mi ha telefonato, scusandosi e rinnovando l'invito. Quando ci siamo visti siamo andati al Valentino». Un incontro normale: «Abbiamo fatto una passeggiata. Sì, lui ha cercato di baciarmi, di toccarmi, ma gli ho detto di no. Non ha insistito». E' un incontro che fa da prologo alla trappola. «Ci siamo rivisti la settimana dopo - continua C.M. - ancora al Valentino, all'angolo fra corso Vittorio e corso Massimo D'Azeglio. Quattro chiacchiere anche qui, poi lui mi ha proposto di andare a trovare alcuni amici. Gli ho detto no ma, con qualche spintone e qualche pretesto, è comunque riuscito a trascinarmi sino in via Mazzini. Qui siamo entrati in un vecchio portone. Ha subito cambiato carattere, mi ha preso per il braccio, mi ha fatto salire al terzo piano. Siamo entrati in una stanza, semibuia, dove c'erano altri due ragazzi. Ha detto loro qualcosa, in una lingua che non conoscevo, li ha fatti uscire. A quel punto ho capito quel che stava per succedere». La reazione della ragazzina è disperata: «Ho urlato, con tutto il fiato che avevo in cor¬ po, ma lui con molta calma mi ha detto che era inutile, che nessuno mi avrebbe sentito. Poi mi ha gettato su una brandina. Ho cercato di resistere ma con un braccio lui mi teneva ferma, con l'altro mi ha tolto i vestiti. L'ho implorato di fermarsi, per me era la prima volta. Sembrava una furia, è stato inutile». Consumata la violenza, Elio riaccompagna l'amica al Valentino. Ma la ragazza, una volta a casa, racconta tutto alla madre, che avverte i carabinieri. Mentre i militari della stazione Piacenza risalgono all'alloggio dello stupro, al terzo piano di via Mazzini 27, Elio si rifa vivo. La quindicenne accetta un nuovo appuntamento, ma questa volta d'accordo con i carabinieri, che intervengono proprio quando la violenza sta per ripetersi. Shaban Kasa, 21 anni, albanese di Durazzo, è arrestato per violenza carnale. I suoi connazionali Edmond Peza, 19 anni, e Adrian Hoxha, 23 anni, vengono rispettivamente denunciati per violenza privata e per furto e falsificazione di documenti. Sono tutti immigrati clandestini, privi di permesso di soggiorno. I carabinieri del capitano Ferlito li hanno segnalati all'Ufficio stranieri della questura. Una volta processati, saranno espulsi. Angelo Conti Quando l'aggressore tenta di rivederla va all'appuntamento e scatta la trappola dei carabinieri Teatro dell'aggressione, un alloggio al terzo piano di via Mazzini 27 Shaban Kasa, 21 anni, arrestato

Persone citate: Adrian Hoxha, Edmond Peza, Ferlito, Shaban

Luoghi citati: Durazzo, Piacenza